Borislav Pekić

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Borislav Pekić

Borislav Pekić (in cirillico Борислав Пекић; Podgorica, 4 febbraio 1930Londra, 2 luglio 1992) è stato uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore serbo.

Autore dei romanzi Il tempo dei miracoli, Il pellegrinaggio di Arsenij Njegovan e della saga Il vello d'oro, visse dal 1945 al 1971 a Belgrado, mentre, a causa dei difficili rapporti con il governo jugoslavo, trascorse il resto della vita in esilio a Londra. È considerato una delle più importanti figure letterarie serbe del XX secolo.

Vita e opere[modifica | modifica wikitesto]

I primi romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Borislav Pekić nasce in una abbiente famiglia montenegrina il 4 febbraio 1930. Trascorre l'infanzia e l'adolescenza in diverse località in Montenegro e Serbia. Nel 1945 è a Belgrado dove ottiene il diploma di maturità al Terzo Liceo maschile. All'età di diciotto anni viene accusato di far parte dell'associazione clandestina anti-comunista "Gioventù Democratica Jugoslava" e condannato a quindici anni di prigione ma è graziato nel 1953. All'uscita dal carcere inizia gli studi di psicologia sperimentale presso la facoltà di filosofia dell'Università di Belgrado, senza però mai completarli. Nel 1958 sposa Ljiljana Glišić, nipote di Milan Stojadinović, Primo Ministro di Jugoslavia dal 1935 al 1939. Nel 1959 nasce la figlia Alexandra. Nel 1958, Pekić scrive la prima di più di venti sceneggiature originali per le maggiori case di produzione jugoslave. Nel 1961, Dan četrnaesti ("Il quattordicesimo giorno") rappresenta la Jugoslavia al Festival di Cannes.

Nel frattempo, lavora a diversi romanzi, il primo dei quali, Vreme čuda (Il tempo dei miracoli), viene pubblicato nel 1965 ottenendo un certo successo di critica e pubblico. Si dovrà attendere il 1976 per la prima traduzione in inglese, e solo nel 1986 usciranno le edizioni francese e polacca. La prima traduzione italiana è del 2004. Il romanzo annuncia già alcune caratteristiche distintive dell'opera di Pekić: un netto anti-dogmatismo e un fondamentale scetticismo nei confronti dell'idea di progresso dell'umanità nel corso della storia. Negli anni 1968-1969 è tra gli editori del popolare periodico letterario "Književne Novine". Il secondo romanzo, Hodočašće Arsenija Njegovana ("Il pellegrinaggio di Arsenij Njegovan"), nel quale trovano eco le manifestazioni studentesche del '68 in Jugoslavia, è pubblicato nel 1970 e vince il prestigioso premio letterario "NIN" l'anno seguente. Si complicano intanto i rapporti con le autorità che lo accusano di sostenere le posizioni degli studenti, nonostante la distanza ideologica trasparente nel romanzo, e gli negano il passaporto per un certo tempo.

L'esilio a Londra e le opere maggiori[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1971 Pekić si trasferisce a Londra. Considerato ormai persona non grata dal governo jugoslavo, nessuna sua nuova opera viene pubblicata dal 1971 al 1975, quando esce Uspenje i sunovrat Ikara Gubelkijana ("L'ascesa e la caduta di Icaro Gubelkian"). Nel 1977, dopo aver mandato il manoscritto di Kako upokojiti Vampira ("Come placare il vampiro") ad una competizione letteraria anonima, l'Associazione degli Editori Jugoslavi lo riconosce come migliore opera dell'anno e lo manda alle stampe. Basato in parte sull'esperienza della prigionia tra il 1948 e il 1953, il romanzo analizza i meccanismi e la logica del moderno regime totalitario. Sempre nel 1977 pubblica Odbrana i poslednji dani ("La difesa e gli ultimi giorni").

Nel 1978, dopo più di dieci anni di studi e ricerche, appare il primo volume di Zlatno runo ("Il vello d'oro"), il cui ultimo volume apparirà solo nel 1986. L'opera, che descrive le peregrinazioni di successive generazioni della famiglia Njegovan esplorando allo stesso tempo la storia dei Balcani, riceve nel 1987 il prestigioso premio "Njegos" che la riconosce come uno dei più importanti lavori di prosa della Jugoslavia contemporanea. Nei suoi diversi aspetti, Il vello d'oro riesce a allargare i confini di alcune tra le maggiori opere della letteratura europea moderna, spingendo critici anche fuori dalla Jugoslavia ad avvicinare la saga all'Ulisse di Joyce per le sue trame narrative legate ai miti classici, ai Buddenbrock di Mann per la lunga storia familiare e la sua evoluzione nel periodo precedente la seconda guerra mondiale e a Punto contro punto di Huxley per le tensioni interne create da un labirinto di prospettive contrastanti. I primi tre volumi sono stati tradotti in francese tra il 2001 e 2004.

