Beverly Kenney

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Beverly Kenney
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereJazz
Periodo di attività musicale1954 – 1960
EtichettaRoost Records, Decca Records, SSJ Records
Album pubblicati8
Studio6
Raccolte2

Beverly Kenney (Harrison, 29 gennaio 1932New York, 13 aprile 1960) è stata una cantante statunitense.

Fu una delle pochissime cantanti jazz bianche a competere con la sua voce emotiva e malinconica alle più famose ed affermate jazzsingers afroamericane del suo periodo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver lavorato come telefonista per la Western Union, cantando telefonicamente su richiesta di utenti gli auguri di buon compleanno[1][2], nel 1954 si trasferì a New York, dove con il pianista Tony Tamburello realizzò le sue prime incisioni (perlopiù demo, rimaste inedite fino alla loro pubblicazione nel 2006 a cura della giapponese SSJ Records).

Alla fine del 1954 si recò a Miami ingaggiata da un locale chiamato Black Magic Room.

Notata dai fratelli Jimmy e Tommy Dorsey che la scritturarono come cantante nelle loro tournée che durarono diversi mesi alla fine dei quali la Kenney rientrò a New York.

In seguito lavorò in vari Jazz Club newyorkesi con George Shearing, Don Elliott e Kai Winding e dopo un breve tour con Larry Soon, firmò un contratto con l'etichetta discografica Roost Records che pubblicò il suo primo album da solista intitolato Beverly Kenney Sings for Johnny Smith che riscosse un notevole successo, dopo altri due album editi sempre dalla Roost Records, la cantante firmò un contratto con la Decca Records che pubblicò altri tre LP.

La carriera della cantante fu in parte offuscata dal successo in quel periodo del Rock and Roll, genere musicale per la quale nutriva un'accanita antipatia[3].

La cantante fu trovata morta in una camera del University Residence Club, 45 West Eleventh Street a Manhattan[1], per sospetto suicidio.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Raccolte o album postumi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b [1]
  2. ^ [2]
  3. ^ [3]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN35992369 · ISNI (EN0000 0000 2673 9568 · Europeana agent/base/20602 · LCCN (ENno98006476 · WorldCat Identities (ENlccn-no98006476