Antonio de Cardona

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Antonio de Cardona e Luna
Signore di Maldà
Stemma
Stemma
TrattamentoDon
Altri titoliSignore di Ayora, di Maldanell e di Oliana
Mortedopo il 1439
DinastiaFolch de Cardona
PadreUgo Folch de Cardona e Anglesola
MadreBeatrice de Luna e Xèrica
ConiugiEleonora d'Aragona Villena e Enriquez
Margherita Peralta Chiaramonte
Figli
ReligioneCattolicesimo
Antonio de Cardona

Presidente del Regno di Sicilia
Durata mandato1439
Capo di StatoAlfonso V d'Aragona
PredecessoreAdamo Asmundo
SuccessoreAdamo Asmundo

Viceré di Sicilia
Durata mandato1416-1421
Capo di StatoAlfonso V d'Aragona
SuccessoreArnaldo Ruggero de Pallars

Antonio di Cardona e Luna, signore di Maldà (in catalano Antoni de Cardona i de Luna, in spagnolo Antonio de Cardona y de Luna; ... – dopo il 1439), è stato un nobile e politico catalano del XV secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque in Catalogna, presumibilmente verso la fine del XIV secolo, da Ugo, I conte di Cardona, e dalla di lui seconda moglie Beatrice de Luna e Xèrica dei Signori di Almonacid, di cui era ultimo di quattro figli.[1][2] Nel 1409 fu in Sardegna dove partecipò alla battaglia di Sanluri.[3]

Dopo la morte del re aragonese Martino il Vecchio, partecipò, con il fratello maggiore Giovanni Raimondo, II conte di Cardone e ammiraglio di Aragona, al Parlamento generale che si tenne a Barcellona nel settembre 1410 per esaminare la questione successoria.[2] Già in questa assemblea parteggiò con il fratello a favore del conte Giacomo II di Urgell, uno dei pretendenti alla successione, al cui partito aderiva la loro famiglia.[2] Mantenne tale posizione ancora nel Parlamento di Tortosa del marzo 1412, ricusando alcuni dei giudici ai quali era stato demandato di risolvere la successione nei possedimenti della Corona d'Aragona.[2] Nel maggio successivo, si recò a Caspe, dove doveva avvenire l'elezione a sovrano del principe Ferdinando di Trastámara, ed espose davanti ai giudici lì riuniti, quale ambasciatore del Conte di Urgell, i diritti che questi avanzava alla successione.[2] Successivamente, però, si avvicinò alla corte del nuovo sovrano.[2]

Nel 1415, il Re Ferdinando, inviò il Cardona in Sicilia, dove il figlio Giovanni, duca di Peñafiel, ebbe assegnato l'incarico di suo delegato regio.[2][4] Il 16 e il 27 luglio 1416, il Cardona fu a Catania dove assistette, alla presenza dell'Aragonese, alla lettura di due sentenze pronunciate contro Bernardo Cabrera, conte di Modica.[2] Nell'isola fervevano spinte indipendentiste, e le città demaniali e alcuni feudatari sollecitarono il Peñafiel ad assumere personalmente la corona, e con la morte di Ferdinando, il trono fu assunto dal primogenito Alfonso V d'Aragona, che lo richiamò in Aragona, e il 1º agosto 1416, assegnò l'incarico di Viceré di Sicilia al Cardona assieme a Domingo Ram y Lanaja, vescovo di Lerida, che furono i primi a ricoprirlo.[2][4][5] Dal 1419, Cardona fu affiancato nel suo incarico di viceré da Martino de Turribus e Ferdinando Velasquez, e mantenne la carica fino al 1421.[2][5] Nello stesso periodo esercitò anche la carica di castellano del Castello Ursino di Catania.[2]

Nel 1434 fu nominato Gran giustiziere del Regno, e fu anche uno dei quattro luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia, nominati dal viceré Ruggero Paruta che si doveva assentare dall'isola, carica che ricoprì nel 1439.[2][5] Cardona possedette in Catalogna le signorie di Maldà, di Maldanell e di Oliana, e quella di Ayora nella Valenciana.[6] Ignota è la data del suo decesso, avvenuto probabilmente non oltre la prima metà del Quattrocento.

Matrimoni e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Antonio de Cardona e Luna, signore di Maldà, il 16 febbraio 1414 sposò una dama di corte, Eleonora d'Aragona Villena e Enriquez, figlia di Pietro, II marchese di Villena, e sorella di Enrico, e la cerimonia si svolse nell'ambito dei festeggiamenti per l'incoronazione della Regina Eleonora.[2] Da detta unione nacquero i seguenti figli:

Rimasto più tardi vedovo della Villena, si risposò con Margherita Peralta Chiaramonte, contessa di Caltabellotta, da cui ebbe un figlio, Giovanni.[4][7]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Raimondo Folco VI, visconte di Cardona Raimondo Folco IV, visconte di Cardona  
 
Sibilla di Empuries  
Ugo I, visconte di Cardona  
Maria Álvarez de Haro Juan Alfonso de Haro, signore di Los Cameros  
 
Constanza Alfonso de Meneses  
Ugo II Folco, conte di Cardona  
Guglielmo IV d'Anglesola, signore di Bellpuig Guglielmo III d'Anglesola, signore di Bellpuig  
 
Costanza d'Alagona  
Beatrice di Anglesola, signora di Bellpuig  
Beatrice de Pailhars Arnaldo Ruggero I, conte di Pallars Sobirà  
 
Làscara Lascaris di Ventimiglia  
Antonio di Cardona, signore di Maldà  
Pedro II Martinez de Luna, signore di Almonacid Pedro I Martinez de Luna, signore Almonacid  
 
Violante de Alagón y Aragón  
Pedro III Martinez de Luna, signore di Almonacid e Pola  
Marchesa di Saluzzo Filippo di Saluzzo  
 
 
Beatrice de Luna  
Pietro d'Aragona, barone di Xèrica Giacomo II d'Aragona, barone di Xèrica  
 
Beatrice di Lauria, signora di Cocentaina  
Elsa de Aragón  
Bonaventura di Arborea Ugone II, giudice di Arborea  
 
Benedetta  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Llobet, pp. 36-37.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Fodale.
  3. ^ (CA) Antoni de Cardona i de Luna (XML), su enciclopedia.cat. URL consultato il 26-07-2020.
  4. ^ a b c D. Ligresti, Sicilia aperta (secoli XVI-XVII). Mobilità di uomini e idee, Associazione no profit Mediterranea, pp. 13-14.
  5. ^ a b c Di Blasi.
  6. ^ (ES) J. M. de Alós y de Dou, El toisón de oro y los primeros caballeros españoles de dicha orden, in Hidalguía, n. 143, Revista Hidalguía, luglio-agosto 1977, p. 583.
  7. ^ M. Fiume, Siciliane. Dizionario biografico, Fiume, 2006, p. 168.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (ES) B. I. Llobet, Genealogia de la nobilissima Casa de Cardona, Barcellona, Antonio Lacavalleria, 1665.
  • G. E. Di Blasi, Storia cronologia dei viceré luogotenenti e presidenti del regno di Sicilia, Stamperia Oretea, 1842, pp. III, 39-43.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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