Discussione:Avestā

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La definizione "lingua antico farsi" è la prima volta che la sento. In genere gli iranisti si riferiscono al persiano antico delle iscrizioni cuneiformi del periodo achemenide appunto come "persiano achemenide" o semplicemente "achemenide". Parlare di "farsi" a mio giudizio è sempre sbagliato quando ci si riferisce a una fase della lingua persiana precedente l'invasione araba. "Farsi" significa letteralmente "del Fars" cioè della persia che prima dell'invasione araba si chiamava Pars: furono gli arabi che non avendo nella loro lingua il suono "p" tramutarono quest'ultimo in "f". Dopo di allora termini come "Pars" che significa "Persia" e "pil" che significava "elefante", diventarono rispettivamente "Fars" e "fil". L'ultimo termine con l'aggiunta dell'articolo arabo "al" è diventato al-fil ed è l'etimo che ha generato l'italiano "alfiere".

Il testo "incriminato" è il seguente:

"Una sua prima stesura, basata su testi precedenti, si può far risalire al periodo degli Achemenidi nel VI secolo a.C. ne sarebbero prova le iscrizioni di Dario (regno: 521–486 a.C.) nonché quelle di Serse (regno: 486-465 a.C.) rinvenute a Persepoli e scritte in lingua antico farsī (antico persiano), un dialetto iranico meridionale, con contenuti di chiara ispirazione zoroastriana". Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 212.162.96.163 (discussioni · contributi) 15:53, 26 feb 2012 (CET).[rispondi]