Sempre negli anni ottanta, Pekić inizia a raccogliere materiale per un libro sull'isola perduta di Atlantide, con l'intenzione di offrire "una nuova, benché poetica, esposizione delle radici, dello sviluppo e della fine della nostra civilizzazione". Nonostante le fonti classiche che ispirarono i suoi interessi antropologici, con questa opera Pekić decide di proiettare la sua visione nel futuro ed evitare in questo modo le restrizioni dei "modelli storici", con cui dovette inevitabilmente confrontarsi nei suoi precedenti lavori legati alla mitologia antica. Ne risultano tre romanzi, Besnilo ("Rabbia", 1983), 1999 (1984) e Atlantida ("Atlantide", 1988). Per il romanzo Atlantide Pekić vince il premio "Goran Croato" nel 1988.

Tra il 1987 e il 1990 pubblica Godine koje su pojeli skakavci ("Gli anni che le locuste hanno divorato"), in tre volumi, memorie dell'autore degli anni del dopoguerra, ma anche resoconto della vita in Jugoslavia nei primi anni di Tito. I libri descrivono la prigionia come una sorta di civiltà a sé stante ma allo stesso tempo offrono un'interpretazione della civiltà della "libertà" come un particolare tipo di prigione. La trilogia viene riceve il premio "Milos Crnjanski". Il romanzo Rabbia assieme a Il vello d'oro e Gli anni che le locuste hanno divorato vengono votati dai lettori come migliori opere negli anni tra il 1982 e il 1991. Nel 1988 vengono pubblicati i racconti gotici Novi Jerusalim ("Nuova Gerusalemme") e nel 1990 Pekić in Montenegro riceve il premio "Majska Rukovanja" per la carriera letteraria. Alcune storie dalla raccolta sono state tradotte in inglese e francese e pubblicate in diverse antologie.

Il teatro, il cinema e la radio[modifica | modifica wikitesto]

Pekić si distingue negli anni settanta come uno dei migliori sceneggiatori serbi contemporanei. Scrive regolarmente drammi radiofonici per le emittenti tedesche Westdeutscher Rundfunk, di Colonia e Süddeutscher Rundfunk di Stoccarda. Dei 27 drammi scritti e rappresentati in Jugoslavia, 17 hanno la prima in Germania. Alcuni di questi vengono inclusi nell'antologia Odabrana dela ("Opere scelte") pubblicata nel 1984. Tra i più celebri è Korešpondencija ("Corrispondenza", 1979), tratto dal quarto volume di Zlatno runo, che ha 280 rappresentazioni in 23 anni al teatro Atelje 212 in Belgrado.

Durante tutta la carriera, Pekić lavora a numerose pellicole, scrivendo sceneggiature originali e adattamenti dai suoi stessi romanzi, tra cui si ricorda Il tempo dei miracoli (1989) diretto da Goran Paskaljević, che rappresenta nel 1991 la Jugoslavia ai Festival di Cannes, Glasgow e Montréal, e Djavolji raj ("Il paradiso dei diavoli", 1989, titolo inglese That summer of white roses, "Quell'estate delle rose bianche") diretto da Rajko Grlic, che viene invece presentato ai festival di Montpellier, Pola, San Sebastián, Los Angeles, San Francisco e al Tokio International Film Festival.

