David Levi

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David Levi

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato18 febbraio 1861 –
2 maggio 1880
LegislaturaVIII, XIII
Sito istituzionale

Deputato del Regno di Sardegna
Durata mandato2 aprile 1860 –
17 dicembre 1860
LegislaturaVII
CollegioSant'Angelo Lodigiano
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza, Università di Siena
UniversitàUniversità di Parma e Università di Pisa
ProfessioneAvvocato

David Levi (Chieri, 6 novembre 1816Torino, 24 ottobre 1898) è stato un poeta, patriota e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente a un'agiata famiglia di religione ebraica, nipote di David Emanuel Levi, frequentò il collegio ebraico di Vercelli, in quanto nel Regno di Sardegna ai non cattolici era precluso l'accesso alle scuole pubbliche. Era cugino di Cesare Lombroso. Nel 1836 iniziò gli studi universitari prima all'Università di Parma, poi all'Università di Pisa, dove strinse amicizia con Giuseppe Montanelli, il quale lo introdusse fra l'altro alla conoscenza del Sansimonismo[1]. Nel 1837, a Livorno, fu affiliato alla massoneria. Conseguì infine la laurea in giurisprudenza all'Università di Siena.

Nel 1841 si recò all'estero in esilio volontario: prima a Ginevra, dove conobbe alcuni mazziniani, poi a Lione e infine a Parigi, dove entrò in contatto con numerosi patrioti italiani esuli in Francia, fra cui Giuseppe Ricciardi e Terenzio Mamiani. Si avvicinò inoltre al pensiero utopico socialista. Alla fine del 1842 si recò a Londra, dove incontrò Mazzini, il quale gli affidò alcuni messaggi riguardanti la spedizione dei fratelli Bandiera in Calabria. Dopo il fallimento della spedizione si ritirò per qualche tempo dall'impegno politico attivo, dedicandosi alla poesia: scrisse un canto sulla morte dei fratelli Bandiera e abbozzò Il profeta, il suo capolavoro letterario.

Nel pensiero politico di Levi, a partire dal 1847, si verificò un'inversione di rotta, da posizioni repubblicane e socialiste a posizioni patriottiche e liberaldemocratiche, sintetizzato da Luigi Bulferetti come «il passaggio dal volontarismo socialistico al democraticismo borghese»[2] e da Cantimori come «liberalismo massonico»[3]. Levi rientrò in Piemonte e accettò la dinastia sabauda avvicinandosi alle posizioni della futura "Società Nazionale", pur continuando a trattare negli scritti la questione sociale e l'emancipazione dei ceti popolari. Nel 1859 divenne segretario del Grande Oriente Italiano, la massoneria fondata quell'anno a Torino come fiancheggiatrice della Società Nazionale, e stilò un programma secondo il quale compito della massoneria era la realizzazione di riforme sociali e politiche di carattere progressista[4]. Sedette al Parlamento sui banchi della Sinistra dal 1860 al 1880, tranne il periodo della IX legislatura (dal 1865 al 1867). Difensore dei diritti delle minoranze religiose nei confronti della Chiesa cattolica, nel 1869, in concomitanza con l'apertura del Concilio Vaticano I, fu con Giuseppe Ricciardi uno degli organizzatori dell'Anticoncilio di Napoli.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • David Levi, Il profeta, o La passione di un popolo: dramma, Torino: Società tipografica editrice, 1866 (on-line)
  • David Levi, Questione romana. Democrazia e papismo, Milano: Presso Levino Robecchi, 1863 (on-line)
  • David Levi, Lo Stato in Italia, Roma: Stab. Civelli, 1878
  • David Levi, Ausonia, Vita d'Azione (dal 1848 al 1870), Loescher, Torino, 1882
  • David Levi, La mente di Michelangelo, Milano: G. Bringola di G. Ottino e C., 1883
  • David Levi, Giordano Bruno, o La religione del pensiero : l'uomo, l'apostolo e il martire, Torino: libreria-editrice Carlo Triverio, 1887

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Renato Treves, La dottrina sansimoniana nel pensiero italiano del Risorgimento, Torino : Giappichelli, 1973
  2. ^ Luigi Bulferetti, «Un utopista ebreo: D. Levi». In: Luigi Bulferetti (a cura di), Socialismo risorgimentale, Torino : G. Einaudi, 1949, p. 95
  3. ^ Delio Cantimori, Note su utopisti e riformatori sociali, VI, Un sansimoniano italiano. Dadiv Levi dal socialismo al liberalismo massonico, Socialismo, (1947), III:pp. 37-41
  4. ^ Marco Novarino, All'Oriente di Torino : la rinascita della massoneria italiana tra modernismo cavouriano e rivoluzionarismo garibaldino; prefazione di Augusto Comba. Firenze : Libreria Chiari, 2003, ISBN 88-877-7436-6

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fulvio Conti, LEVI, David, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 64, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005. URL consultato il 13 agosto 2017. Modifica su Wikidata
  • Vindice, Giulio, La vita e le opere di David Levi, Firenze: Tipografia di G. Barbera, 1889
  • Isidore L. Singer, Frederick T. Haneman, «Levi, David». In: Jewish Encyclopedia, New York; London: Funk and Wagnalls Company, Vol. VIII (Leon-Moravia), 1904 (on-line) (EN)
  • Arian Levi Giorgina, Disegni Giulio, prefazione di Guido Neppi Modona, "Fuori dal ghetto, il 1848 degli ebrei", Editori Riuniti, 1998
  • Bulferetti Luigi, "Socialismo risorgimentale", Einaudi, 1949
  • Treves Sergio, "Gli Ebrei a Chieri", Chieri, 1974
  • Jemolo Carlo Arturo, " Gli Ebrei piemontesi e il ghetto intorno al 1835-1840", atti dell'Accademia delle Scienze di Torino, 1952
  • Carpi Leone, " David Levi". Estratto da "Il Risorgimento italiano. Biografia storico-politica d'illustri italiani contemporanei", vol. III, Milano s.d, pp. 329–337

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