Antonio Mura (poeta)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Antonio Mura

Antonio Mura (Nuoro, 24 luglio 1926Bologna, 11 dicembre 1975) è stato un poeta e scrittore italiano che si è espresso in lingua sarda.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio del poeta sardo Pietro Mura, i suoi studi spaziarono dalla letteratura all'economia. Durante la giovinezza visse per un lungo periodo a Napoli dove intraprese gli studi universitari in economia navale senza mai terminarli. Fu durante questo periodo che sviluppò ancora di più la sua intensa passione letteraria nata in gioventù tra i libri della ricca biblioteca del padre Pietro. La cerchia universitaria napoletana di quegli anni lo portò a contatto con scrittori e discepoli della cultura intellettuale anarchica napoletana, europea francese e spagnola, entrando a far parte per un breve periodo della rivista anarchica Volontà[1] come redattore.

Ritornato per un breve periodo in Sardegna, partì emigrato in Germania in cerca di lavoro. L'esperienza tedesca influenzò fortemente la sua poetica tanto che i suoi canti si riempirono dei tratti e delle vicissitudini dell'uomo e l'affratellarsi tra uomini, col suo fare e battagliare la vita, che diedero alla sua lirica un carattere universale.[2] Negli anni sessanta e settanta ebbe un'intensa produzione lirica, insieme al padre Predu,[3] che portò entrambi a vincere numerose competizioni letterarie,[4] tra le quali in diverse tornate l'importante "Premio di Ozieri di letteratura sarda" fondato nel 1956. La vasta composizione poetica fino ad allora compiuta venne raccolta nel 1971 sotto il titolo Lingua e dialetto, poesie bilingui con la prefazione a cura di Raffaello Marchi.

In questi anni la sua fame intellettuale si intensificò e i suoi studi filologici si ampliarono e si tradussero nella ricerca di un'affermazione della lingua sarda, con la traduzione delle Opere e i giorni di Esiodo. Già negli anni '60 compì le sue prime esplorazioni linguistiche, operando delle traduzioni in sardo delle poesie di Paul Éluard e dei Versi di Paul Valéry, ma saranno soprattutto le traduzioni delle opere di Thomas Eliot ad impegnarlo molto sul piano della ricerca linguistica e filologica, poiché il suo obiettivo era rendere nella lingua sarda la densità semantica dei versi del poeta inglese.

La scelta di tradurre gli autori non fu né casuale, né puramente letteraria, ma può essere racchiusa in un orizzonte culturale, politico e ideologico che costituisce l'humus stesso della poesia tradizionale del secondo Novecento.[5] I temi del rapporto con una natura dotata sì di una struggente bellezza ma che è anche dura e fonte di dolore, con la quale l'uomo intrattiene un rapporto intenso ma sofferto, così come sempre problematico e difficile è il rapporto dell'uomo con gli altri e con se stesso. C'è un intenso dissidio, una lotta costante che percorre la poesia di Antonio Mura, che però non è meno capace di abbandonarsi ad una dimensione metafisica. La terra sarda diviene uno sfondo che se da un lato è assolutamente unico e specifico, dall'altro è anche universale.

Morì a Bologna nel 1975.

