Bianca Toccafondi

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Bianca Toccafondi nel 1955

Bianca Toccafondi (Firenze, 27 maggio 1922Monterotondo, 23 gennaio 2004) è stata un'attrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Bianca Toccafondi con Giorgio Albertazzi nel 1955, ai tempi della loro unione

Figlia di uno scenografo attivo presso il Teatro alla Pergola di Firenze, nel teatro di prosa debuttò all'età di soli tre anni con la commedia Sesso debole di Édouard Bourdet messa in scena dalla Compagnia Ricci-Cervi[1] sempre alla Pergola dove lavorava il padre. Nel 1942 studiò recitazione nella Compagnia del Teatro Universitario con Athos Ori, dove incontrò il giovane Giorgio Albertazzi, suo grande compagno artistico e, per un certo periodo, anche sentimentale.

Insieme a lui e con altri prestigiosi compagni di lavoro (Anna Proclemer, Renzo Ricci, Tino Buazzelli, Tino Carraro e Turi Ferro) recitò in ruoli importanti passando con disinvoltura dal repertorio brillante a quello drammatico, con testi moderni quali Il seduttore di Diego Fabbri (dove interpretò il ruolo dell'amante francese che nella versione per il grande schermo andrà a Jacqueline Pierreux), Corruzione al Palazzo di giustizia di Ugo Betti e soprattutto I coccodrilli di Guido Rocca diretto da Franco Rossi. Con quest'ultima interpretazione si aggiudicò nel 1956 il prestigioso Premio San Genesio come miglior attrice dell'anno. Affrontò poi anche i classici shakespeariani come Re Lear.

Nel 1959 passò col nome in ditta nella Compagnia formata con Renzo Ricci, Eva Magni e Lina Volonghi e recitò in L'estro del poeta di Eugene O'Neill, Miles gloriosus di Plauto e Sette contro Tebe di Eschilo.

Dal 1962 formò un'altra compagnia insieme a Gianni Santuccio in spettacoli come Romanticismo di Gerolamo Rovetta e Incontro a Babele di Salvato Cappelli col quale si aggiudica il Premio IDI.

Unitasi in matrimonio con l'attore Giuliano Esperati, in seguito si dedicò all'insegnamento di recitazione, ma in palcoscenico la si notò ancora nel 1993, alla Shakesperiana di Taormina in Antonio e Cleopatra e nell'opera musicale Peer Gynt di Eduard Grieg messa in scena all'Accademia di Santa Cecilia, dove recitò come voce fuori campo nel ruolo della madre, quindi nel 1999 recita accanto ad attrici giovani come Mariangela D'Abbraccio e Simona Cavallari nella piéce Regine di Giacomo Carbone, diretta da Francesco Tavassi. Nel 2000 è nel cast de Il figlio di Pulcinella di Eduardo De Filippo diretto da Geppy Gleijeses, mentre nel 2001 recitò a Palermo I Vangeli per la regia di Alberto Di Stasio, con Margaret Mazzantini. In ultimo ricevette il Premio Flaiano alla carriera insieme a Ivo Chiesa e Sergio Fantoni (nella medesima edizione è stato premiato come attore Paolo Ferrari).

Bionda, volto delicato, occhi azzurri intensi, dotata di una dizione splendida, ha avuto qualche esperienza di doppiaggio; prestò la voce soprattutto a Janet Martin nella serie televisiva americana Hot Wheels.

Nei primi anni cinquanta lavorò nella prima Compagnia Stabile di Prosa Radiofonica. Sul piccolo schermo debuttò sin dal periodo sperimentale, nel 1952, con molte trasposizioni teatrali e originali sceneggiati. È stata fra l'altro fra gli interpreti del primo originale televisivo trasmesso in Rai nel 1954, La domenica di un fidanzato, di Ugo Buzzolan, diretto da Mario Ferrero.

Sul grande schermo partecipò soltanto a due film negli anni settanta, di non grande rilievo, facendovi ritorno soltanto nel 1998 per una sola occasione, nella pellicola Il guerriero Camillo diretta da Claudio Bigagli. Gravemente malata, muore a 81 anni nella sua casa di Monterotondo, nei pressi di Roma, e ai suoi funerali sarà presente il suo primo e indimenticabile compagno di scena, Giorgio Albertazzi, che le dedicherà un commosso ricordo.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Prosa radiofonica Rai[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Radiocorriere TV, n. 8, 1969, p. 19
  2. ^ Albo d'oro dei premiati, su premiflaiano.com. URL consultato il 18 maggio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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