Calcestruzzi Ericina Libera

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Calcestruzzi Ericina Libera
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariasocietà cooperativa
Fondazione2008 a Trapani
Fondata daCooperativa di lavoratori
Sede principaleTrapani
Persone chiave
  • Giacomo Messina, presidente
  • Luigi Miserendino, amministratore giudiziario
  • Luigi Ciotti, fondatore di Libera
  • Fulvio Sodano, prefetto
  • Angelo Toschi, ideatore impianto R.O.S.E.
Settoremateriali da costruzione
Prodotti
Dipendenti13 (2018)
Slogan«Insieme si può»
Sito webwww.calcestruzziericina.it/

Calcestruzzi Ericina Libera Società Cooperativa è un'azienda italiana di materiali da costruzione, fondata nel 2008 dopo la confisca al boss Vincenzo Virga avvenuta nel giugno del 2000. Distribuisce calcestruzzo, aggregati riciclati e manufatti in cemento.

Storia dell'azienda[modifica | modifica wikitesto]

Il percorso della nuova azienda incomincia tra il 1994 ed il 1996 quando, accertato che appartenesse al clan mafioso di Virga, si procedette al sequestro preventivo delle quote societarie ed al successivo arresto dell'allora amministratore aziendale[1]. Il controllo mafioso della Calcestruzzi Ericina srl, con alterne vicende, durò anche dopo il 1994[1] terminando con la confisca definitiva nel giugno del 2000[2], non eliminando risolutivamente ulteriori azioni di boicottaggio per indebolire economicamente l'azienda per una successiva vendita da parte dello Stato.

La possibile svendita fu ostacolata dall'azione del prefetto Fulvio Sodano che s'impegnò[3] particolarmente sull'uso sociale dei beni confiscati stipulando la "Carta degli impegni libera terra Trapani"[4] (26 luglio 2003), documento che velocizza le procedure di requisizione dei beni ai mafiosi riducendone le possibilità d'impoverimento del loro patrimonio.

Il trasferimento di Sodano, avvenuto nel 2003[5], non fermò il travagliato percorso di rigenerazione aziendale che proseguì nel 2004 con l'azione congiunta di Luigi Ciotti[6] e Libera che insieme ai lavoratori coinvolsero la Legacoop, Legambiente e Anpar (Associazione Nazionale Produttori di Aggregati Riciclati) nel pianificare la fondazione dell'attuale Calcestruzzi Ericina Libera società cooperativa[7].

Il piano di ristrutturazione previde la costituzione della cooperativa dei lavoratori nel 2008[8] e nuovo impianto di calcestruzzo e di recupero dei rifiuti provenienti da materiali di costruzione e demolizione (denominato R.O.S.E.[9] Recupero Omogeneizzato Scarti Edilizi) nel 2009. Nello stesso anno arrivò il decreto di destinazione alla cooperativa con l'inaugurazione del nuovo impianto lavorazione inerti[10].

Nel 2010 fu decretata la cessazione della Calcestruzzi Ericina srl e la nascita della Calcestruzzi Ericina Libera, passaggio, quest'ultimo, curato dall'amministratore giudiziario Luigi Miserendino[11] che di fatto contribuì alla sopravvivenza dell'azienda contrastando l'irreversibile crisi che era stata preordinata dalla mafia trapanese[12].

L'anno successivo, come previsto dalla Legge 7 marzo 1996, n. 109 sull'uso sociale dei beni confiscati alle mafie, i beni aziendali della Calcestruzzi Ericina vengono affidati alla cooperativa costituita dai lavoratori dell'azienda.

