Chiesa di San Pietro ai Cappuccini

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Chiesa di San Pietro ai Cappucini
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàRomano di Lombardia
Indirizzovia Cappuccini
Coordinate45°31′48.12″N 9°45′08.48″E / 45.530032°N 9.752355°E45.530032; 9.752355
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
Titolaresan Pietro
Diocesi Bergamo
Consacrazione1578
Inizio costruzione1577

La chiesa di San Pietro è un luogo di culto cattolico, di Romano di Lombardia, ed è sussidiario della parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Giacomo.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

«[…] un oratorio campestre dedicato al principe degli Apostoli, del quale trovasi fatta menzione fino dal 1165 col titolo di San Pietro in Monduno»

Una chiesa dedicata a san Pietro in Monduno è indicata come presente in aperta campagna fin dal 1165.[2] Nuovamente inserita negli atti della visita pastorale dell'arcivescovo di Milano san Carlo Borromeo nell'autunno del 1575.

«Ecclesiae compestri S. Petri dirutae soli parientes apparent […] delle pareti della chiesa campestre di S: pietro restano evidenti solo i muri; questa chiesa venga restaurata in modo che non vada in rovina e questo grazie al denaro sborsato dai titolari dei chiericati che in essa hanno sede […] il tetto sia riparto al più presto»

La chiesa si presentava molto ammalorata anche se vi si recitavano le funzioni, fu quindi imposto dall'arcivescovo il restauro. Ma due anni dopo la chiesa fu distrutta e sostituita con una nuova e con il convento dei frati cappuccini. Il nuovo tempio fu consacrato l'anno successivo dal vescovo di Bergamo Gerolamo Ragazzoni.[3] Tra i frati presenti visse alcuni anni nel convento frate Celestino Colleoni, che risulta essere presente all'atto di posa della prima pietra della nuova chiesa del 9 ottobre 1577.[4]

«In nomine Domini a perpetua memoria si fa notto er manifesti come la Coità nostra di Rumano proposi così ispirati dal sig.r Iddio di fabbricar et costruire un monasterio de R.di padri Capuzini, si come più largamente è scritto nei libri di essa Coità nel ter.o nostro nil loco de S.to Pietro da Monduno dpve alla presinza […]sig, r Thomas Sperandeo meritissimo ep.o di trau et priposito et Conte di Gisalba Dig.mo con la au.tà del R.do Monsignor Vicario epicopali […] et tutto il populo et molti forestieri accompagnarono esso R.mo a questa soleni benedictioni di petra […] Addì 9 ottobre 1577»

L'8 giugno 1646 il Serio esondò e allagò i locali del convento danneggiandolo. Nel Settecento fu luogo di ricovero per i soldati spagnoli e l'8 giugno 1798 durante l'occupazione francese, fu chiusa prima la biblioteca, e il 23 giugno fu soppresso il convento con decreto del governo francese.[5]Per alcuni anni grazie al padre Antonio di Albino essendo dichiarato di ragione privata restò aperto ma con decreto del 25 aprile 1810 i cappuccini dovettero lasciare definitivamente il convento nel numero di otto religiosi e cinque laici, obbligati ad abbandonare anche l'abito religioso, solo padre guardiano Gianbattista da Cologno resistette per qualche tempo dovette poi desistere e lasciare definitivamente il convento. Nell'area del convento vi era anche il cimitero dei frati, rimane a ricordo la lastra tombale dell'abate poeta e letterato Giovanni Crisogono Marenzi morto nel 1797.

La chiesa di San Pietro nel 1810 fu aggregata alla parrocchiale di Romano, mentre la proprietà dei locali del convento, fu messa in vendita e acquistata da Alfonso Felice Mottini il 27 giugno 1811, l'intento dell'acquirente era lasciare i locali a disposizione del ginnasio anche se divenne ospitale Provvisionale nel 1817. Non avendo eredi diretti, alla morte del Mottini divenne erede il suo servo Luigi Masneri che affidò i locali ai chierici Regolari Somaschi. Molteplici furono poi i passaggi di proprietà. Nel 1849 divenne di proprietà dell'orfanotrofio Mottini, aperto alle bambine povere e senza i genitori.[4] L'area della chiesa e del convento era inserita in una zona chiusa da un alto muro edificato nel 1591, con piccole absidi affrescate, pitture poi perse, i lavori effettuati nel Novecento hanno variato l'antica conformazione. Con la costruzione della nuova chiesa di San Pietro nel Novecento, quella antica divenne parrocchiale provvisoria con decreto del 14 luglio 1972 del vescovo Clemente Gaddi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio dal classico orientamento liturgico con abside a est, è preceduto dal sagrato che un tempo era il luogo di incontro dei pellegrini. Il fronte principale a capanna è intonacato e dipinto con il portale posto centralmente con paraste che reggono il timpano spezzato in laterizio. Superiore un piccolo rosone con contorno sempre in laterizio atto a illuminare l'aula. La parte ha un'alta zoccolatura.[1]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno a pianta rettangolare è a navata unica divisa da archi a sesto acuto in quattro campate e presenta decori risalenti a 1935. Gli archi reggono il tetto con travi a vista. Sulla controfacciata sono presenti due epigrafi poste a ricordo dell'atto di consacrazione del 9 aprile 1637 a sinistra, mentre sul lato destro il restauro effettuato nel Novecento a cura dell'orfanotrofio. La cappella dedicata a sant'Antonio di Padova è posta sul lato destro dell'aula mentre corrispondente vi è una finestra. Un'ulteriore apertura è posta nella terza campata. I dipinti raffiguranti san Pietro e il Sacro Cuore sono ospitati nella quarta campata.[1]

La zona presbiterale, anticipata dall'arco trionfale, dove sono poste in due nicchie le statue di san Pietro e della Madonna, è di misura inferiore rispetto all'aula e rialzata da due gradini. La parte ha copertura da volta a crociera e termina con la parete liscia, dove si conserva la tela cinquecentesca Madonna con Bambino e santi Pietro, Francesco e santa Caterina della Ruota di Domenico Vinotti, e la tela settecentesca di autore ignoto Gesù, in un coro d'angeli appare a san Francesco posta come pala della cappella di sant'Antonio di Padova.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Chiesa di San Pietro ai Cappuccini <Romano di Lombardia>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 4 marzo 2021.
  2. ^ Bruschi p.20.
  3. ^ Cassinelli, p 271.
  4. ^ a b Silvia Carminati, Bello e ameno borgo, BCC, 2016ti.
  5. ^ Cassinelli, p 272.
  6. ^ Cassinelli, p 276.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bruno Cassinelli, Antonio Maltempi, Mario Pozzoni, ...a una chiesa catedral granda sopra la plaza..., Romano di Lombardia, Comunità parrocchiale, 1975.
  • Bruschi, G Casadio Strozzi, Il convento dei frati cappuccini e la chiesa di S. Pietro Apostolo in Romano, BCC, 2004.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]