Diocesi di Cedie

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Cedie
Sede vescovile titolare
Dioecesis Cediensis
Chiesa latina
Vescovo titolareWojciech Tomasz Osial
Istituita1933
StatoAlgeria
Diocesi soppressa di Cedie
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Cedie (in latino: Dioecesis Cediensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cedie, identificabile con Oum-Kif nell'odierna Algeria, è un'antica sede episcopale della provincia romana di Numidia.

L'esistenza di una comunità cristiana e di un vescovato a Cedie sono attestati a partire dal vescovo Secondino, che prese parte al concilio di Cartagine convocato il 1º settembre 256 da san Cipriano per discutere della questione relativa alla validità del battesimo amministrato dagli eretici, e figura all'11º posto nelle Sententiae episcoporum.[1] Secondino morì martire a Cirta nel 259, come ricorda il martirologio romano alla data del 4 maggio.[2] Francesco Lanzoni è del parere che Secondino corrisponderebbe all'omonimo santo venerato in molti luoghi dell'Italia meridionale, assieme a Casto.[3]

In seguito Cedie divenne un centro donatista, come attestato dalla conferenza di Cartagine del 411, che vide riuniti assieme i vescovi cattolici e donatisti dell'Africa; a questa riunione fu presente il vescovo Forte, senza competitore cattolico.[4]

Gli scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di una basilica, probabilmente donatista, con numerosi sarcofagi; su una delle coperture di un sarcofago è stata trovata l'iscrizione di una dedicazione della chiesa alla presenza del vescovo Secundus, di cui tuttavia non si conosce l'epoca d'episcopato.[5]

Dal 1933 Cedie è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 24 dicembre 2015 il vescovo titolare è Wojciech Tomasz Osial, vescovo ausiliare e amministratore apostolico di Łowicz.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi residenti[modifica | modifica wikitesto]

  • San Secondino † (prima del 256 - 259 deceduto)
  • Secondo † (donatista?)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (LA) S. Thasci Caecili Cypriani opera omnia, Recensuit et commentario critico instruxit Guilelmus Hartel, Corpus scriptorum ecclesiasticorum latinorum (CSEL), volumen III, pars I (Praefatio et Libelli), Vindobonae, 1868, p. 442.
  2. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, pp. 375-376. Precedentemente il Vetus Martyrologium Romanum lo ricordava alla data del 29 aprile.
  3. ^ Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. I, Faenza, 1927, pp. 178–179.
  4. ^ (FR) Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, pp. 480-481, Fortis 2.
  5. ^ (FR) Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 1057, [Se]cundus 10.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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