Claire Roman

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Claire Chambaud, sposata Roman (25 marzo 1906Aude, 8 agosto 1941) è stata un'aviatrice, infermiera e paracadutista francese.

Claire Roman
NascitaMulhouse Francia, 25 marzo 1906
Morte1942
Dati militari
Paese servitoFrancia
Forza armataArmée de l'air
CorpoCroce Rossa / IPSA (inverno 1939-1940), FAFL (1938-1942)
SpecialitàTrasporto / Caccia
Anni di servizio1939-1943
GradoTenente
GuerreSeconda guerra mondiale
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Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Provenienza, formazione e matrimonio (1906-1932)[modifica | modifica wikitesto]

Proveniente da una famiglia benestante, finì il liceo già a sedici anni, dopo di che i genitori la mandarono in Inghilterra per imparare la lingua. Una volta tornata in Francia, si iscrisse alla facoltà di Filosofia alla Sorbona e diede gli esami per diventare infermiera. Viaggiò molto con il padre fuori dai confini europei.

Nel 1929 sposò Serge Roman, ufficiale di fanteria nella prima guerra mondiale, decorato con la croce di guerra ma affetto da una grave depressione che culminò con il suicidio il 22 marzo del 1932.[1][2]

Pilota da record e istruttrice dell'Aeroclub dell'IPSA (1933-1937)[modifica | modifica wikitesto]

In seguito al suicidio del marito, Claire Roman aderì alla Croce Rossa Internazionale e prestò servizio come volontaria in Marocco, durante la guerra del Rif.[3] Nello stesso periodo prese lezioni di volo e ottenne il brevetto di volo turistico di primo livello[4] come pilota da turismo il 26 novembre 1932[5]. In forma privata, trasportava aerei requisiti durante la guerra[3], Nel 1933 ebbe l'incarico di volare a Parigi con un Caudron. Fu quella l'occasione che le fece decidere di tornare a Parigi.

Dopo essersi iscritta all'aeroclub Roland-Garros di Orly, ed essersi esercitata nel pilotare diversi aerei, ed aver trascorso un periodo in Inghilterra a praticare il volo notturno, iniziò a gareggiare.

Nel 1935 arrivò seconda alla Coppa Boucher,[6] vinta da Maryse Hilsz.

Nonostante l'impegno di aviatrice, la Roman non abbandonò la Croce Rossa per la quale esercitò come volontaria la funzione di istruttrice.[7] Una delle sue imprese più memorabili fu il raid da Parigi a Pondicherry (allora fancente parte delle Indie francesi) compiuto su un Salmson Phrygane[8] con partenza dall'aeroporto di Le Bourget il 22 aprile 1937[9][10] insieme ad Alix Lucas-Naudin. Durante il viaggio ci furono vari scali, riportati dalla stampa dell'epoca[11][12] tra cui un atterraggio all'aeroporto militare "interdit", proibito, di Foggia. Su un giornale dell'epoca, la Naudin racconta la vicenda, definendo i militari di Foggia les amis italiens, gli amici italiani.[13]

La Roman raggiunse una serie di record nell'arco di pochi mesi, tra cui record di altitudine e di velocità

  • Record femminile di altitudine (2801 metri) 21 ottobre 1937
  • Record femminile di altitudine su aereo monoposto (6241 m) 5 novembre 1937.
  • Record femminile di altitudine su aereo a più posti (5343 m) con Alix Lucas-Naudin 10 novembre 1937.
  • Record femminile di altitudine (6421 metri) 9 dicembre 1937,
  • Record femminile di altitudine (6782 metri) 30 dicembre 1937.
  • Record di velocità sui 2000 km (velocità media 245 km/h) 30 dicembre 1937[3][5][14]

Pilota militare durante la seconda guerra mondiale (1939-1940)[modifica | modifica wikitesto]

Tra le prime quattro pilote arruolatesi volontarie nel settembre del 1939 Claire Roman è oggi ricordata come la prima pilota militare francese[15] ad aver prestato servizio in prima linea; facendo missioni di trasporto aereo, il 18 giugno del 1940 venne catturata dai tedeschi nei pressi di Bordeaux, dove era andata con dei compagni per recuperare degli aerei ma purtroppo, quando la Roman e i compagni arrivarono, i Tedeschi erano già sul posto e fu catturata[3] ma riuscì a evadere[16][17] fuggendo prima con una bicicletta fino a Escoublac e poi con un North da addestramento[5] incustodito.[3] Per questa azione venne decorata con la Croce di guerra[18] e fu promossa tenente.[19]

L'8 agosto 1941[20][21], Roman trovò la morte mentre si recava da Vichy a Pau, per raggiungere la madre malata[22] a bordo di un Caudron 444, nella nebbia l'aereo si schiantò contro la cima di una montagna.[23]

Il Chigago Tribune del 9 agosto 1941 annunciò che Claire Roman, nota aviatrice francese, era morta,[24] I resti dell'aereo sono stati ritrovati nel giugno del 2016, sono stati analizzati ed oggi sono visibili[25] presso il Musée Aeroscopia di Blagnac[26].

