Carlo Tosi

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Carlo Tosi
NascitaBusto Arsizio, 10 luglio 1894
MorteCourmayeur, 21 agosto 1956
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
GradoCapitano pilota
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautica[1]
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Carlo Tosi (Busto Arsizio, 10 luglio 1894Courmayeur, 21 agosto 1956) è stato un ufficiale, aviatore e avvocato italiano, particolarmente distintosi nel corso della prima guerra mondiale dove fu decorato con tre Medaglie d'argento e una di bronzo al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Busto Arsizio il 10 luglio 1894, in una delle famiglie più note della città.[1] Compì gli studi nella sua città natale, a Milano e a Pavia, laureandosi in legge con specializzazione civile e commerciale.[2] Fu arruolato nel Regio Esercito per svolgere il servizio militare obbligatorio, frequentò i Corsi presso la Scuola allievi ufficiali di Modena da cui uscì con il grado di sottotenente di complemento, assegnato all'arma di fanteria in forza al 135º Reggimento fanteria. Lo scoppio delle ostilità con l'Impero austro-ungarico, avvenuto il 25 maggio 1915, lo trovò schierato al fronte.[2]

Appassionatosi al mondo dell'aviazione fu trasferito al Battaglione Aviatori per essere mandato alla Scuola di volo di Pau, in Francia, dove ottenne il brevetto di pilota militare.[1] Rientrato in Patria nella primavera 1917, dal 10 aprile prese servizio nella 21ª Squadriglia di stanza sul campo d'aviazione di Campoformido, equipaggiata con i Savoia-Pomilio SP.2 e SP.3.[2] Il 28 settembre rimase ferito ad un braccio in combattimento, e verso la fine dell'anno risultava insignito di tre Medaglie d'argento al valor militare e un Encomio Solenne.[2] Nel 1918 è trasferito in forza alla 82ª Squadriglia caccia, di stanza sul Campo di aviazione di Gazzo ed equipaggiata con velivoli Hanriot HD.1. Tra il mese di giugno e quallo di luglio partecipò a numerose missioni, abbattendo un aereo nemico il 29 luglio.[2] Per questo fatto fu decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare.[2] Congedatosi al termine del conflitto, ritornò alla vita civile nel suo paese natale esercitando la professione di avvocato.[2] Durante il periodo del fascismo non si occupò mai di politica, ma dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 entrò nel movimento di resistenza.[2] Nel maggio 1944 divenne comandante della Divisione Alto Milanese, venendo arrestato e successivamente liberato. Il 25 aprile 1945 partecipa all'insurrezione generale, ricevendo la resa del presidio militare tedesco di Sacconago.[2]

Dopo la liberazione per il suo antifascismo fu nominato Prefetto di Varese, incarico che mantenne per oltre un anno.[2] Successivamente fu eletto consigliere comunale di Busto Arsizio, ma lasciò la vita pubblica nel corso del 1948 dedicandosi completamente alla sua professione.[2] Nominato Vicepresidente della Società Aeroporto di Busto Arsizio s.p.a. - Aeroporto Intercontinentale della Malpensa, si spegne improvvisamente a Courmayeur il 21 agosto 1956.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota d'aeroplano durante una ricognizione lontana entro le linee nemiche, assalito da un apparecchio da caccia nonostante la superiorità dell'avversario, gli faceva risolutamente fronte per ben quattro volte, finché questo desisté dalla lotta. benché avesse l'apparecchio colpito in più parti, con calma e coraggio mirabile continuava la ricognizione iniziata. Con sprezzo della vita e grande ardire, in mezzo a violento fuoco di artiglieria e fucileria si portava più volte e volontariamente a mitragliare e fotografare le linee avversarie a quota bassissima (da 400 a 600 metri) ed anche in condizioni atmosferiche avverse. Cielo di Dornberg, 12 maggio 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota arditissimo, dotato odi magnifica tenacia ed ardire, in un importante volo sul nemico, colpito da una scheggia di granata che lo feriva in modo grave al braccio destro, persisteva nella ricognizione nonostante l'acutissimo dolore e la difficoltà della manovra permettendo all'osservatore di portare a termine un'importante serie fotografica già iniziata. Impossibilitato quindi a servirsi del braccio destro, atterrava fuori campo con brillante manovra. Cielo di Chiapovano, 28 settembre 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota d'aeroplano in trentatré voli di guerra diede magnifico esempio di calma nel compimento di ogni più pericolosa azione, scendendo spesso a quote bassissime sull'avversario per mitragliarne le masse. Fotografava, senza apparecchio di scorta, zone interne nemiche e volontariamente ripeteva bombardamenti su di esse. Attaccato da velivoli avversari, risolutamente faceva loro fronte, mostrando sempre e dovunque, singolari qualità di ardimento, impareggiabile entusiasmo, indomito valore. Cielo alto e medio Isonzo, maggio-settembre 1917
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota da caccia forte ed audace, in numerosi voli di guerra, anche in condizioni sfavorevoli, portò le pattuglie da lui comandate all'adempimento di ogni più ardito compito affidatogli, mitragliando da bassa quota le truppe nemiche che più volte gli colpirono gravemente l'apparecchio. Il 15 giugno 1918 attaccò un pallone nemico e lo costrinse ad abbassarsi. Il 29 luglio successivo, in difesa di un nostro apparecchio da bombardamento, attaccò velivoli nemici da caccia ed uno ne abbatté costringendo gli altri alla fuga. Bell'esempio di forza, di fede e di coraggio. Cielo del Piave- cielo di Pordenone, giugno- luglio 1918
— Regio Decreto 2 giugno 1921
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Mancini 1936, p. 587.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l Carlo Tosi (PDF), in Aviatori bustocchi, Varese, Macchione editore, pp. 97-99. URL consultato il 21 maggio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Manlio Molfese, L'aviazione da ricognizione italiana durante la grande guerra europea (maggio 1915-novembre-1918), Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1925.