Antonio Cassitta

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Antonio Cassitta

Senatore della Repubblica Italiana
Gruppo
parlamentare
Partito Comunista Italiano
CircoscrizioneSardegna
CollegioCalangianus
Incarichi parlamentari
6ª Commissione permanente - Istruzione pubblica e belle arti
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Comunista di Sardegna

Partito Comunista Italiano

Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
ProfessioneAvvocato

Antonio Cassitta (Calangianus, 5 gennaio 1898Calangianus, 1º aprile 1971) è stato un politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Calangianus da una famiglia di piccoli proprietari agricoli, rimase orfano di padre a soli otto mesi. Fu a Calangianus che conobbe da ragazzo l'idea socialista, influenzato particolarmente da sue conoscenze strette. Nel 1912 si trasferì a Sassari per frequentare il ginnasio, entrando in contatto con l'ambiente socialista sardo. Nel 1914 aderì alla sezione giovanile del Partito socialista italiano, nella quale dai primi dell'anno militava anche Luigi Polano, con cui legò un particolare rapporto: insieme organizzarono nel 1916 il locale circolo giovanile socialista che tenne il 5 marzo 1916 a Sassari il suo congresso di costruzione. Antonio Cassitta ne divenne dirigente.

Iscrittosi alla facoltà di medicina dell'università di Sassari, nel 1916 fu chiamato al fronte e inviato al corso per allievi ufficiali di fanteria a Modena. Nel 1917, col grado di sottotenente, partì verso il fronte. Qui venne condannato a 10 anni di reclusione dopo il ritrovamento nel suo zaino di diversi volantini contro la guerra.

Rientrato in Sardegna riprese l'attività politica nella gioventù socialista, contribuendo alla creazione della federazione giovanile socialista in Gallura. Durante il dibattito che precedette la scissione di Livorno si schierò apertamente per la parte comunista, aderendo al PCd'I.

Nel marzo 1921, trasferitosi a Roma, fu eletto segretario dell'Unione della gioventù comunista romana e gli fu affidata la direzione dei foglio dei giovani comunisti L'Avanguardia. Nel giugno di quell'anno fu inviato dal partito al III congresso dell'Internazionale comunista, garantendo al Cassitta un primo contatto diretto con la realtà della rivoluzione sovietica. Nel marzo del 1922 fu eletto nel comitato centrale della federazione giovanile comunista, in rappresentanza della Sardegna. Quell'anno partecipò a Dússeldorf ad un congresso internazionale contro la guerra.

Nel maggio 1923, vivendo a Milano sotto il falso nome di Giuseppe Castelli, era membro del comitato esecutivo nazionale della FGCd'I, anch'egli vittima dell'imponente "battuta anticomunista" del governo fascista. Fu arrestato nella sede clandestina dell'organizzazione e detenuto per nove mesi nel carcere di San Vittore. Venne quindi liberato senza processo ed obbligato al domicilio a Calangianus. Nel 1924 fu incluso nella lista che il PCd'I tentò di presentare in Sardegna per le elezioni politiche.

Nel luglio 1924 ritornò a Milano. Alla fine dell'anno si trasferì a Roma, iscrivendosi al secondo anno del corso di laurea in giurisprudenza. Nell'aprile 1927 subì una diffida da parte della Commissione provinciale, a causa del suo precedente in carcere. Dovette così trasferirsi a Sassari, dove si laureò in giurisprudenza. Tornerà definitivamente a Calangianus per trascorrervi gli anni del fascismo, sorvegliato ovunque e impedito ad esercitare la professione di avvocato. Nel 1930 si sposò.

Tornò alla politica in seguito alla caduta del governo Mussolini. Nei primi mesi del 1944 fu tra i fondatori del Partito comunista di Sardegna.

Nel marzo 1944 il I congresso regionale del PCI, riunito ad Iglesias, classificò come anti-unitarie le posizioni dei membri del Partito comunista di Sardegna. Nel maggio Antonio Cassitta rientrava nel partito, in seguito alla dissoluzione del PCS. Il 18 aprile 1948 il PCI lo candidò per il Senato e il 1º luglio 1952 succedette nel seggio a Giuseppe Cavallera. Morì a Calangianus, sua cittadina natale, il 1º aprile 1971.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ CASSITTA, Antonio in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 23 agosto 2016.
  2. ^ Parco Cassitta - Wikimapia, su wikimapia.org. URL consultato il 23 agosto 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Melis, in Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, 1853-1943, I, Roma 1975, pp. 523-527.
  • P. Togliatti, Opere, I, 1917-1926, a cura di E. Ragionieri, Roma. 1967, pp. 743, 751-752.
  • P. Spriano, Storia del Partito comunista italiano, I, Torino 1967, pp. 191, 263.
  • Il Lavoratore. Settimanale comunista sardo, a cura di G. Bonanno, Cagliari 1974, pp. 18, 96, 132, 251.
  • G. Melis, I partiti operai in Sardegna dal 1918 al 1926, in Storia dei partiti popolari in Sardegna 1890-1926, a cura di L. Berlinguer, Roma 1977, pp. 179, 220, 253.
  • F. Manconi, Il PSI in Sardegna dalle origini alla grande guerra, ibid., pp. 155-156.
  • P. Sanna, Storia dei PCI in Sardegna dal 25 luglio alla Costituente, Cagliari 1977,passim.
  • F. Spami Satta, Il Dio seduto. Storia e cronaca della Sardegna 1942-1946, Sassari 1978, pp. 217, 225, 252, 253, 336.
  • L'antifascismo in Sardegna, a cura di M. Brigaglia - F. Manconi- A. Mattone - G. Melis, Cagliari 1986, pp. 130, 274.
  • Guido Melis, CASSITTA, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 34, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1988. URL consultato il 29 dicembre 2017. Modifica su Wikidata

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]