Tra il 1986 e il 1991 Pekić collabora, a Londra, con la BBC World Service, sezione internazionale dell'emittente britannica, tenendo una rubrica radiofonica settimanale, trasmessa anche in Jugoslavia, intitolata "Lettere da Londra". Questi interventi verranno successivamente pubblicati tra il 1987 e il 1991 come Pisma iz tudjine ("Lettere dall'estero"), Nova pisma iz tudjine ("Nuove lettere dall'estero") e Poslednja pisma iz tudjine ("Ultime lettere dall'estero"). I libri, ognuno comprendente cinquanta lettere, coprono l'attualità ed eventi di varia natura e descrivono con intelligenza ed ironia l'Inghilterra e gli inglesi, rivelando un gusto particolare dell'autore per umoristici confronti tra la politica e più in generale la società inglese e quella della madrepatria. Le "lettere dall'estero" ricevono, nel 1991, il premio ungherese "Jaša Ignjatović". Per la BBC Pekić cura inoltre un programma sulla storia della Gran Bretagna, pubblicato postumo nel 1992 con il titolo Sentimentalna povest Britanskog carstva ("Storia sentimentale dell'Impero Britannico") che vince il premio "Bigz" e riscuote un notevole successo di pubblico.

Gli ultimi anni e le opere postume[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1990 Pekić è redattore del giornale di opposizione «Demokratija» e lo stesso anno diviene vicepresidente del Partito Democratico di Serbia. Dal 1985, inoltre, è membro dell'Accademia Serba delle Scienze e delle Arti. Attivo come autore così come figura pubblica fino all'ultimo giorno, Pekić muore di cancro ai polmoni a Londra il 2 luglio 1992.

Gran parte del suo lavoro letterario continua a essere pubblicato postumo. Tra le opere maggiori si cita Vreme reci ("Il tempo delle parole", 1993); Odmor od istorije ("Una pausa dalla storia", 1993); Graditelji ("I costruttori", 1995); Radjanje Atlantide ("La nascita di Atlantide", 1996); Skinuto sa trake ("Trasferito da nastro", 1996); U traganju za Zlatnim runom ("Meditazioni sul Vello d'oro", 1997); Izabrana pisma iz tudjine ("Lettere scelte dall'estero", 2000); Politicke sveske ("Note politiche", 2001); Filosofske sveske ("Note filosofiche", 2001); Korespondencija kao zivot ("Corrispondenza come una vita", 2002-2003).

L'1 e 2 luglio 2000, l'Accademia Serba delle Scienze e della Arti ha tenuto in Belgrado un simposio dal titolo "Il lavoro letterario di Borislav Pekić in occasione del settantesimo anniversario della nascita". I saggi tratti dal simposio sono stati pubblicati nel 2003.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia in serbo[modifica | modifica wikitesto]

Tra parentesi quadre il titolo in cirillico e la traduzione letterale, in grassetto la data di prima edizione.

