Carlo Cattaneo (ammiraglio)

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Carlo Cattaneo
NascitaSant'Anastasia, 6 ottobre 1883
MorteMar Mediterraneo, 29 marzo 1941
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
ArmaRegia Marina
Anni di servizio1906 - 1941
GradoAmmiraglio di divisione
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Punta Stilo
Battaglia di Capo Matapan
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
Dati tratti da Natura e Storia. Simbiosi della batteria di difesa costiera “Ammiraglio Carlo Cattaneo”[1]
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Carlo Cattaneo (Sant'Anastasia, 6 ottobre 1883Mar Mediterraneo, 29 marzo 1941) è stato un ammiraglio italiano, che combatté nella guerra italo-turca e nella prima guerra mondiale meritando diverse decorazioni al valore. Fra le due guerre ebbe incarichi di addetto navale all'estero e presso il Ministero della marina oltre ad alcuni comandi imbarcati. All'inizio della seconda guerra mondiale comandava la III Divisione di incrociatori e partecipò alla battaglia di Punta Stilo. Diventato comandante della I Divisione incrociatori, partecipò, nel marzo del 1941, alla scorreria della flotta italiana nel Mediterraneo Orientale che si concluse con lo scontro notturno di Capo Matapan. In questa circostanza perse la vita insieme alla maggior parte degli equipaggi della sua divisione. Gli venne assegnata la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Sant'Anastasia il 6 ottobre 1883,[1] e dopo aver frequentato la Scuola Militare della Nunziatella di Napoli nel 1902 entrò nella Regia Accademia Navale di Livorno, da cui uscì con il grado di guardiamarina il 4 marzo 1906.[2] Imbarcatosi sulla nave da battaglia Ammiraglio di Saint Bon,[2] nel 1908 prese parte alle operazioni di soccorso alle popolazioni della Sicilia e della Calabria colpite dal terremoto.[2] Promosso sottotenente di vascello tra il 1911 e il 1912 si distinse durante il guerra con l'Impero ottomano al comando[2] di una compagnia da sbarco della corazzata Regina Elena che occupò la città di Tripoli, venendo decorato con una prima Medaglia d'argento al valor militare.[1]

Tenente di vascello nel 1913, durante la prima guerra mondiale comandò dapprima la torpediniera Orsa[1] e poi il cacciatorpediniere Carabiniere, venendo decorato con la Medaglia di bronzo al valor militare.[2]

Nel primo dopoguerra fu promosso capitano di corvetta, ed assunse l'incarico di addetto navale[1] presso l'Ambasciata d'Italia a Costantinopoli,[2]. Venne promosso capitano di fregata[1] nel 1929, mentre prestava servizio presso il Ministero della marina. Comandò nel 1930 quindi la nave appoggio Antonio Pacinotti, unità ammiraglia della Divisione Sommergibili. Ricoprì l'incarico di addetto navale in Romania[N 1] e poi in Jugoslavia, venendo promosso capitano di vascello il 2 agosto 1932.[3] Dal 17 dicembre 1933 al 18 aprile 1935 comandò l'incrociatore leggero Alberto di Giussano. Dal 13 maggio 1935 al 15 ottobre 1936, Cattaneo comandò la Flottiglia Scuola Comando a Taranto.

Venne promosso contrammiraglio il 1º gennaio 1937 e ammiraglio di divisione il 20 maggio 1938.[3]

Dal 21 giugno 1939 al 24 maggio 1940 comandò ad Augusta la Divisione Scuola Comando (2^) con insegna sull'incrociatore Giovanni Delle Bande Nere, composta anche dal Luigi Cadorna, dalla 10ª squadriglia caccia, una flottiglia di torpediniere su 5 squadriglie, una flottiglia di sommergibili su 5 squadriglie e 5 altre navi sussidiarie.

Il 26 maggio 1940 assunse il comando della III Divisione con insegna sull'incrociatore pesante Trento, partecipando, il 9 luglio, alla battaglia di Punta Stilo.[3]

Il 30 agosto 1940 fu designato comandante della VI Divisione con insegna sulla nave da battaglia Duilio appena rientrata in servizio dopo la ricostruzione.[3]

Nel quadro degli avvicendamenti che interessarono gli alti comandi della Regia Marina, il 13 dicembre 1940, a seguito dell'attacco inglese a Taranto e che comportarono la fusione della I e II squadra navale in un'unica squadra, ebbe il comando della I Divisione con insegna sull'incrociatore pesante Zara.[3]

Alla fine di marzo del 1941 partecipò così con le navi da lui comandate all'operazione Gaudo che si concluse con lo scontro notturno di Capo Matapan, nel Mar Mediterraneo, nel quale perse la vita.

Gli venne conferita[2] la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria,[3] e gli venne intitolata una Batteria Costiera[4] della Regia Marina composta da 3 pezzi da 305/42[5] (anche denominata "Opera L") in costruzione nei pressi di Taranto e quasi terminata all'atto dell'armistizio[6] dell'8 settembre 1943.

