Bruno Loi

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Bruno Loi
NascitaAvellino, 23 agosto 1941
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Esercito Italiano
ArmaFanteria
Corpoparacadutista
Anni di servizio1960 - 2004
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerreGuerra civile somala
Campagne
BattaglieBattaglia del pastificio
Comandante di
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Bruno Loi (Avellino, 23 agosto 1941) è un generale italiano, ex comandante di ITALFOR dell'operazione IBIS di UNOSOM II in Somalia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Esercito italiano, ha svolto gran parte della carriera militare nei paracadutisti. Tenente Colonnello, nel 1983 ha comandato il battaglione paracadutisti fornito dalla brigata “Folgore”, nell'ambito di ITALCON, la forza di pace italiana in Libano.

Dal 1987 al 1990 è stato addetto militare e per la Difesa all'ambasciata d'Italia a Parigi.

Promosso generale nel 1991, fu destinato al comando della Brigata paracadutisti Folgore. Inviato in Somalia nel dicembre 1992, fino al 6 settembre 1993 è stato al comando del contingente militare italiano impegnato nella missione Ibis, nell'ambito delle operazioni di UNOSOM I e UNOSOM II. Durante il periodo in cui era al comando si verificò la battaglia del pastificio o del Checkpoint Pasta, uno scontro a fuoco tra le truppe italiane a Mogadiscio e alcuni ribelli somali; a seguito dei combattimenti persero la vita tre militari italiani.

In seguito ha comandato l'Accademia militare di Modena, la Regione Militare Autonoma della Sicilia, la Regione militare Sud.

Nel 2002 la IV Sezione penale della Corte di cassazione conferma la sentenza di condanna ad un anno di reclusione, pronunciata nel 2001 dalla Corte d'appello di Firenze, in relazione alla morte di Claudio Triches, allievo dell'Accademia militare di Modena, attinto al collo dalla fune di vincolo in occasione di un lancio avvenuto il 15 luglio 1994 nei pressi di Altopascio. All'epoca dei fatti, Loi ricopriva l'incarico di comandante della Brigata Paracadutisti "Folgore": secondo i giudici, il generale avrebbe inteso procedere al mutamento delle procedure di lancio (adottando la tecnica ad uscita rapida), pur conscio della vetustà del materiale (il paracadute IRVIN 80 B) e dell'insufficiente preparazione del personale di addestramento e delle reclute, onde evitare di dilazionare eccessivamente nel tempo l'adozione della nuova tecnica, per le lungaggini che sarebbero certamente derivate dalla richiesta di sostituzione del materiale vetusto presentata al Ministero (Cass. pen., IV sez., 7026/2003 CED[1]). Da notare, tuttavia, che Loi rinunciò espressamente alla prescrizione.

Nel 2004 è stato posto in congedo con il grado di Tenente Generale. Nel 2004 ha pubblicato per Vallecchi il volume "Peace-keeping, pace o guerra. L'operazione Ibis in Somalia".

È socio effettivo del Lions Club “Modena Estense” e socio onorario del Rotary Club “Firenze Nord” e del Rotary Club “Mantova Sud”.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante del contingente Italiano in Somalia, già presente sin dal dicembre 1992 come comandante del contingente terrestre, operava con instancabile tenacia ed eccezionale determinazione, riuscendo a conseguire risultati di grande rilievo in un contesto caratterizzato da oggettive difficoltà ambientali e da continue situazioni di estremo pericolo che più volte hanno impegnato i militari italiani in cruenti scontri a fuoco con irregolari somali, conclusisi talvolta con perdita di giovani vite immolatesi per un alto ideale. La sua azione di comando improntata a coraggio e valore uniti a profondo spirito di sacrificio di dedizione, risultava determinante per il conseguimento degli alti scopi della missione. L’altissima capacità, l’esemplare professionalità e l’elevatissimo impegno profuso inducevano tutto il contingente italiano a svolgere le complesse attività umanitarie a favore della popolazione somala, con eccezionale efficienza operativa che contribuiva a risollevare le sorti delle riconoscenti popolazioni soccorse. Il suo operato riceveva il plauso e l’ammirazione della comunità internazionale e contribuiva a mantenere alto il prestigio delle Forze Armate Italiane. Mogadiscio, dicembre 1992 – settembre 1993.[2]»
— 7 giugno 1995.
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 14 aprile 1994.[4]
Medaglia mauriziana per merito militare di 10 lustri - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al merito di lungo comando nell'esercito (20 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'Oro al merito di lunga attività di paracadutismo militare (25 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'Oro al merito di lunga attività di paracadutismo militare (25 anni)
Croce d'oro per anzianità di servizio (ufficiali e sottufficiali, 40 anni) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce commemorativa per la partecipazione alle operazioni in Libano - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa operazioni ONU in Somalia, Operazione "Ibis II" - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa operazioni ONU in Somalia, missione "UNOSOM II" - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore di Merito del “Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio” - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale “The Legion of Merit” (Stati Uniti) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine nazionale al merito (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine nazionale del Cedro (Libano) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Commendatore con Spada al Merito Melitense del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Note biografiche., su storiamilitare.net. URL consultato il 19 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2013).
Controllo di autoritàVIAF (EN9579836 · ISNI (EN0000 0000 4798 7456 · LCCN (ENno2005066410 · WorldCat Identities (ENlccn-no2005066410