  • Vreme čuda [Време чуда, "Il tempo dei miracoli"], romanzo, Belgrado: Prosveta, 1965; Belgrado: Narodna Knjga, 1997. Tradotto in italiano con il titolo Il tempo dei miracoli, in francese come Le temps du miracle e in inglese come The Time of Miracles.
  • Hodočašće Arsenija Njegovana [Ходочашће Арсенија Његована, "Il pellegrinaggio di Arsenij Njegovan"], romanzo, Belgrado: Prosveta, 1970; Belgrado: Zavod za udjbenike i nastavna sredstva, 2002; Belgrado: NIN, 2004; Novi Sad: Solaris, 2005. Tradotto in inglese come The Houses of Belgrade.
  • Uspenje i sunovrat Ikara Gubelkijana [Успење и суноврат Исака Губелкијана, "Ascesa e caduta di Ikaro Gubelkijan"], romanzo, Belgrado: Slovo Ljubve, 1975; assieme a Odbrana i poslednij dani, Novi Sad: Solaris, 2001. Tradotto in francese con il titolo L'ascension et la chute d'Icare Gubelkian.
  • Kako upokojiti vampira, [Како упокојити вампира, "Come placare il vampiro"], Belgrado: BIGZ, Rad, Narodna knjiga, 1977. Tradotto in italiano con il titolo Come placare il vampiro e in inglese come How to Quiet a Vampire.
  • Odbrana i poslednij dani, [Одабрана и последњи дани], romanzo, Belgrado: Slovo Ljubve, 1977; assieme a Uspenje i sunovrat Ikara Gubelkijana, Novi Sad: Solaris, 2001.
  • Zlatno runo [Златно руно, "Il vello d'oro"], romanzo-saga in 7 volumi, Belgrado: Prosveta, 1978 (vol. I & II), 1980 (vol. III & IV), 1981 (vol. V), 1986 (vol. VI & VII); Belgrado: Dereta, 2005 (vol. I-III). Tradotto in francese con i titoli La toison d'or. Première registre (vol. I), Les spéculations de Kyr-Siméon. Deuxième registre de la toison d'or (vol. II) e Les profits de Kyr-Siméon. Troisieme registre de la toison d'or (vol. III).
  • Besnilo [Беснило, "Rabbia"], romanzo, Zagabria: Sveučilišna naklada Liber, 1983; Novi Sad: Solaris, 2002.
  • 1999, romanzo, Ljublijana, Zagabria: Cankarjeva založba e Belgrado: Književni glasnik, NIN, 1984.
  • Godine koje su pojeli skakavci ["Gli anni che le locuste hanno divorato"], memorie, Belgrado: BIGZ, 1987 (Vol. 1), 1989 (Vol.2), 1990 (Vol. 3); Novi Sad: Solaris, 2005.
  • Pisma iz tuđine ["Lettere dall'estero"], Zagabria: Znanje, 1987; Belgrado: Narodna knjiga, 2000.
  • Novi Jerusalim [Нови Јерусалим, "La nuova Gerusalemme"], racconti, Londra: Gotska hronika e Belgrado: Nolit, 1988; Novi Sad: Solaris, 2001. Il racconto Čovek koji je jeo smrt è stato tradotto in francese con il titolo L'homme qui mangeait la mort.
  • Atlantida [Атлантида, "Atlantide"], romanzo in 2 Voll., Zagabria: Znanje, 1988; Belgrado: Srpska književna zadruga, 1996; Novi Sad: Solaris, 2001.
  • Nova pisma iz tuđine ["New Letters from Abroad"], Zagabria: Mladost, 1989.
  • Poslednja pisma iz tuđine ["Last Letters from Abroad"], Belgrado: Dereta, 1991.
  • Sentimentalna povest britanskog carstva [Сентиментална повест британског царства, "Storia sentimentale dell'Impero Britannico"], saggio, Belgrado: BIGZ, 1992; Novi Sad: Solaris, 2002.
  • Vreme reci ["Il tempo delle parole"], a cura di Božo Koprivica, Belgrado: BIGZ; Srpska književna zadruga, 1993.
  • Odmor od istorije ["Una pausa dalla storia"], a cura di Radoslav Bratić, Belgrado: BIGZ, 1993.
  • Graditelji ["I costruttori"], Belgrado: BIGZ, 1995.
  • Radjanje Atlantide ["La nascita di Atlantide"], a cura di Ljiljana Pekić, Belgrado: BIGZ, 1996.
  • Skinuto sa trake ["Trasferito da nastro"], a cura di Predrag Palavestra, Belgrado: Narodna knjiga, 1996.
  • U traganju za Zlatnim runom ["Alla ricerca del Vello d'oro"], introduzione di Ljiljana Pekić, Belgrado: BIGZ, 1997.
  • Pisma iz tuđine ["Lettere dall'estero"], a cura di Vladeta Janković, Belgrado: Narodna knjiga, 2000.
  • Izabrana pisma iz tudjine ["Lettere scelte dall'estero"], 2000.
  • Političke sveske ["Note politiche"], Novi Sad: Solaris e Stylos, 2001.
  • Filosofske sveske ["Note filosofiche"], Novi Sad: Stylos, 2001.
  • Korespondencija kao život ["Corrispondenza come una vita"], Novi Sad: Solaris, 2002 (vol. I), 2003 (vol. II).
  • Sabrana pisma iz tuđine ["Lettere scelte dall'estero"], Novi Sad: Solaris, 2004.

Edizione delle opere complete:

  • Odabrana dela Borislava Pekića, in 12 volumi, Belgrado: Partizanska knjiga, 1984. Contiene
    • Vol. 1: Uspenje i sunovrat Ikara Gubelkijana; Odbrana i poslednij dani.
    • Vol. 2: Vreme čuda.
    • Vol. 3: Kako upokojiti vampira.
    • Vol. 4: Hodočašće Arsenija Njegovana.
    • Vol. 5-9: Zlatno runo.
    • Vol. 10: Na ludom, belom kamenu; include i drammi Na ludom, belom kamenu ili bulenje vampira, Razaranje gorova, Umetnost i stvarnost, Ko je ubio moju besmrtnu dušu?, Kako se kalio jedam gospodin, Bermudski trougao, Stoosamdesetšesti stepenik, Generali ili srodstvo po oružju.
    • Vol. 11: U Edenu, na istoku; include i drammi U Edenu, na istoku, Kako zabavljati gospodina Martina, Kategorički zahtev, Siva boja razuma, Rlav dan na Stock Exchange-u, Obešenjak, Tezeju, jesi li ubio Minotaura?, Rajnske zadušnice.
    • Vol. 12: Tamo gze loze plaču.

