Bruno Sartori

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Bruno Sartori
Fototessera di Bruno Sartori da giovane
NascitaVicenza, 13 ottobre 1911
MorteSan Vendemiano, 8 dicembre 1995
Dati militari
Paese servitoRegno d'Italia (1861-1946)
Forza armata Regia Aeronautica
Anni di servizio1935 - 1945
GradoMaresciallo
CampagneGuerra di Spagna, Seconda guerra mondiale
DecorazioniMedaglia d'Argento al Valor militare,[1] Medaglia Commemorativa per la spedizione in Albania, Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia
Altre caricheGeometra
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Bruno Sartori (Vicenza, 13 ottobre 1911San Vendemiano, 8 dicembre 1995) è stato un aviatore italiano dell'Aeronautica Militare con il grado di maresciallo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Bruno Sartori, classe 1911,[1] nasce a Vicenza, dove abita con i genitori ed il fratello Marcello, in via S.Faustino. Studia in seminario dove si diploma geometra, mentre il fratello preferisce la carriera impiegatizia. Riesce a realizzare il suo sogno più grande, l'amore per il volo, presentandosi volontario in Aeronautica Militare: è uno dei primi a superare gli accurati esami richiesti, fisici, di equilibrio, vista e dentatura perfetta.

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 settembre 1935 viene assegnato all'aeroporto di Gorizia nel IX Gruppo C.T. come Pilota da caccia. Nella primavera del 1935, nel periodo della moltiplicazione degli Stormi, la 97ª Squadriglia del 4º Stormo di Gorizia è trasferita per sorteggio al 6º Stormo con sede a Campoformido.

Quel giorno era ospite del Circolo ufficiali, il celebre pittore caricaturista e ritrattista degli anni trenta Nino Za (Giuseppe Zanini), al quale viene chiesto di disegnare in loco il distintivo scelto per questa nuova unità, e la scelta fu unanime per creare l'immagine grintosa di un diavolo aggressivo e ghignante, riprodotto poi in migliaia di copie: il leggendario 'diavolo rosso'.

Il disegno di Nino Za divenne così lo stemma del 6º Stormo, costituito presso l'aeroporto di Campoformido (UD) il 5 gennaio 1936 con uomini provenienti dal 1º e 4º Stormo, ed ancora operativo. Non a caso allo Stormo venne dato l'eloquente soprannome "Diavoli rossi".

La Guerra di Spagna[modifica | modifica wikitesto]

Tra il maggio e il luglio 1937, il pilota Sartori, nel cielo di Spagna, durante l'omonima Guerra, inizialmente assegnato alla 2ª Squadriglia Caccia, viene successivamente trasferito alla 5ª e infine alla 25ª per cambio di numerazione di reparto. Nel corso del periodo trascorso in Spagna compie un'azione di eccezionale abilità, coraggio e perizia, affrontando da solo il combattimento aereo contro cinque caccia nemici. Grazie alla sua esperienza di pilota acrobatico, nonostante l'aereo si riempia dei buchi causati dai proiettili che lo colpivano, riesce ad abbatterne tre, ne fa fumare un quarto mentre il quinto riesce a scappare.

Quale ricompensa per l'eroismo dimostrato per l'azione svolta nel Cielo di Spagna, il 3 dicembre 1938 gli verrà conferita dal Ministero dell'Aeronautica S.M. II Re d'Italia – Imperatore d'Etiopia la Medaglia d'Argento al Valor militare.[2][1] Il 12 agosto 1937 viene rimpatriato per avvicendamento.

La Squadriglia Acrobatica[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 giugno 1938, il pilota da caccia Bruno Sartori è Capo Pattuglia della Squadra Acrobatica delle allora Frecce Tricolori, insieme alle quali inaugura l'apertura dell'aeroporto Forlanini di Milano.[1]

Collaudatore di velivoli[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni successivi al 1941, Bruno Sartori lavora a Caselle (TO), Albenga, Napoli e Aviano con la qualifica di pilota Collaudatore.[1] Il 14 settembre 1946 si trova a Savigliano (TO), dove lavora presso le omonime Officine del reparto Aeronautico in qualità di Pilota Collaudatore di Aeroplani. Collauda molti nuovi velivoli: da caccia, da ricognizione, da bombardamento e da trasporto.

