Dieter Harlfinger

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Dieter Harlfinger (Cracovia, 13 marzo 1940) è un filologo, paleografo e codicologo tedesco.

È uno dei massimi paleografi greci e codicologi attivi a cavallo del XX e XXI secolo e un esperto della storia del testo e della fortuna del Corpus Aristotelicum.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Harlfinger ha studiato filologia classica alla Freie Universität di Berlino, specializzandosi in paleografia greca e codicologia. Nel 1970 ha conseguito il dottorato, sotto la guida di Paul Moraux, con una dissertazione dal titolo Die Textgeschichte der pseudo-aristotelischen Schrift peri atomōn grammōn[1] (La storia del testo dello scritto pseudo-aristotelico peri atomōn grammōn).[2] È divenuto poi docente nella stessa università, ottenendo l'abilitazione nel 1976 e divenendo cattedratico nel 1979. Nel 1986 è stato nominato direttore dell'Aristoteles-Archiv. Nel 1990 divenne professore ordinario nell'Università di Amburgo, dove ha insegnato fino al pensionamento nel 2005.

Attività di ricerca[modifica | modifica wikitesto]

Sin dalla tesi di dottorato ha approfondito la storia della scrittura greca, specialmente nel medioevo bizantino e nell'Umanesimo italiano, curando cataloghi di copisti e manoscritti e specializzandosi nella paleografia d'expertise,[3] cioè nell'identificazione e nello studio storico delle caratteristiche scrittorie di singoli personaggi e copisti (anche celebri protagonisti della rinascita del greco nell'Occidente europeo). Con Ernst Gamillscheg e Herbert Hunger[4] ha promosso e curato i tre volumi (al 2021) del Repertorium der Griechischen Kopisten (RGK), catalogo dei copisti greci noti che hanno prodotto i codici delle biblioteche britanniche (volume primo), francesi (volume secondo) e romano-vaticane (volume terzo).[5] Ha inoltre curato una raccolta di tavole di codici greci rinascimentali e una di codici del monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai;[6] assieme alla moglie Johanna, una raccolta di filigrane di manoscritti greci cartacei.[7]

Nell'ambito della corrente di studi iniziata ai tempi del dottorato, cioè la tradizione e la fortuna di Aristotele, Harlfinger condirige i Commentaria in Aristotelem Graeca et Byzantina (CAGB, divisi in Series Academica [CAGB-SA] e Sources and Studies), prosecuzione e aggiornamento dei Commentaria in Aristotelem Graeca pubblicati dalla Reale Accademia Prussiana di Scienze tra il 1882 e il 1909.[8][9]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Die Textgeschichte der pseudo-aristotelischen Schrift Περὶ ἀτόμων γραμμῶν. Ein kodikologisch-kulturgeschichtlicher Beitrag zur Klärung der Überlieferungsverhältnisse im Corpus Aristotelicum, Amsterdam 1971
  • (con Johanna Harlfinger) Wasserzeichen aus griechischen Handschriften, I-II, Berlin 1974-80.
  • Specimina griechischer Kopisten der Renaissance, Bd. 1: Griechen des 15. Jahrhunderts, Berlin 1974
  • "Zür Überlieferungsgeschichte der Metaphysik", in Pierre Aubenque (éd.), Essais sur la Métaphysique d'Aristote, Paris, Vrin 1979, pp. 7-33
  • (con Herbert Hunger ed Ernst Gamillscheg) Repertorium der griechischen Kopisten 800–1600, 3 Teile, Wien 1981-97
    • 1. Teil: Handschriften aus Bibliotheken Grossbritanniens, Wien 1981
    • 2. Teil: Handschriften aus Bibliotheken Frankreichs und Nachträge zu den Bibliotheken Großbritanniens, Wien 1989
    • 3. Teil: Handschriften aus Bibliotheken Roms mit dem Vatikan, Wien 1997
  • Specimina Sinaitica. Die datierten griechischen Handschriften des Katharinen-Klosters auf dem Berge Sinai, 9.–12. Jahrhundert, Berlin 1983

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La tesi è stata in seguito rielaborata in una monografia: Die Textgeschichte der pseudo-Aristotelischen Schrift peri atomōn grammōn. Ein kodikologisch-kulturgeschitlicher Beitrag zur Klärung der Überlieferungsverhältnisse im Corpus Aristotelicum, Amsterdam 1971. (La storia del testo dello scritto pseudo-aristotelico peri atomōn grammōn. Un saggio codicologico e di storia della cultura per la precisazione delle condizioni della trasmissione del Corpus Aristotelicum). Tra le altre cose, Harlfiger identificò numerosissimi copisti che scrissero o postillarono i codici attraverso i quali lo scritto è tramandato; molti di essi all'epoca erano ancora sconosciuti e furono catalogati come "Anonymi", precisando per ognuno un numero progressivo o una caratteristica paleografica particolarmente significativa (p. es. "Anonymus 11"; "Anonymus 30"; "Anonymus κ-β").
  2. ^ Il testo, molto breve (968a-972b Bekker), è stato tradizionalmente attribuito ad Aristotele, ma probabilmente composto da un membro della scuola peripatetica poco prima del secolo II a.C. Si veda Maria Timpanaro Cardini, Pseudo-Aristotele. De lineis insecabilibus, Milano 1970.
  3. ^ Il saggio di Harlfinger, Zu griechischen Kopisten und Schriftstilen des 15. und 16. Jahrunderts, in La paléographie grecque et byzantine, Actes du Colloque International (Paris, 21-25 octobre 1974), Paris 1977, pp. 327-41 è considerato uno dei due punti di partenza fondamentali per questa corrente degli studi paleografici; l'altro è di Paul Canart, Identification et différenciation de mains à l'époque de la Renaissance, in La paléographie (cit.), pp. 363-93. Cf. Stefano Martinelli Tempesta, Per un repertorio dei copisti greci in Ambrosiana, in Federico Gallo (a c. di), Miscellanea Graecolatina, 1 = Ambrosiana Graecolatina, 1, Milano - Roma 2013, p. 103 n. 8.
  4. ^ Il terzo volume è stato condiretto da Paolo Eleuteri dell'Università Ca' Foscari di Venezia.
  5. ^ Impeto primario in tal senso fu Marie Vogel - Victor Gardthausen, Die griechischen Schreiber des Mittelalters und der Renaissance, Leipzig 1909. Un quarto volume, condiretto da Christian Gastgeber e Brigitte Mondrain, è in preparazione. Cf. Martinelli Tempesta, Per un repertorio (cit.), pp. 103s. e la n. 10.
  6. ^ Rispettivamente (cf. elenco delle opere): Specimina griechischer Kopisten, Bd. 1, 1974; Specimina Sinaitica, 1983.
  7. ^ Cf. elenco delle opere, Wasserzeichen, I-II, 1974-80.
  8. ^ (EN) Commentaria in Aristotelem Graeca et Byzantina, su De Gruyter. URL consultato il 18 maggio 2021.
  9. ^ (EN) Commentaria in Aristotelem Graeca et Byzantina – Series Academica, su De Gruyter. URL consultato il 18 maggio 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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