Diocesi di Salde

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Salde
Sede vescovile titolare
Salditana
Chiesa latina
Vescovo titolareSimiao Purificaçao Fernandes
IstituitaXVIII secolo
StatoAlgeria
Diocesi soppressa di Salde
Dioecesis Salditana seu Saldicensis
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Salde (in latino Dioecesis Salditana seu Saldicensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Salde, corrispondente alla città di Bijaya nell'odierna Algeria, è un'antica sede episcopale della provincia romana della Mauritania Sitifense. Dopo la conquista araba, la città assunse il nome di Bugia, da cui l'odierno nome di Bijaya, per essere stato un importante centro di produzione di piccole candele, chiamate appunto bugie.

In antichità è documentato un solo vescovo di Salde, Pascasio, il cui nome appare al 41º posto nella lista dei vescovi della Mauritania Sitifense convocati a Cartagine dal re vandalo Unerico nel 484; Pascasio, come tutti gli altri vescovi cattolici africani, fu condannato all'esilio.[1] La sede di Bugia è ricordata ancora nell'XI secolo in una lettera di papa Gregorio VII clero et populo Buzee, dove si fa menzione della consacrazione nel 1076 dell'arcivescovo Servando.

Dal XVIII secolo Salde è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 6 aprile 2024 il vescovo titolare è Simiao Purificaçao Fernandes, vescovo ausiliare di Goa e Damão.

In passato è esistita anche la sede titolare di Bugia, soppressa nel corso dell'Ottocento.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi residenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Pascasio † (menzionato nel 484)
  • Servando † (menzionato nel 1076)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 825, Pascasius 12.
  2. ^ Così Catholic Hierarchy; secondo Konrad Eubel appartiene alla diocesi di Salona.
  3. ^ Annuario Pontificio 1840, p. 185 (Madras), segnala come data di istituzione il 23 aprile.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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