Di lei disse il suo superiore, il capitano Leleu: "Faceva il mestiere di un uomo meglio di un uomo, ma con le sue virtù di donna; si prendeva cura dei compagni, li aiutava (...) Per tutti era una madre, una sorella".[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croix de guerre 1939-1945[27] - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ LES PIONNIERS DE L'AVIATION - CLAIRE ROMAN - Air France - une Histoire d'Amour, 18 gennaio 2016. URL consultato il 7 settembre 2017.
  2. ^ Marck, Bernard., Passionnés de l'air petite histoire de l'aviation légère, Arthaud, 2009, ISBN 2081273853, OCLC 937872255.
  3. ^ a b c d e f Suzy Mathis, C'etait un copain, in Aviation française, [s.n.], 13 marzo 1946, p. non presente. URL consultato l'8 settembre 2017.
  4. ^ (brevetto numero 1328 conseguito il 26 novembre 1932)
  5. ^ a b c L'Air : revue mensuelle : organe de la Ligue nationale populaire de l'aviation, [s.n.], 1943-03. URL consultato il 24 settembre 2017.
  6. ^ Copia archiviata, su aerochris.blogs.sudouest.fr. URL consultato il 13 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016).
  7. ^ L'Art Vivant, 1936, p. 5
  8. ^ Paris-soir, s.n., 23 aprile 1937. URL consultato il 9 settembre 2017.
  9. ^ Figaro : journal non politique, Figaro, 23 aprile 1937. URL consultato l'8 settembre 2017.
  10. ^ Figaro : journal non politique, Figaro, 5 giugno 1937. URL consultato il 9 settembre 2017.
  11. ^ (FR) Parti social français - Le Petit journal, 27 aprile 1937, p. V. URL consultato il 9 settembre 2017.
  12. ^ (FR) Ce soir : grand quotidien d'information indépendant / directeur Louis Aragon ; directeur Jean Richard Bloch, 30 aprile 1937, p. 4. URL consultato il 9 settembre 2017.
  13. ^ Alix Lucas-Naudin, Union des femmes de France - Bollettino mensile, [s. n.], 1938-01. URL consultato l'8 settembre 2017.
  14. ^ LES PIONNIERS DE L'AVIATION - CLAIRE ROMAN - Air France - une Histoire d'Amour, 18 gennaio 2016. URL consultato il 24 settembre 2017.
  15. ^ Sian Reynolds, France Between the Wars: Gender and Politics, 2001, p. 81
  16. ^ (FR) Bernard Marck, Passionnés de l’air. Petite histoire de l’aviation légère, Arthaud, 22 agosto 2011, ISBN 9782081273856. URL consultato il 7 settembre 2017.
  17. ^ Aviation française, [s.n.], 13 marzo 1946. URL consultato il 7 settembre 2017.
  18. ^ (FR) Le Petit journal - Parti social français, [s.n.], 15 luglio 1940. URL consultato il 9 settembre 2017.
  19. ^ Journal officiel de la République française. Édition des lois et décrets, 1940
  20. ^ Spokane Daily Chronicle - Ricerca Archivio di Google News, su news.google.com. URL consultato il 20 ottobre 2017.
  21. ^ (FR) Le Matin : derniers télégrammes de la nuit, 9 agosto 1941, p. 3. URL consultato il 9 settembre 2017.
  22. ^ (FR) L'Air : revue mensuelle : organe de la Ligue nationale populaire de l'aviation, 1944-02. URL consultato il 9 settembre 2017.
  23. ^ (FR) Les fans de l'aviation, su pressreader.com, 2 agosto 2017. URL consultato il 9 settembre 2017.
  24. ^ Chicago Tribune, 9 agosto 1941
  25. ^ (FR) L'histoire de la pilote Claire Roman revit à travers les vestiges d'un avion, in ladepeche.fr. URL consultato il 7 settembre 2017.
  26. ^ La redécouverte de l’une des plus grandes femmes pilotes des années 30 : Claire Roman , www.musee-aeroscopia.fr Archiviato il 15 settembre 2017 in Internet Archive.
  27. ^ Aero revue: Schweizer Aero-Revue. Aéro-revue suisse, Volume 19, pag. 27, anno 1944, Google books

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roland Tessier, Femmes de l'air, 1948.
  • Marie-Madeleine Fourcade, L'Arche de Noé: réscau Alliance 1949-1945, Volume 1, Fayard, 1968.
  • James Dunning, When Shall Their Glory Fade: The Stories of the Thirty-Eight Battle Honours, 2002.
  • William Seymour, British Special Forces: The Story of Britain's Undercover Soldiers, 2006.
  • Michel Klen, Femmes de guerre: une histoire millénaire, Ellipses, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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