Charles Plumet

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Palazzo costruito a Parigi nel 1901, ex accesso al Museo Dapper

Charles Plumet (Cirey-sur-Vezouze, 17 maggio 1861Parigi, 15 aprile 1928) è stato un architetto, decoratore e ceramista francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Toeletta con sedia Charles Plumet (1896)

Charles Plumet è, con Tony Selmersheim, uno dei fondatori nel 1896 del 'Gruppo dei cinque' assieme, tra gli altri, ad Alexandre Charpentier, poi divenuto 'L'Art dans Tout', e che ha contribuito allo sviluppo del movimento rinnovatore chiamato Art Nouveau.[1][2][3][4]

Ceramista e decoratore, allestì numerosi negozi a Parigi, consegnò ville private e creò diversi condomini.

Nel 1925 fu nominato capo architetto della mostra Arti Decorative, dove non sempre le sue idee concordarono con quelle di Le Corbusier.[5][3]

È stato a lungo considerato il leader dell'Art Nouveau parigina.[6]

Nominato Cavaliere della Legion d'onore nel 1900, venne promosso ufficiale nel 1912, e infine comandante nel 1926.

L'Art Nouveau influenzò notevolmente le opere di Plumet nei primi decenni del Novecento, in particolar modo la casa dell'Avenue Victor Hugo al numero 39,[3] nella quale l'architetto cercò di coniugare la semplicità delle linee con elementi decorativi scolpiti.[2]

Tra le altre sue opere significative si possono menzionare la Cour des métiers e le torri presentate in occasione dell'esposizione internazionale di Arti decorative parigine nel 1925, che rispettarono sempre il suo stile innovativo,[2][3] che non apprezzava molto l'architettura ispirata al paesaggio.[7]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • 36, rue de Tocqueville, Parigi (1897);
  • 39, avenue Victor Hugo, Parigi (1905);
  • 50, avenue Victor Hugo, Parigi (1901). Il Dapper Museum era nel cortile;
  • 21, rue Octave-Feuillet, Parigi (1908);
  • 31-33, rue du Louvre, Maison Reifenberg e Cie (1914);
  • 10, rue d'Aboukir, Maison Reifenberg e Cie a Parigi (1914). Officine, uffici e negozi di tessuti;
  • 3-7 rue Raffet, Parigi (1929).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Le groupe de "L"art dans tout" (1896-1901) : un art nouveau au seuil du XXe siècle, su worldcat.org. URL consultato il 26 febbraio 2022.
  2. ^ a b c Plumet, Charles, in le muse, IX, Novara, De Agostini, 1967, pp. 230-231.
  3. ^ a b c d Charles Plumet, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 23 febbraio 2022.
  4. ^ Plumet, Charles, su sapere.it. URL consultato il 26 febbraio 2022.
  5. ^ (EN) Charles Plumet, su wikiwand.com. URL consultato il 26 febbraio 2022.
  6. ^ (FR) François Loyer, Histoire de l'architecture française. De la Révolution à nos jours, Parigi, Éditions du Patrimoine, 2006.
  7. ^ (EN) Charles Plumet (1861 – 1928) French architect, decorator and ceramicist, su encyclopedia.design. URL consultato il 14 febbraio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Renato De Fusco, Mille anni d'architettura in Europa, Bari, Editori Laterza, 1999.
  • P. De Vecchi e E. Cerchiari, I tempi dell'arte, Milano, Bompiani, 1999.
  • (FR) Rossella Froissart-Pezone, Charles Plumet (1861-1928), Tony Selmersheim (1871-1971) et l'Art dans Tout : un mobilier rationnel pour un "art social", in Bulletin de la Société de l'histoire de l'art français, 2001, pp. 351-387.
  • (FR) Alix de La Chapelle, Un Art Nouveau pour le peuple. De l'Art dans tout à l'art pour tous, in Histoire de l'Art - Architecture, n. 31, ottobre 1995, pp. 59-69.
  • Nikolaus Pevsner, Storia dell'architettura europea, Bari, Editori Laterza, 1998.
  • Nikolaus Pevsner, John Fleming e Hugh Honour, Dizionario di architettura, Torino, Einaudi, 2005.
  • David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Bologna, Editori Laterza, 1990.

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