Cima (famiglia bergamasca)
Cima è stata un'importante famiglia di Bergamo i cui personaggi principali si dedicarono all'arte della pittura e della musica. La famiglia ha origine dai nobili marchigiani; è documentata la presenza sul territorio bergamasco dal 1630, proveniente dal ramo della famiglia presente sul territorio milanese dal Cinquecento.
Origini[modifica | modifica wikitesto]
Il documento che cita l'origine del ramo della famiglia Cima poi a Milano è del 20 maggio 1539 quando i Cima vengono citati nella bolla pontificia di papa Paolo III. Un ulteriore documento conferma Masio De Cima di Cingoli, condottiero di ventura a servizio di Renzo degli Anguillara che combatteva a favore dello Stato Pontificio e di Venezia[1] e i suoi figli Durastante, Semiduzigo e Stefano immuni e esentati dal pagamento di tasse e dazi per loro e tutti i componenti ed eredi della famiglia grazie ai servizi dati al papato.[2]
Tra i personaggi della famiglia Cima di Milano serve nominare Cesare Cima di Milano che ebbe molte cariche militari: nel 1813 fu capitano dei Dragoni della Guardia Reale di Napoleone I, nel 1818 risulta essere colonnello a Vienna nell'Imperiale Regio dei Dragoni, nonché nel 1852 cavaliere all'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro al servizio di Vittorio Emanuele II di Savoia.[2] Cesare si dichiarava nobile come da documento che dichiara che nel Seicento la famiglia acquisì il titolo nobiliare, tale certificato fu rilasciato nel 1813 dal comune di Ancona a Giuseppe Cima padre di Cesare: nell'anno 1605, 12 aprile, Piero Giacomo Cima da Cingoli cavaliere di San Michele, maestro di camera di papa Leone XI Mario suo fratello e i loro figli dipendenti verranno aggregati a quella nobiltà per essere stata detta famiglia in ogni occasione benemerita di questa verrò. Venne rilasciato diploma nello stesso mese.[2]
Esponenti illustri[modifica | modifica wikitesto]
- Stefano Cima
- terzo figlio di Masio, condottiero di ventura assodato a servizio del pontefice e dei farnese. Quando la famiglia si trovò contro i nobili Silvestri, Stefano Cima, dovette allontanarsi recandosi a Milano dove si mise al servizio degli Sforza. Sposò Chiara Mantegazza, e dalla loro unione, nel 1540 nacque Giovanni Paolo o Giovanni Piero nominato capitano dei cavalli e nel 1599 il nipote Giulio Cesare. Questi pur risiedendo in prossimità della chiesa di San Lorenzo Maggiore a Milano risulta avesse proprietà a Robecca. Ebbe due figli Giovanni Paolo, Andrea entrambi musicisti e Emilia.
- Giovanni Paolo Cima
- Figlio di Giulio Cesare, Giovanni Paolo o Gio Paolo diede inizio al ramo bergamasco della famiglia.[3] Nacque e Milano verso il 1570, sposò Elena, forse indicata a volte come Elena Bianca che gli diede numerosi figli. Nel 1610, fu nominato direttore di musica e organista nella chiesa milanese di San Celso. Con il fratello scrisse numerose opere diventando famoso per essere il primo a considerare la musica non solo adatta al canto o al ballo ma anche a solo scopo strumentale.[4] Tra i suoi figli ci furono Angiola, Giovan Battista che divenne famoso matematico nonché scrittore di musica e che sposò Ottavia Odescalchi, Carlo Antonio, Ottavio Franco e Sebastiano che nel 1630 si recò a Bergamo dove aprì una bottega di pittura.
- Andrea Cima
- Figlio di Giulio Cesare, Andrea fu il suo secondogenito, musicista come il fratello si sposò con Caterina che gli diede quattro figli. Il primogenito Giulio Cesare che divenne notaio e sposò Veronica Castiglioni dei Morazzone, Giovan Battista (1610); Franca Margherita (1613), Paolo (1640).
- Sebastiano Cima
- Sebastiano, figlio di Gio Paolo, dopo aver perso la moglie e il padre durante la peste del 1630, di spostò a Bergamo dove erano aperti molti cantieri importanti, e la morte di molte maestranze poteva dare buona possibilità di lavoro. Sebastiano fu un pittore che lavorò principalmente per la basilica mariana e per altre chiese del territorio orobico.[5] Ebbe sei figli, due morirono infanti, Gio Paolo oltre a lavorare con il padre divenne notaio, Elisabetta Bianca, Giovanni Battista Albano, e Alvise che divenne famoso cartografo e pittore.
- Alvise Cima
- Ultimogenito di Sebastiano, e il più famoso della famiglia, è conosciuto come pittore e cartografo per le sue vedute a volo d'uccello di Bergamo che hanno permesso la ricostruzione topografica della città di Bergamo come era prima della costruzione delle mura venete del 1561-1583. Alvise e la sorella Bianca, che visse con lui tutta la vita, non ebbero figli.
La famiglia Cima trasferitasi a Milano nel Seicento con Alvise finì, ma risultano nei secoli successivi altri personaggi presenti nel territorio di Bergamo a indicare che un nuovo ceppo della famiglia marchigiana si era nuovamente impiantato nel territorio di Bergamo.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Masio Cima, su condottieridiventura.it, Condottieri di ventura. URL consultato il 26 aprile 2020..
- ^ a b c Tosa Rossi, p 10.
- ^ Tosca Rossi, p 8.
- ^ Alberto Basso, Dizionario enciclopedico universale della Musica e dei musicisti. Le biografie, Torino, Utet, 1985, p. 246..
- ^ . Roncalli, La storia antica di Bergamo nelle vedute di Alvise Cima, su ecodibergamo.it, L'Eco di Bergamo. URL consultato il 26 aprile 2020..
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Tosca Rossi, A volo d'uccello Bergamo nelle vedute di Alvise Cima, Litostampa, 2012, ISBN 978-88-900957-7-1.
- Simonetta Cappa, Il Seicento a Bergamo, 1987.