Antonio Curò

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Antonio Curò

Antonio Curò (Bergamo, 21 giugno 1828Bergamo, 10 maggio 1906) è stato un ingegnere, alpinista ed entomologo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato da famiglia di origine svizzera proveniente da Celerina, località dell'alta Engadina, inizia gli studi in Svizzera francese e si sposta in seguito a Parigi, dove si laurea in ingegneria. Patriota Italiano nel 1848, cacciatore delle alpi al seguito di Garibaldi durante la Seconda guerra d'indipendenza italiana.[1]

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Attivo entomologo, in 40 anni di attività si occupò principalmente di Lepidotteri: colleziona 12.000 esemplari appartenenti a 57 famiglie di 4.827 specie, provenienti da ogni parte del mondo. La sua collezione è attualmente conservata presso il museo civico di scienze naturali Enrico Caffi di Bergamo, assieme ad altri esemplari collezionati da Renato Perlini, da lui introdotto alle scienze naturali.[2]

Alpinista[modifica | modifica wikitesto]

Appassionato naturalista e amante della montagna, la sua impresa alpinistica più rilevante è stata la prima ascensione della Presolana, la cui vetta più elevata fu raggiunta per la prima volta il 4 ottobre 1870 con il cugino Federico Frizzoni e il tagliapietre Carlo Medici, che in seguito diverrà guida alpina. Questa salita verrà da lui descritta in una dettagliata relazione di 11 pagine. Ritornerà in seguito diverse volte sulla montagna, cercando altre vie di salita. [3]

Negli anni seguenti tra le altre realizzazioni effettua salite nel gruppo del Bernina, al Piz Corvatsch, Pizzo delle Tre Mogge e Pizzo Zupò, effettuate con le guide engadinesi N. Mueller, Peter Jenny e Hans Grass.[4]

Il 14 aprile 1873 fonda la Sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano assieme a Matteo Rota e altri 28 soci fondatori. Dal 1870 al 1900 lui e altri alpinisti del C.A.I. di Bergamo, da lui presieduto, salgono sulla maggior parte delle vette orobiche. Tra gli altri alpinisti si ricordano le guide Antonio Baroni, Carlo Medici, Ilario Zamboni e Isaia Bonetti.[5]

Nello stesso periodo, assieme agli altri pionieri del C.A.I. di Bergamo, edificò tre rifugi alpini:

- la Cà Brunona, attualmente Rifugio Baroni al Brunone, inaugurato nel 1879, posto lungo la risalita verso il Pizzo Redorta,

- il rifugio Curò al Barbellino, attualmente Rifugio Antonio Curò, inaugurato nel 1886 e a lui dedicato, posto lungo le risalite verso il Pizzo del Diavolo della Malgina, le Cime di Caronella, il Monte Torena, il Pizzo Strinato. Il Monte Gleno, il Pizzo Recastello, il Pizzo dei Tre Confini e il Pizzo Coca,

- il Rifugio Laghi Gemelli, inaugurato nel 1900, posto lungo le risalite per il Pizzo del Becco, il Pizzo Farno, il Monte Corte e il Pizzo dell'Orto.

Muore a Bergamo il 10 maggio del 1906 all'età di 78 anni.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Antonio Curò si distinse, insieme a Francesco Nullo e Silvio Contro, nella liberazione di Bergamo, su treccani.it. URL consultato il 19 giugno 2018.
  2. ^ Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo Enrico Caffi: Insetti, su museoscienzebergamo.it. URL consultato il 19 giugno 2018.
  3. ^ Angelo Gamba, Presolana 1870-1970, Bergamo, Bolis, 1971
  4. ^ Antonio Curò, Escursioni nelle Alpi del Bernina, 1874.
  5. ^ la sezione di bergamo del CAI, su caibergamo.it. URL consultato il 19 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2018).
  6. ^ Premio lepidotterologico Antonio Curò, su museoscienzebergamo.it. URL consultato il 19 giugno 2018.

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