Antonio Forni

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Antonio Forni
NascitaFombio, 6 aprile 1908
MorteCielo del Mediterraneo Occidentale, 27 agosto 1941
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
Regia Aeronautica
SpecialitàAerosiluranti
Anni di servizio1928-1941
GradoTenente di vascello
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieOperazione Substance
Decorazionivedi qui
Studi militariAccademia Navale di Livorno
dati tratti da A testa bassa contro il nemico[1]
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Antonio Forni (Fombio, 6 aprile 1908Cielo del Mediterraneo Occidentale, 27 agosto 1941) è stato un aviatore e marinaio italiano, che con il grado di tenente di vascello della Regia Marina, operò come osservatore d'aeroplano in Africa Orientale Italiana durante le prime fasi della seconda guerra mondiale. Rimpatriato nel gennaio 1941, fu assegnato alla specialità aerosiluranti della Regia Aeronautica, in seno alla 283ª Squadriglia Autonoma. Fu decorato con Medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il coraggio dimostrato in combattimento.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Fombio, provincia di Milano, il 6 aprile 1908,[2] e si arruolò nella Regia Marina come volontario nel 1927.[1] Entrò nell'Accademia Navale di Livorno come Allievo Ufficiale di complemento, e nel novembre 1928 fu promosso guardiamarina.[1] Tra il 1931 e il 1932 prestò servizio in Cina, assegnato al Battaglione San Marco incaricato di difendere la Concessione italiana di Tientsin.[3] Rientrato in Patria frequentò il corso per osservatore d'aeroplano a Taranto, conseguendo il brevetto nel 1934, prestando servizio in successione presso le Squadriglie idrovolanti da ricognizione marittima 188ª, 143ª e infine 183ª di stanza ad Elmas (Sardegna).[4] Nel corso del 1936 divenne sottotenente di vascello, ruolo speciale, venendo promosso sei mesi dopo al grado di tenente di vascello.[1] Nel dicembre 1937 fu trasferito in Africa Orientale Italiana, assegnato alla base aerea di Gura (Eritrea).[3]

Con l'entrata in guerra dell'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, prese parte a numerose azioni di guerra sul Mar Rosso in seno alla 187ª Squadriglia, rimpatriando nel febbraio 1941.[3] Dopo aver frequentato il corso per aerosiluranti sull'aeroporto di Gorizia, fu assegnato alla 283ª Squadriglia Autonoma aerosiluranti. Nel mese di luglio partecipò alle operazioni contro il convoglio navale inglese “Substance”, operando dalla Sardegna.[3]

Il 27 agosto 1941[5] il suo aereo prese parte ad una missione contro l'incrociatore ausiliario inglese Deucalion da 12 000 tonnellate che stava navigando 40 miglia a nord[5] di Capo Bougaron (Algeria)[3] insieme ad un altro aerosilurante Savoia-Marchetti S.79 Sparviero pilotato da tenente Alessandro Setti[6] appartenente alla 280ª Squadriglia.[5] Il suo aereo doveva compiere una manovra diversiva atta a costringere la nave inglese a rallentare e deviare la rotta, consentendo al velivolo di Setti di lanciare il siluro da posizione più favorevole.[3] Inquadrato dal tiro contraereo delle armi di prua il suo S.79 venne abbattuto,[N 1] precipitando in mare con la morte di tutto l'equipaggio.[7] Il suo corpo, tenuto a galla da un salvagente, fu avvistato il giorno successivo da un aereo della 280ª Squadriglia pilotato dal tenente Francesco Aurelio Di Bella, e recuperato da un sommergibile.[7][N 2]

Per onorarne la memoria venne decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare[8] così come al suo pilota, il tenente Pietro Donà delle Rose.[9]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Partecipava due volte nella stessa giornata, all'attacco di una potente formazione navale nemica scortata da portaerei. Entrambe le volte attaccato da preponderanti forze da caccia, contribuiva all'abbattimento sicuro di tre apparecchi nemici e a quello probabile di un quarto. Nel secondo combattimento, con l'apparecchio ripetutamente colpito e con feriti a bordo, protraeva la strenua difesa del velivolo sino a quando gli attaccanti, duramente provati erano costretti a ripiegare. In una successiva azione di siluramento contro un incrociatore nemico, nella quale il suo apparecchio aveva il compito di impegnare al massimo il fuoco dell'incrociatore per consentire, ad altro aerosilurante, di effettuare il lancio con esito sicuro, incurante del rischio mortale permaneva sotto il tiro concentrato permettendo così il pieno raggiungimento dello scopo. Centrato dal fuoco della nave precipitava in mare, superbo esempio di tenace ardimento e di dedizione fino al sacrificio. Cielo del Mediterraneo Occidentale, 23 luglio 1941
— Regio Decreto 26 settembre 1942[10]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale osservatore ardito ed abile, compiva numerose audaci missioni belliche contro preponderanti convogli e lontane munite basi nemiche, contribuendo sempre efficacemente ad infliggere gravi perdite al nemico. Cielo del Mar Rosso, 12 giugno-settembre 1940
— Regio Decreto 20 novembre 1941[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Secondo fonti inglesi il siluro lanciato dal suo aereo passò a circa 100 metri dalla nave, mentre quello di Setti colpì di striscio la fiancata della nave senza esplodere.
  2. ^ Durante l'esame autoptico i medici stabilirono che era morto per assideramento.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Mattioli 2013, p. 8.
  2. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 176.
  3. ^ a b c d e f Mattioli 2013, p. 10.
  4. ^ Combattenti Liberazione.
  5. ^ a b c Mattioli, Postlethwaite 2014, p. 23.
  6. ^ Mattioli 2013, p. 7.
  7. ^ a b Mattioli 2013, p. 11.
  8. ^ Mattioli, Postlethwaite 2014, p. 24.
  9. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 107.
  10. ^ Bollettino Ufficiale 1942, disp.42, pag.2242 e B.U. 1943, disp. 1, pag.46.
  11. ^ Determinazione del 10 gennaio 1941.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
  • (EN) Marco Mattioli e Mark Postlethwaite, Savoia-Marchetti S.79 Sparviero Torpedo-Bomber Units, Botley, Osprey Publishing Company, 2014, ISBN 1-78200-809-8.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
Periodici
  • Marco Mattioli, A testa bassa contro il nemico, in Aerei nella Storia, n. 88, Parma, West-Ward Edizioni, febbraio-marzo 2013, pp. 6-11, ISSN 1591-1071 (WC · ACNP).
  • Nico Sgarlato, Le Aquile dell'Impero, in Ali di Gloria, n. 3, Parma, Delta Editrice, aprile-maggio 2012.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]