Nel dopoguerra gli fu intitolata una piazza della sua città natale, e vie a Taranto, Verona e Montevarchi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una divisione navale, che egli aveva istruita, allenata e forgiata con alto intelletto, con paziente amore e con appassionata costanza, alla battaglia di Punta Stilo, essendo in testa alla formazione, con pronta iniziativa e con audace spirito aggressivo affrontava gli incrociatori nemici e con brillante manovra rendeva vani i numerosi attacchi degli aerosiluranti. La notte sul 28 marzo, nel tentativo di sottrarre all’offesa nemica un incrociatore colpito da siluro; assalito improvvisamente da forze navali soverchianti, le affrontava con impavida serenità e con consapevole audacia. Nel breve, durissimo combattimento egli profondeva le sue doti di mente e di cuore quando la nave ammiraglia, squarciata e incendiata, non aveva più possibilità di offesa né speranza di salvezza, riuniva a poppa i superstiti per lanciare sul mare e oltre il mare l’ultimo grido di fede: «Viva l’Italia, Viva il Re, Viva il Duce». Compiuto tutto il suo dovere oltre ogni umana possibilità egli scompariva in mare con la sua nave e con la sua insegna al vento, sicuro che il suo gesto sarebbe stato esempio di quelle alte virtù di dedizione e di passione, che splendono luminosi nel tempo e nella tradizione. Mediterraneo Centrale e Orientale 9 luglio 1940-28 marzo 1941
— Regio Decreto 20 novembre 1941
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Al comando di torpediniere destinata al servizio di scorta e protezione di navi da battaglia manteneva il suo posto di marcia malgrado le avverse condizioni di tempo e rimaneva sotto il fuoco delle batterie costiere della base nemica che le nostre navi tenevano sotto intensa azione di bombardamento, dando prova di serenità e coraggio. Durazzo, 2 ottobre 1918
— Decreto Luogotenenziale 10 aprile 1919
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
« Comandante della 1ª Divisione Incrociatori, mentre con il “Trento” l’8 luglio 1940 conduceva le unità della formazione contro le unità della formazione avversaria, con violento scambio di fuoco, dava ammirevole esempio di serena fermezza e sprezzo del pericolo. Mediterraneo Centrale, 10 giugno 1940 – 29 marzo 1941
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Alla testa di un reparto a Tripoli prese parte a tutte le operazioni durante il mese di ottobre, dimostrando sempre, sotto il fuoco nemico, serenità e coraggio ed originando col suo esempio il magnifico contegno dei suoi dipendenti. Tripoli, ottobre 1911
— Regio Decreto 3 aprile 1913
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In occasione del siluramento della Regia Nave “Garibaldi” con manifesto pericolo della propria vita, è stato negli ultimi a lasciare la nave, coordinando il salvataggio del personale e preoccupandosi della salvezza dell’ammiraglio, dal quale tentò di ritornare incamminandosi verso prora, ciò che però gli fu impedito per l’eccessiva inclinazione della nave. Adriatico, 18 luglio 1915
— Decreto Luogotenenziale 18 maggio 1916
Cavaliere dell'Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— San Rossore, 27 ottobre 1938[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Come capo sezione navale del Danubio risalì il fiume, a bordo della cannoniera Ernesto Giovannini, da Costanza (Mar Nero) a Vienna.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Fulgini 2011, p.47.
  2. ^ a b c d e f g Alberini, Prosperini 2015, p. 134.
  3. ^ a b c d e f Fulgini 2011, p.48.
  4. ^ Fulgini 2011, p.149.
  5. ^ Fulgini 2011, p.150 , originariamente destinati alla difesa costiera di Tobruk.
  6. ^ Fulgini 2011, p.151 , alla data dell'armistizio dell'8 settembre 1943 la batteria risultava tra quelle attive, ed armate dal personale della Milmart.
  7. ^ a b Alberini, Prosperini 2015, p. 133.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2015, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Giuseppe Fioravanzo, La Marina italiana nella seconda guerra mondiale. L'organizzazione della Marina durante il conflitto. Tomo II. Evoluzione organica dal 10-06-1940 all'8-9-1943, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina, 1975.
  • Francesco Fulgini, Natura e Storia. Simbiosi della batteria di difesa costiera “Ammiraglio Carlo Cattaneo”, Roma, Aracne Editrice s.r.l., 2011, ISBN 978-88-548-4253-3.
  • Franco Franco Gay, Incrociatori classe Di Giussano. Parte II, Roma, Edizioni Bizzarri, 1979.
  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta, 1940-1943, Milano, A. Mondadori Editore, 2001.
  • Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, A. Mondadori Editore, 1987.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Bollettino riguardante le navi e gli ufficiali della Regia Marina, in Rivista Marittima, Roma, febbraio 1910.allegato

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