Come viene precisato nel documento di congedo dal lavoro presso le officine di Savigliano, egli svolgeva il proprio incarico "con una perizia e serietà tali da evitare sempre qualsiasi incidente sia a terra che in volo".

Sarà chiamato a collaudare anche i nuovi aerei Stukas tedeschi.

Dopo la seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Bruno Sartori in una fototessera del 1946

Al termine del Secondo Conflitto Mondiale, Bruno Sartori lascia le officine di Savigliano a causa della distruzione del Reparto Aeronautico avvenuta in seguito ad azione bellica e viene invitato in Venezuela con la prospettiva di essere assunto come pilota civile. Non concretizzandosi, purtroppo, il progetto promesso, decide di trattenersi ugualmente sul posto, adattandosi a lavorare come geometra per una compagnia statunitense per tracciare le strade nelle foreste dello Stato. Rientra definitivamente in Italia nel 1965 e ritorna ad abitare nella città di Vicenza, dove, dopo aver preso la Patente da radioamatore si dedica a tale hobby assemblando una Stazione mediante la quale si collega con amici e conoscenti, sparsi per il mondo. Bruno Sartori si diletta per anni ad inviare articoli di attualità pervasi di sottile umorismo, al Corriere della Sera e al Giornale di Vicenza su cui vengono pubblicati.

Nel 1990 incontra il giornalista e scrittore Angelo Emiliani, appassionato di volo e autore di due libri sull'aviazione, che ricorda con queste parole la personalità di Sartori:

«Del maresciallo Bruno Sartori ricordo - oltre alla vena di pessimismo dovuta forse alla malattia che stava minandone la tempra - la franchezza e la sincerità nei giudizi, la precisione nel rievocare con dovizia di particolari le tante situazioni difficili affrontate in pace e in guerra, la consapevolezza di aver adempiuto al proprio dovere senza retorica né tanto meno odio verso gli avversari. Che era stato un grande pilota lo confermavano il Libretto di volo, la testimonianza di quanti l'avevano conosciuto, la modestia con cui rievocava vere e proprie imprese aviatorie.»

Muore l'8 dicembre 1995.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Medaglia d'Argento al Valor militare, conferita il 3 dicembre 1938 dal Ministero dell'Aeronautica S.M. II Re d'Italia – Imperatore d'Etiopia, quale ricompensa per l'eroismo dimostrato per l'azione svolta nel Cielo di Spagna.[3]
  • Medaglia Commemorativa, conferita il 27 dicembre 1941 per la spedizione in Albania.
  • Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, onorificenza conferita il 18 dicembre 1943 dal re Vittorio Emanuele III.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Archivio Sartori, su Associazione 4° Stormo Gorizia. URL consultato il 18 febbraio 2024 (archiviato il 29 settembre 2023).
  2. ^ Per tali meriti Bruno Sartori viene anche citato nel volume Vicentini decorati al valore militare con Medaglia d'argento dal 1923 - Federazione Provinciale Vicenza Nastro Azzurro, pubblicato nel 1991.
  3. ^ Medaglia d'argento (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 14 dicembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vicentini decorati al valore militare con Medaglia d'argento dal 1923 - Federazione Provinciale Vicenza Nastro Azzurro, 1991.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Bruno Sartori[collegamento interrotto] sul sito di History Channel
  • Bruno Sartori[collegamento interrotto] in una foto di Gruppo (Gorizia 1932) dei piloti del 4º Stormo
  • Bruni Sartori in alcune immagini d'epoca, sul sito dell'Associazione Culturale 4º Stormo Gorizia
  • Bruno Sartori nel filmato del 1942 "Come nasce un caccia" sul sito dell'Archivio Storico dell'Istituto Luce (visibile al minuto 11' 13", ritratto in primo piano mentre si trova a bordo di un aereo Fiat G.50 per un volo di collaudo)