Bruno Brandellero

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Bruno Brandellero, nome di battaglia "Ciccio" (Valli del Pasubio, 19 gennaio 1922[1]Marano Vicentino, 26 giugno 1944), è stato un operaio, militare e partigiano italiano, medaglia d'oro al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Operaio meccanico, nel 1942 era stato chiamato alle armi ed era stato impiegato come militare della sanità. Al momento dell'Armistizio di Cassibile lasciò l'ospedale di Monselice dove operava ed entrò nelle file di una formazione partigiana che avrebbe poi assunto il nome di "Martiri di Val Leogra".

Brandellero (nome di battaglia "Ciccio") si distinse in numerose azioni, tra cui quella del 3 giugno 1944, durante la quale il giovane partigiano riuscì a catturare un ammiraglio tedesco, che viaggiava con la sua scorta a bordo di un automezzo. Due settimane dopo, a metà giugno 1944, quando i tedeschi, appoggiati da formazioni ucraine, organizzarono un duro rastrellamento nella zona, Brandellero balzò "sparando contro il nemico, attirando su di sé l'attenzione e consentendo ai superstiti di disimpegnarsi". Venne catturato e torturato; per non mettere in pericolo di rappresaglia la popolazione, dichiarò di avere obbligato con la forza i civili a dare riparo ai partigiani suoi commilitoni. Venne fucilato, pressoché morente, il 26 giugno 1944.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Nel corso di un duro rastrellamento condotto da ingenti forze tedesche ed ucraine resisteva valorosamente in contrada Vallortigara al comando di tredici partigiani contro alcune centinaia di nemici, infliggendo gravi perdite. Incendiato il borgo, morti cinque dei suoi uomini, con generoso slancio balzava sparando contro il nemico, attirando su di sé l'attenzione e consentendo ai superstiti di disimpegnarsi. Ferito, catturato e duramente seviziato, manteneva contegno fiero ed esemplare e, al fine di indurre il tedesco a non esercitare ulteriori rappresaglie sulla popolazione, affermava di aver costretto, armi in pugno, i civili a dare ricovero ai partigiani. Portato pressoché morente davanti al plotone di esecuzione, trovava ancora la forza di inneggiare alla Patria italiana.[2]
— Tretto (Vicenza), 26 giugno 1944.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Valli del Pasubio, Schio, Torrebelvicino, Malo, Roma gli hanno dedicato una via.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lapide al partigiano Bruno Brandellero ” Ciccio” – Marano Vicentino, su pietredellamemoria.it. URL consultato il 28 aprile 2021.
  2. ^ Quirinale - scheda - visto 12 gennaio 2009

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]