Antonio Bezzola

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L'idolo, scultura di Bezzola qui ripresa da Antonio Paoletti[1]

Antonio Bezzola (Campione d'Italia, 3 giugno 1846Milano, 20 aprile 1929) è stato uno scultore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Bezzola nacque a Campione d'Italia, in provincia di Como, il 3 giugno 1846. Allievo ornatista dello zio Gian Battista Boni, l'artista entrò all'Accademia di Brera nell'anno 1861 e ebbe come maestri Pietro Magni e Giovanni Strazza per la scultura, e Francesco Hayez per il nudo artistico: in questi anni realizzò un Caino, andato distrutto. Terminati gli studi a Brera nel 1869, fu espositore all'Esposizione internazionale viennese del 1873 e a Milano, ove pose definitivamente la sua residenza, nel 1875, 1877, 1881, 1896 e 1897. In questo giro d'anni Bezzola andò licenziando diverse opere di rilievo: di queste, si segnalano i bassorilievi per il monumento a Napoleone III, alcuni gugliotti del duomo di Milano e numerosi busti, che rappresentano i frutti artistici di un anno trascorso a Londra (che visitò nel 1898). Morì infine a Milano il 20 aprile 1929.[2]

Stile e opere[modifica | modifica wikitesto]

Memore della lezione lombarda di Giuseppe Grandi, il Bezzola fu un «valente modellatore di pieni volumi in marmo e in bronzo e di altorilievi fortemente espressivi e veramente notevoli per i tempi»: fu tuttavia egli un artista timido, circospetto per natura e senza appoggi, tanto che non riuscì ad affermarsi presso il grosso pubblico.[2]

Del Bezzola esiste un cospicuo numero di opere, che in gran parte sono proprietà privata; ciò malgrado, l'artista è rappresentato nella Galleria d'arte moderna di Milano e in musei a Londra, Dresda, New York[senza fonte]. Fra queste sono da ricordare I capricci del modellino (1873), in proprietà privata a Vienna; L'idolo (1891), presso gli eredi Bezzola, che raffigura una donna nell'atto di reggersi a una colonna sormontata da un'ilare testa maschile;[3] la Chirurgia nel monumento Bottini a Stradella; il busto ritraente Antonio Ghislanzoni presso la piazza della stazione ferroviaria di Lecco; il Tempo (1884) per la tomba Rossi al Cimitero Monumentale di Milano; il Crocifisso nella tomba Strada nel cimitero di Bresso. Significativa è anche la produzione di ritratti, che egli eseguì numerosi.[2]

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Come già accennato, Antonio Bezzola non riuscì a godere di un certo livello di notorietà presso il grande pubblico, e di lui non si hanno che fuggevoli cenni. Ciò malgrado, il suo ricordo è mantenuto vivo grazie alla toponomastica italiana, che ha tributato omaggio allo scultore con due vie a lui intitolate, una a Milano (nei pressi dello stadio San Siro) e l'altra a Campione d'Italia.

La sua città natia ha ricordato Bezzola con l'apposizione di un'epigrafe, che recita:

«Continvatore Geniale
della Tradizione Campionese
ANTONIO BEZZOLA
SCVLTORE
Onorò con le Opere
Qvesta sua Terra Natia
Campione 1846 Milano 1929»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Laura Casone, Scultura - L'idolo - Antonio Bezzola - Milano - Galleria d'Arte Moderna, su lombardiabeniculturali.it, 2009. URL consultato il 20 marzo 2016.
  2. ^ a b c Della Chiesa.
  3. ^ L'idolo, su sirbecweb.partnertecnologico.it. URL consultato il 29 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2016).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Angela Ottino Della Chiesa, BEZZOLA, Antonio, collana Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 9, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1967, SBN IT\ICCU\RAV\0018867. URL consultato il 20 marzo 2016.