Servizi e prodotti[modifica | modifica wikitesto]

Nell'area dell'impianto è presente, accanto alle strutture per la produzione di calcestruzzo, un impianto di riciclaggio di inerti denominato R.O.S.E.[13] (acronimo di Recupero Omogeneizzato Scarti Edilizi). L'azienda è predisposta per accogliere i rifiuti inerti provenienti dalle attività di costruzione e demolizione nei cantieri edili e di trasformarli in aggregati riciclati.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel novembre del 2014 l'azienda è stata invitata dalla Commissione Europea - Imprese ed industria a relazionare sullo sviluppo commerciale degli aggregati riciclati in Italia[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Maria Grazia Mazzola, Report RAI - La mafia che non spara, su report.rai.it, 15 gennaio 2005. URL consultato il 20 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2018).
  2. ^ Antimafia: la Calcestruzzi Ericina di Trapani diventa 'Libera', su unimondo.org.
  3. ^ Rino Giacalone, La Calcestruzzi Ericina e la battaglia del prefetto Sodano, su lplnews24.com, 10 marzo 2011. URL consultato il 21 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2018).
  4. ^ Redazione, Sodano, muore per tutti il "Prefetto del popolo", su sicilianews24.it, 28 febbraio 2014.
  5. ^ Movimenti e nomine di Prefetti (PDF), su conapo.it, 11 luglio 2003. URL consultato il 21 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2018).
  6. ^ Umberto Lucentini, Dalle mani del boss di Cosa nostra ad azienda libera: la storia della Calcestruzzi Ericina, su ilsole24ore.com, 10 novembre 2007.
  7. ^ Manuela Vento, Sono 1700 le imprese confiscate alla mafia. Dal bar al cementificio: tre storie d'eccellenza, su ilsole24ore.com, 4 settembre 2013.
  8. ^ Rino Giacalone, Nasce Calcestruzzi Ericina Libera società cooperativa, su archivio.antimafiaduemila.com, 1º aprile 2008.
  9. ^ Paola Altamura, Costruire a zero rifiuti. Strategie e strumenti per la prevenzione e l’upcycling dei materiali di scarto in edilizia, Milano, FrancoAngeli, 2015, pp. 100-112.
  10. ^ Commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali, Relazione annuale 2009 del commissario straordinario Antonio Maruccia (PDF), su liberanet.org, novembre 2009, p. 14.
  11. ^ Rino Giacalone, «Vendere i beni confiscati sarebbe la resa dello Stato», su archivio.antimafiaduemila.com, 24 novembre 2009.
  12. ^ Rino Giacalone, Mafia: chiude la Calcestruzzi Ericina nasce la Calcestruzzi Ericina Libera, su archivio.antimafiaduemila.com, 21 gennaio 2010.
  13. ^ ilmessaggero.caltanet.it, Il ragno e l’ecomostro, su promiseland.it, 18 agosto 2003.
  14. ^ Workshop Recycling Construction and Demolition Waste, su construction-products.eu. URL consultato il 20 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandra Ziniti, Trapani, dalla mafia a Libera così rinasce la fabbrica, in La Repubblica, 9 febbraio 2009.
  • Rino Giacalone, Mafia e politica, lo sfogo del prefetto Sodano: "Lo Stato stava dall’altra parte", in Il Fatto Quotidiano, 21 maggio 2013.
  • Fabio Scavuzzo, Sottratta alla mafie e salvata grazie ai lavoratori, in La Gazzetta del Mezzogiorno, 4 novembre 2013.
  • AA. VV., La confisca dei beni illeciti in Italia, in Transparency International Italia, Commissione europea, febbraio 2014, p. 44.
  • Alessandra Ziniti, La fabbrica della mafia salvata dagli operai, in La Repubblica, 1 agosto 2018.
  • Alessandra Ziniti, La vittoria della Calcestruzzi Ericina con un fatturato da un milione di euro, in La Repubblica, 11 maggio 2013.
  • Mario Lancisi e Luigi Ciotti, Fulvio Sodano, il prefetto delle confische dei beni mafiosi, in Cento passi verso un'altra Italia, dialogo con Luigi Ciotti, Casale Monferrato, Edizioni Piemme, marzo 2015, ISBN 978-88-566-4455-5.
  • Margherita Villa, Parte II. Le risorse naturali, le risorse dell'uso e le risorse per dimore, in Uso, riuso e progetto. Di oggetti, componenti e materiali nei paesi sviluppati e nei paesi in via di sviluppo, Milano, FrancoAngeli, 2000, ISBN 9788846417978.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]