Bruno Incagnoli

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Bruno Incagnoli (Ceprano, 12 agosto 1935) è un oboista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Bruno Incagnoli iniziò la sua educazione musicale al Conservatorio di S.Cecilia di Roma con il maestro Giuseppe Tomassini[1]. Nel 1948 nacque la ditta Incagnoli, produttrice di strumenti musicali, della quale suo padre, Spartaco Incagnoli, fu il promotore e dove Bruno fu collaudatore[2][3]. Suona in un album del 1961 e nel 1964 al Concorso internazionale di Ginevra insieme al gruppo musicale Nuovi Virtuosi di Roma di Renato Fasano[3].

Partecipò alla prima esecuzione assoluta (per la XXIV Settimana Musicale Senese nel 1967) nel Teatro dei Rinnovati di Siena di "Tre per sette", per 3 esecutori per 7 fiati (flauto in do, in sol e ottavino, oboe e corno inglese, clarinetto in si bemolle e in mi bemolle) insieme al flautista Severino Gazzelloni, al clarinettista Alberto Fusco e al Sestetto Chigiano d'Archi[4][5].

Nel 1974 registra per la Philips come primo oboe la Sinfonia Nr. 93 D dur. di Franz Joseph Haydn con l'Orchestra Sinfonica di Roma, del cui organico faceva parte, tra gli altri, il flautista Severino Gazzelloni[6].

Nel 1979 prende parte alla registrazione dell'album La passion selon Sade pubblicato dalla BMG Ricordi.

Fu inoltre primo oboe dell'Orchestra sinfonica della Rai di Roma, dove gli è ancora oggi riconosciuto lo spessore professionale a artistico relativo al lavoro svolto[7] e fu il primo, insieme a Alessandra Bianchi, ad eseguire in Italia il "Doppio concerto per oboe, arpa e archi" di Hans Werner Henze nel 1975 a Roma sempre per la RAI[8]. Nel 1995 suona il corno inglese nell'album discografico di Raffaele Bellafronte intitolato Indian e tre anni più tardi collabora insieme a Claudio Trovajoli all'album Raffaele Bellafronte Chamber Music pubblicato per l'etichetta discografica Bongiovanni[9].

Il 30 giugno e il 1º luglio 2007 la Rai dedica grande spazio all'opera del pianista e compositore Bruno Canino. Tra le registrazioni più rappresentative effettuate dal Maestro, viene trasmesso il Concerto da camera n.3 per oboe, violino e orchestra (1965) con Bruno Incagnoli, oboe, Claudio Laurita, violino[10].

Si è anche dedicato all'attività didattica che svolge al Conservatorio di Musica Licinio Refice di Frosinone[11] e all'Accademia Musicale Pescarese di Pescara[12] oltre a tenere alcuni master class e vari seminari[13].

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le più importanti scuole italiane di oboe, su oboista.it, 24 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
  2. ^ il sito ufficiale della ditta Archiviato il 7 marzo 2012 in Internet Archive. e anche l'articolo Il dolce suono dell'oboe pubblicato il 5 maggio 1993 sul Messaggero Veneto
  3. ^ a b (EN) The Double Reed, International Double Reed Society, 1981. URL consultato il 9 marzo 2013.
  4. ^ Novità di Petrassi e Zafred alla «Settimana Senese», in La Stampa, 3 settembre 1967. URL consultato il 24 febbraio 2013.
  5. ^ Gianluca Tarquinio, Dal "cilindro" di Tosti, Libreria musicale italiana, 2007. URL consultato il 9 marzo 2013.
  6. ^ cat464-527
  7. ^ Michele Coralli, Cambio di sguardo, in Amadeus, 2009.
  8. ^ L'Espresso, Volume 21,Edizioni 44-52, 1975; petritoli.fm.it
  9. ^ Bruno Incagnoli, su cidim.it. URL consultato il 24 febbraio 2013.
  10. ^ Radio Rai - Bruno Canino[collegamento interrotto]
  11. ^ Articolo, in Il Corriere del Mezzogiorno, edicola.lagazzettadelmezzogiorno.it, 31 dicembre 2011, pag.67.
  12. ^ I Concerti della Domenica dell'Accademia Musicale Pescaresesame day online payday loan, su allnewsabruzzo.it. URL consultato il 24 febbraio 2013.
  13. ^ Gli insegnanti [collegamento interrotto], su musicbrema.it. URL consultato il 24 febbraio 2013.
  14. ^ Intervento del Direttore Artistico Giordano Rebecchi all’apertura del Concerto (PDF) [collegamento interrotto], su concorsoverzari.it. URL consultato il 24 febbraio 2013.
  15. ^ Presentazione del “Premio Internazionale Cartagine” [collegamento interrotto], su premiocartagine.it, concorsoverzari.it. URL consultato il 15 marzo 2013.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]