Corte delle Piacentine

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Corte delle Piacentine
Foto aerea della corte vista da est
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàRoncole Verdi
IndirizzoStrada Piacentine, 112
Coordinate44°57′05.22″N 10°05′46.26″E / 44.951451°N 10.096182°E44.951451; 10.096182
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1820 - 1834
Stileneoclassico
Usoazienda agricola e agriturismo
Realizzazione
ArchitettoLuigi Voghera
CommittenteGiovanni Vidoni de Soresina

La corte della Piacentine è una corte rurale neoclassica, situata in strada Piacentine 112 a Roncole Verdi, frazione di Busseto in provincia di Parma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'enorme struttura fu costruita al centro di una tenuta di circa 700 ettari per volere del principe Giovanni Vidoni de Soresina; il progetto fu affidato all'architetto cremonese Luigi Voghera, che previde la realizzazione di tre grandi corti affiancate, circondate da edifici destinati non solo agli usi agricoli e alle abitazioni di un centinaio di lavoratori, ma anche a tutte le altre attività che potessero garantire l'autosufficienza del complesso.[1]

I lavori furono avviati nel 1820, a partire dalla corte centrale; furono realizzate le ali est, nord e parte della ovest e fu inoltre iniziata la costruzione dell'ala sud con monumentale facciata in stile palladiano, ma nel 1834 il cantiere fu interrotto e non fu più ripreso.[2]

Nel 1975 il grande complesso, acquistato da tempo dalla famiglia Bossi Bocchi, fu scelto come location del film Novecento di Bernardo Bertolucci, che vi lavorò per oltre un anno;[3] nel 1979 lo stesso regista tornò nell'edificio per dirigervi alcune scene del film La luna.[4]

Intorno al 2000 la grande corte fu in parte restaurata e una porzione di essa fu destinata, oltre che ad azienda agricola, ad agriturismo.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Facciata dell'ala sud
Ala est

La grande corte si sviluppa intorno a una vasta aia centrale, nel mezzo pavimentata in cotto, di forma rettangolare, cinta su tre lati da un porticato.[2]

Esternamente l'ala sud d'ingresso, nelle intenzioni originarie destinata a residenza padronale ma mai completata, è costituita da un lungo edificio ad uso agricolo a un piano; all'estremità sinistra si erge una torre d'angolo, ove sarebbe dovuto sorgere l'oratorio del complesso;[5] le tre finestre decorate con cornici e fasce marcapiano di quella porzione costituiscono l'unico elemento realizzato della monumentale facciata progettata da Luigi Voghera.[2]

All'interno, l'ala sud è caratterizzata dalla presenza di un porticato ad arcate a sesto ribassato rette da pilastri in mattoni, specularmente all'ala nord, ove si trovano le stalle sormontate dai fienili; queste ultime si sviluppano su grandi e luminosi ambienti, coperti da serie di volte a vela rette da colonne con capitelli in pietra del XV secolo, che vi furono traslate dal convento dei Serviti di Soragna, demolito verso il 1818.[2]

L'ala est della corte vista dal porticato dell'ala sud
Ala ovest della corte

La simmetrica ala est, completata per prima, è costituita da un corpo centrale di tre piani, destinato ad abitazione del fattore, e da due ali laterali di due piani oltre a sottotetto, adibite a residenze degli altri lavoratori. Sia esternamente che internamente nella porzione di mezzo il livello terreno è rivestito in finto bugnato e presenta un portale d'ingresso centrale ad arco a tutto sesto affiancato da due aperture per parte; al piano superiore le cinque finestre sono inquadrate da cornici e coronate da frontoni triangolari; a coronamento delle due facciate si stagliano dei frontoni a scala. All'interno le lunette dell'atrio sono decorate con dipinti a olio su muro rappresentanti vari paesaggi; le due stanze principali del livello superiore sono ornate sui soffitti con raffigurazioni di scene mitologiche.[2]

L'ala ovest, completata solo nel livello terreno e nella parte centrale, è caratterizzata dalla presenza del lungo porticato retto da colonne in laterizio coronate da capitelli dorici; nel mezzo, di fronte alla palazzina del fattore, la "casa del Caciaio e del Vaccaio" si eleva su due piani fuori terra, oltre a sottotetto.[2] Ai lati erano collocati gli altri ambienti agricoli, tra cui il caseificio, i magazzini per la stagionatura del formaggio, le porcilaie e il forno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Zambelli, pp. 44-45.
  2. ^ a b c d e f Chiese_Palazzi, su immac.it. URL consultato il 13 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2016).
  3. ^ Sul set dove nacque Novecento (PDF), su immac.it. URL consultato il 13 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2018).
  4. ^ Dizionario del Turismo Cinematografico: Corte delle Piacentine, su filmtv.it. URL consultato il 13 marzo 2018.
  5. ^ Molossi, pp. 460-461.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
  • Cinzia Zambelli, Alla Corte degli Angeli - agriturismo e non solo (PDF), in Agricoltura, n. 12, Bologna, Regione Emilia-Romagna, dicembre 2016, pp. 43-45. URL consultato il 13 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2017).

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