Bibliografia in italiano, francese e inglese[modifica | modifica wikitesto]

In italiano sono stati tradotti ad oggi (2023) tre titoli:

  • Come placare il vampiro, traduzione di Alice Parmeggiani, Messina: De Martinis, 1992.
  • Il tempo dei miracoli, traduzione di Alice Parmeggiani Dri, Roma: Fanucci, 2004.
  • La Nuova Gerusalemme, traduzione di Enrico Davanzo, Udine: Bottega Errante Editore, 2022.

Data la scarsità e la difficile reperibilità delle edizioni italiane indichiamo anche le traduzioni in francese

  • L'ascension et la chute d'Icare Gubelkian, traduzione di Mireille Robin, Lausanne: Éditions L'Âge d'Homme, 1992.
  • Le temps du miracle, traduzione di Mireille Robin, Parigi: le Serpent à plumes, 1996.
  • La toison d'or. Première registre, traduzione di Mireille Robin, con un'introduzione dell'autore e una postfazione di Nicolas Trifon, Marsiglia: Agone, 2001
  • Les spéculations de Kyr-Siméon. Deuxième registre de la toison d'or, traduzione di Mireille Robin, postfazione di Jean-Arnauld Dérens, Marsiglia: Agone, 2003.
  • Les profits de Kyr-Siméon. Troisieme registre de la toison d'or, traduzione di Mireille Robin, Marsiglia: Agone, 2004.
  • L'homme qui mangeait la mort, traduzione di Mireille Robin, Marsiglia: Agone, 2005.

e in inglese

  • The Time of Miracles. A legend, traduzione di Lovett F. Edwards, New York: Harcourt Brace Jovanovich, 1976; Evanston (IL): Northwestern University Press, 1994.
  • Houses of Belgrade, traduzione di Bernard Johnson, New York: Harcourt Brace Jovanovich, 1978; Evanston (IL): Northwestern University Press, 1994.
  • The Generals or Kinship-in-Arms, dramma, traduzione di Vidosava Janković, «Scena» 13 (1990), pp. 143–53.
  • Megalo Mastoras and His Work 1347 A.D., traduzione di Stephen M. Dickey e Bogdan Rakić in The Prince of Fire: An Anthology of Contemporary Serbian Short Stories, a cura di Radmila J. Gorup e Nadežda Obradović, Pittsburg (PA): University of Pittsburg Press, 1998.
  • How to Quiet the Vampire (An Excerpt), traduzione di Stephen M. Dickey e Bogdan Rakić, «Serbian Studies»" 15 (1), 63-76, 2001; (PDF).
  • How to Quiet a Vampire, traduzione di Stephen M. Dickey and Bogdan Rakic, Evanston (IL): Northwestern University Press, 2005.

Bibliografia della critica[modifica | modifica wikitesto]

  • Radomir Baturan, Romani Borislava Pekića, Nikšić: Univerzitetska riječ, 1989.
  • Petar Pijanović, Poetika romana Borislava Pekića, Belgrado: Prosveta, 1991.
  • Jelena Milojković-Djurić, Borislav Pekić's Literary Oeuvre: A Legacy Upheld, «Serbian Studies» 15 (1), 3-7, 2001; (PDF[collegamento interrotto]).
  • Bogdan Rakić, Borislav Pekić: Sysiphus as Hero, «Serbian Studies» 15 (1), 9-23, 2001; (PDF).
  • Angela Richter, Biblical Myths in Borislav Pekić's Time of Miracles, «Serbian Studies» 15 (1), 25-34, 2001; (PDF).
  • Olga Nedeljković, Do Supernatural Elements Exist in Borislav Pekić's How to Kill a Vampire: The Poetics of a Magical Umbrella, «Serbian Studies» 15 (1), 35-49, 2001; (PDF).
  • Jelena Milojković-Djurić, Voice from the Darkness: Borislav Pekić's The Years the Locusts Devoured, «Serbian Studies» 15 (1), 51-62, 2001; (PDF[collegamento interrotto]).
  • Jasmina Lukic, Metaproza, citanje zanra: Borislav Pekic i postmoderna poetika, Belgrado, Stubovi Kulture.

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