Carlo Reddi

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Carlo Reddi (Novara, 30 maggio 1922[1]Castel San Pietro Terme, 19 aprile 1945) è stato un partigiano italiano, medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Aveva compiuto il servizio di leva come paracadutista e, l'8 settembre 1943, si trovava in Sardegna come sergente della Divisione "Nembo". Quando il suo reparto fu trasferito dall'isola nell'Italia liberata, Reddi entrò a far parte, nel settembre del 1944, del Gruppo di combattimento "Folgore", impegnato a fianco degli Alleati.

Alla vigilia della liberazione di Bologna, il giovane sottufficiale, al comando di una squadra della 6ª Compagnia del II Battaglione, in località Casalecchio dei Conti (frazione di Castel San Pietro Terme) andò all'attacco di una munita postazione tedesca che bloccava la strada verso Grizzana. Con i suoi uomini Reddi riuscì ad espugnarla e, benché ferito, partì subito, da solo, all'attacco di un secondo caposaldo. Morì avvinghiato ad un paracadutista tedesco, che cadde con lui.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Caposquadra, sempre in testa ai suoi uomini, conquistava una postazione tedesca fortemente difesa e, d'impeto, ne assaltava una seconda. Sottoposto a violenta reazione di fuoco che arrestava momentaneamente la prosecuzione dell'attacco, si scagliava da solo con eroica temerarietà contro gli elementi nemici. Benché ferito, raccolte le ultime forze, si slanciava addosso ad un paracadutista tedesco avvinghiandosi a lui. Nella cruenta lotta cadeva mortalmente colpito, trascinando nella sua stessa morte quel nemico a cui con epica grandezza volle ancora ghermire la vittoria nell'estremo anelito della vita terrena. Magnifica figura di combattente freddamente determinata all'estremo sacrificio.»
— Casalecchio de' Conti, 19 aprile 1945[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ biografia, su biografieresistenti.isacem.it. URL consultato il 3 maggio 2021.
  2. ^ Carlo Reddi, su Quirinale.it. URL consultato il 20 novembre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]