Antonio Iannotta

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Antonio Iannotta (Pignataro Maggiore, 6 giugno 1907[1]Roma, 22 marzo 1958) è stato un militare e partigiano italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureato in giurisprudenza, aveva interrotto l'attività professionale con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Dopo aver partecipato in artiglieria, come ufficiale di complemento, alla campagna militare sul fronte greco-albanese, Iannotta era stato rimpatriato nell'aprile del 1942. Nominato capitano, era stato assegnato all'Ufficio comando del XII Corpo d'armata. All'armistizio, trovandosi a Roma, era entrato subito nel Fronte militare clandestino, guidato dal colonnello Giuseppe Montezemolo.

Incaricato di mantenere i collegamenti tra i militari resistenti e le formazioni partigiane operanti nell'Italia centrale, Iannotta aveva operato soprattutto per assicurare i rifornimenti, ma quando Montezemolo fu arrestato e poi fucilato alle Fosse Ardeatine, il capitano divenne uno dei principali riferimenti dei gruppi partigiani nel Lazio. Sino al 4 giugno del 1944, ossia sino alla liberazione di Roma, Iannotta riuscì fortunosamente a sfuggire alle SS e alla polizia fascista che gli davano la caccia.

Per la sua attività nella Resistenza, Iannotta - che dopo la Liberazione aveva ripreso la professione d'avvocato e che fu anche consigliere delegato di una Società cinematografica - è stato decorato di medaglia d'oro al valor militare.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di complemento, combattente valoroso dell'attuale guerra, dopo l'8 settembre 1943 manifestò subito decisa e superba volontà di lotta contro l'oppressore nazifascista. Impareggiabile nell'organizzazione della lotta clandestina di cui è stato tra i massimi e più fattivi esponenti, in strettissimo ed operante contatto con tutte le forze della resistenza, magnifica figura della guerriglia partigiana dell'Italia Centrale, ha dimostrato in innumerevoli episodi di valore, nella dura vicenda dell'occupazione, eccezionale coraggio e dedizione incondizionata alla santità della causa. Ricercatissimo dal nemico che ne temeva capacità ed ardire, vivendo per mesi tra fucilazioni ed arresti, sprezzante di ogni pericolo, presente in ogni rischio ed in ogni incitamento, ha dato alla Patria, con l'esempio e l'azione, grandissimo apporto di eroiche e memorabili gesta. Leggendaria figura della lotta partigiana.»
— Lotta partigiana dell'Italia Centrale, 8 settembre 1943-4 giugno 1944[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]