Attilio Friggeri

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Attilio Friggeri
Attilio Friggeri
NascitaRoma, 1º giugno 1915
MorteSlebic, 3 giugno 1942
Cause della mortemorto in combattimento
Luogo di sepolturaRoma Cimitero del Verano
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio esercito
Armafanteria
CorpoSanità
Specialitàmedico
UnitàGranatieri di Sardegna
RepartoSanità
Anni di servizio1940 - 1942
Gradosottotenente
GuerreSeconda guerra mondiale
DecorazioniMedaglia d'oro al valor militare
Altre caricheMedico
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Attilio Friggeri (Roma, 1º giugno 1915Slebic, 3 giugno 1942) è stato un medico, militare e nuotatore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato da Fabio, ingegnere e Marta Brodovicoff, Attilio Friggeri negli anni '30 fu un valente nuotatore agonistico nella S.S.Lazio nuoto vincendo molte gare.[1]. Laureato in medicina e chirurgia presso l'università di Roma, allo scoppio della seconda guerra mondiale fu coscritto come sottotenente medico del I granatieri di Sardegna. Nella primavera del 1941 il I granatieri fu dislocato in Slovenia raggiunto poco dopo l'intera divisione. La grande unità partecipò così al ciclo di operazioni che si svolsero tra il 1941 e 1942 in Slovenia e in Croazia contro i partigiani di Tito. Nel maggio del 1942, durante un combattimento nei pressi di Dobrova, fu ucciso il colonnello Tommaso Latini, comandante del II reggimento granatieri, vittima del suo impulso generoso che lo fece accorrere presso alcuni suoi reparti impegnati e rimasti isolati. Friggeri invece morì durante un feroce scontro armato il 3 giugno 1942 e per il suo eroismo fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare.

Una strada di Roma è stata intitolata a suo nome. Anche il Policlinico militare Celio, dal 1952, è stato intitolato a lui.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale medico di provata capacità professionale, animato da vibrante spirito combattivo e patriottico, a seguito di un violento attacco, condotto di sorpresa da rilevanti gruppi nemici contro un nostro posto avanzato, si offriva volontariamente ed otteneva di partecipare all’azione di soccorso. Durante gli aspri combattimenti che ne seguirono, visto cadere un comandante di plotone ed intuendo la crisi che si sarebbe determinata nel reparto e che avrebbe messo in grave situazione l’intera compagnia duramente impegnata, ne assumeva il comando e, rinfrancandone con l’esempio lo spirito combattivo, lo guidava nuovamente all’assalto. Colpito a morte, prima di spirare ordinava ai pochi granatieri che gli erano intorno di non curarsi di lui e di proseguire tenacemente l’azione. Esempio sublime di alte virtù militari ed assoluto sprezzo della vita. — Slebic - Slovenia, 3 giugno 1942.[2]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Da: Il Littoriale 1930-1935
  2. ^ Quirinale, dettagli decorato, su quirinale.it.