Il poeta Nuorese Antonio Mura

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Su birde. Sas erbas.
  • Ammentos de emigrante, “La Nuova Sardegna”, 29 settembre 1968.
  • Ammentos de emigrante. Lamentu. Die de beranu, in G. PINNA, Antologia dei poeti dialettali nuoresi, Cagliari, Fossataro, 1969
  • Lingua e dialetto. Poesie bilingui, Nuoro, Edizioni Barbaricine, 1971.
  • Su birde. Sas erbas. Poesie bilingui, a cura di M. Virdis, Nuoro, Ilisso, 1998.
  • Und wir, die klugen Mondmeister (traduzione tedesca di Lingua e dialetto. Poesie bilingui), a cura di W. Dietrich, Monaco, Verlag Huber & Klenner, 1982.
  • Su respiru iskurtamos, “La Nuova Sardegna”, 14 marzo 1972.
  • Kussertu, “La Grotta della Vipera”, I, 2, 1975. Artu e grave inoke est su lamentu, “La Grotta della Vipera”, III, 10-11, 1978.
  • Ammentos de emigrante, in I poeti del premio Ozieri, vol. I, Cagliari, Edizioni Della Torre, 1981.
  • Billu, su zovaneddu, in I poeti del premio Ozieri, vol. II, Cagliari, Edizioni Della Torre, 1981.
  • Doch wenn dann, mit leuchtenden Augen (traduzione tedesca di Ma kando kin s'okru lukende), a cura di W. Dietrich, “Westermanns Monatshefte”, 3 marzo 1982.
  • Unu populu es kupinde sa zustissia. Mi naban sos amicos, in R. Manelli - G. Carubelli, Trent'anni di poesia in Sardegna, Cagliari, Fossataro, 1982.
  • Solu sa luna, inoke, érema sorre. Su banduleri bendidore de ramene. Ke bbelas a su bentu. Prantar dessu kelu. Su respiru iskurtamus. Sos ispentumor dessa bida, in M. Chiesa - G. Tesio (a cura di), Le parole di legno. Poesie in dialetto del ‘900 italiano, Milano, Mondadori, 1984.
  • Poesia ininterrompia e Campusantu marinu. Traduzioni da Paul Eluard e Paul Valéry, a cura di D. Caocci, Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi/Cuec, 2003.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Annale, rivista anarchica Volontà 1958, Archivio Fam. Mura
  2. ^ Per una inter-letteratura degli italiani in Germania (1964-2009) Di Benedetta Mannino Ed. Frank & Timme GmbH, 2012
  3. ^ Da bibliotechelogudoru.it, su bibliotechelogudoro.it. URL consultato l'8 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2012).
  4. ^ Da Su birde sas erbas, prefazione Maurizio Virdis, Illisso Edizioni 1998
  5. ^ Nel secondo Novecento il rinnovamento investe anche la lingua, determinando l'uso delle diverse varietà dialettali. Rappresentanti di spicco della poesia moderna sono il campidanese Benvenuto Lobina, il nuorese Antonio Mura, il logudorese Antonio Mura Ena. L'uso poetico del sassarese era già stato avviato da Pompeo Calvia (1857-1919) Da treccani.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • n.n., Il poeta Antonio Mura di Nuoro vince il XIII Premio Ozieri per la poesia sarda, “La Nuova Sardegna”, 29 settembre 1968.
  • G. Pinna, Antonio Mura in Antologia dei poeti dialettali nuoresi, Cagliari, Fossataro, 1969.
  • R. Marchi, Dialetto e cultura, in A. Mura, Lingua e dialetto. Poesie bilingui, Nuoro, Edizioni Barbaricine, 1971.
  • G. Filippini, Lingua e dialetto. Poesie bilingui di Antonio Mura, “L'Unione Sarda”, 3 novembre 1971.
  • S. Putzu, I cognomi sardi e un poeta elegiaco, “L'Ortobene”, 20 novembre 1971.
  • R. Ruju, La politica del poeta, “La Nuova Sardegna”, 19 marzo 1972.
  • G. Tellini, A. Mura, Lingua e dialetto. Poesie bilingui, “Il Ponte”, 31 agosto-30 settembre 1972.
  • S. Salvi, Sardigna, in Le nazioni proibite, Firenze, Vallecchi, 1973.
  • I. Delogu, Due poeti dialettali della Sardegna d'oggi, “L'Unità”, 26 marzo 1973.
  • S. Salvi, La minoranza di lingua sarda, Le lingue tagliate, Milano, Rizzoli, 1975. D.
  • P. Mingioni, A. Mura, il poeta solitario della speranza, “L'Ortobene”, 7 marzo 1977.
  • A. Sanna, Poesia tradizionale e poesia moderna in Sardegna, in Linguaggio poetico e linguaggio musicale, a cura della Biblioteca “S. Satta” di Nuoro, Cagliari, Altair, 1981.
  • Huber e Klenner, Und vir, die Klugen mondmeister, Ed Huber e Klenner 1981
  • R. Manelli - G. Carubelli, Antonio Mura, in Trent'anni di poesia in Sardegna, Cagliari, Fossataro, 1982.
  • C. Pirisi, Umanità e sardità di un poeta nuorese, “La nuova Città”, 3 maggio 1982.
  • M. Chiesa - G. Tesio (a cura di), Antonio Mura, in Le parole di legno. Poesia e dialetto del ‘900 italiano, Milano, Mondadori, 1984.
  • N. Tanda, Letteratura e lingue in Sardegna, Cagliari Sassari, Edes, 1991.
  • N. Piras, Il rame e le terre fredde: Pietro e Antonio Mura, in F. Cocco (a cura di), L'amarezza leggiadra della lingua, Atti del Convegno “Tonino Ledda e il movimento felibristico del Premio di letteratura Città di Ozieri”, Ozieri, edizioni Il Torchietto, 1997.
  • D. Caocci, Tra misura e dismisura: le traduzioni e il tirocinio poetico di Antonio Mura, “La Grotta della Vipera”, XXV, 85, 1999.
  • D. Caocci, Tràdere, tradurre, tradire, “La Grotta della Vipera”, XXV, 85, 1999.
  • G. Porcu, La parola ritrovata. Poetica e linguaggio in Pascale Dessanai, Nuoro, Il Maestrale, 2000, pp. 49, 116.
  • N. Tanda, Un'odissea de rimas nobas. Verso la letteratura degli italiani, Cagliari, Cuec, 2003.
  • S. Pilia, Poesia ininterrompia, “Nae”, III, 6, 2004.
  • G. Porcu, La poesia ininterrotta di Antonio Mura, in "Portales", n. 5, dicembre 2004, pp. 266-268.
  • G. Porcu, La poesia in lingua sarda, in Nuoro e il suo volto, a cura di O. Alberti e A. Caocci, Sassari, Carlo Delfino editore, 2014, pp. 256-258.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sardegnacultura.it (PDF). URL consultato il 7 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2013).
  • Filologiasarda.eu.
  • Sardegnadigitallibrary.it. URL consultato il 7 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Cuec.eu[collegamento interrotto].
  • Poesias.it.
  • Editoriasarda.it.
  • Tesionline.it.
  • Sardegnacultura.it.
  • Luigiladu.it.
Controllo di autoritàVIAF (EN78320305 · ISNI (EN0000 0000 3965 4686 · SBN CAGV016663 · LCCN (ENno00027327 · WorldCat Identities (ENlccn-no00027327