Arturo Maira

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Arturo Maira
NascitaCanicattì, 1899
MorteGruda, 18 settembre 1943
Cause della morteesecuzione
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Unità52º Reggimento fanteria "Alpi"
Anni di servizio1915[1]-1943
GradoCapitano
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Comandante diCompagnia del 120º Reggimento fanteria "Emilia"
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Arturo Maira (Canicattì, 1899Gruda, 18 settembre 1943) è stato un dirigente d'azienda e militare italiano, di grado capitano e medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Canicattì (AG) nel 1899. Dopo aver svolto gli studi liceali, fu chiamato alle armi per l'imminente Prima guerra mondiale ed entrò a far parte del 52º Reggimento fanteria "Alpi". Dopo la guerra ebbe modo di proseguire gli studi e frequentò l'Università di Palermo, dove si laureò in Ingegneria.

Dirigente industriale[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver lavorato alcuni anni come operaio, divenne vicedirettore e poi direttore degli stabilimenti industriali Piedigrotta di Napoli ed in seguito dei Mulini e Pastifici di Caltanissetta.

Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Durante la seconda guerra mondiale, al momento dell'armistizio di Cassibile si trovava alle Bocche di Cattaro a capo di una Compagnia del 120º Reggimento fanteria "Emilia". Si oppose alla volontà dei tedeschi e con il suo reparto attaccò l'imponente contingente della zona. Pur consapevole della superiorità nemica, decise comunque di affrontare gli ex alleati. Arrivò una sconfitta inevitabile ed egli fu catturato ed ucciso nei pressi della cittadina-frazione di Gruda, al confine con la Dalmazia.

Alla sua memoria sono dedicate strade a Palermo e Canicattì.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Tenendo fede alle leggi dell’onore militare, in un momento di generale crisi spirituale, si schierava decisamente contro i tedeschi aggressori e li attaccava, con la sua compagnia mitraglieri, su munite posizioni benché soggetto a violenta micidiale reazione. Manifestatasi la crisi, determinata dalla schiacciante superiorità nemica, opponeva eroica, tenace resistenza a reiterati contrattacchi, favorendo con il suo sacrificio il ripiegamento di altre unità su nuove posizioni. Decimato, a corto di munizioni, stretto da vicino, persisteva con volontà indomita nella cruenta impari lotta che protraeva col suo valoroso esempio in epica mischia, benché conscio della sorte che gli era riservata in caso di cattura, data l’implacabile efferatezza del nemico. Catturato, affrontava la fucilazione con stoica fermezza. — Gruda, Bukovina, Hombla (Balcania), 9-18 settembre 1943[2]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Anno incerto
  2. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato l'11 maggio 2013.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]