Annamaria Ciarallo

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Annamaria Ciarallo (Napoli, 28 agosto 1948Nocera Inferiore, 7 aprile 2013) è stata un'archeologa e botanica italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1976 si laurea in Scienze Biologiche all'Università Federico II di Napoli con una tesi di laurea in botanica sulla tolleranza al freddo delle piante.

Dopo un lungo periodo di preparazione all'Orto Botanico di Napoli e successivamente al Museo Archeologico di Napoli, dove presta attività volontaria, nel 1980 vince un concorso come biologa nel Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, ricevendo l'incarico di Direttore Biologo.

Nel 1989 approda allo storico sito archeologico di Pompei. Qui dirige, applicando tecniche innovative, le delicate operazioni di eliminazione delle piante infestanti che minacciano l'integrità dei mosaici, degli affreschi e delle strutture architettoniche esposte[1]. Contemporaneamente, si occupa della trasformazione del verde, mediante la ricostruzione degli horti e delle aiuole dopo avere identificato la originaria struttura mediante lo studio dei calchi delle antiche radici, dei legni e dei pollini e con il supporto dell'iconografia parietaria e della letteratura classica. Dopo l'area archeologica di Pompei si occupa degli altri siti dell'allora unitaria Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei[2].

Annamaria Ciarallo con il Presidente degli USA, Bill Clinton e famiglia in occasione della loro visita a Pompei il 10 luglio 1994

Autrice di numerose pubblicazioni e relatrice in conferenze sia in Italia che all'estero, tradotte anche in altre lingue, si è occupata in particolare della ricostruzione del paesaggio vesuviano del 79 d.C. con la realizzazione dell'Antiquarium di Boscoreale.

Nel 1992 è promotrice del Laboratorio di Ricerche Applicate della Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Pompei e Napoli [3] di cui viene nominata Responsabile. Il Laboratorio è, tuttora, fulcro di un'estensiva attività di ricerca volta a studiare e divulgare molti aspetti della vita quotidiana degli antichi pompeiani. Nel 2022 il Laboratorio sarà intestato ufficialmente proprio alla sua memoria[2].

Gli studi compiuti direttamente da Annamaria Ciarallo vertono principalmente nell'ambito bioarcheologico ma il Laboratorio è stato in grado di attrarre studiosi da tutto il mondo che hanno operato in sinergia determinando un approccio interdisciplinare. Tra le iniziative svolte sotto la sua direzione meritano particolare menzione la Mostra internazionale Homo Faber [4], lo studio multidisciplinare sulla casa di Giulio Polibio[5] da cui è derivata una successiva vasta letteratura.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Annamaria Ciarallo, Lello Capaldo, Viaggio nel Regno di Napoli - Note e commento al "Viaggio in alcuni luoghi della Basilicata e della Calabria Citeriore" di L. Petagna, G. Terrone, M. Tenore, pubblicato a Napoli nel 1827. Napoli, Sergio Civita, 1988.
  • Lello Capaldo, Annamaria Ciarallo, Giulio Pane, Il paesaggio del Sud, itinerari imprevisti in Campania. Napoli, Guida, 1989.
  • Annamaria Ciarallo, Orti e giardini della antica Pompei. Napoli, Fausto Fiorentino, 1992.
  • Lello Capaldo, Annamaria Ciarallo, Lucania: storie di terra, di cielo, di acque. Napoli, Fiorentino, 1993.
  • A. Ciarallo, L. Capaldo, Federico II a Melfi: ritrovato il vero volto dell’Imperatore. Napoli, Procaccini, 1994.
  • Annamaria Ciarallo, Lello Capaldo, Viaggio al Vulture. Commento al diario di viaggio di Tenore e Gussone (1838). Venosa, Osanna, 1995.
  • Annamaria Ciarallo, Verde pompeiano. L'Erma di Bretschneider, 2001.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

A lei è stato intitolato il Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco Archeologico di Pompei[2][6]

A dieci anni dalla scomparsa le è stato conferito il Premio UTE-Nuceria[7][8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Annamaria Ciarallo, Strategie di controllo della vegetazione infestante (PDF), su amicidipompei.com, III, "l'erma" di Bretschneider, 1989, p. 243.
  2. ^ a b c Le motivazioni ufficiali dell'intitolazione del Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco Archeologico di Pompei ad Annamaria Ciarallo (PDF), su pompeiisites.org.
  3. ^ Laboratorio di ricerche applicate del Parco Archeologico di Pompei, su pompeiisites.org.
  4. ^ Mostra Homo Faber, su museogalileo.it.
  5. ^ A. Ciarallo, E. de Carolis; “La casa di Giulio Polibio- studi interdisciplinari” – Ed. centro studi arti figurative università di Tokyo. A cura di con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Pompei, 2002..
  6. ^ Le motivazioni dell'intitolazione del Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco Archeologico di Pompei: Biologa di formazione, nel 1980 divenne funzionaria per l’allora Ministero per i Beni Ambientali e Culturali. Arrivata a Pompei per gestire la problematica del verde, riuscì a tramutare quello che era stato fino ad allora un tallone di Achille in uno dei punti di forza del sito. Infatti, dopo aver gestito la bonifica dalle piante infestanti, tramutò proprio quel verde da nemico ad alleato, curandone la manutenzione e istituendo l’Ufficio Botanico. Conscia degli spunti di ricerca unici di un sito che ancora conservava giardini domestici e di grande produzione, si dedicò allo studio del paesaggio, delle colture e della flora antica, tanto da divenirne grande esperta. Dalla sua esperienza e dalla sua tenacia nel 1994 nacque, in collaborazione con il CNR, il Laboratorio di Ricerche'Applicate dove poté esprimere appieno le sue capacità di studiosa.'Indirizzò i suoi studi in particolare sulla ricostruzione del paesaggio vesuviano del 79 d. C. e sui dei giardini nell'antica Pompei, con uno spiccato interesse per il rapporto fra la città e l’ambiente, oggi come allora, va a lei il merito di aver percepito e tutelato la Pompei attuale'come ecosistema complesso da proteggere. Ricercatrice curiosa e appassionata, non si limitò alla propria materia, su cui scrisse'numerosi articoli e monografie, ma allargò l’ambito della ricerca all’archeozoologia, all’antropologia, alle scienze geologiche e vulcanologiche e alla diagnostica, di fatto aprendo la via a un nuovo modo di intendere le ricerche scientifiche in ambito archeologico. Esse infatti erano non più concepite come hard science a soccorso di una materia umanistica come l’archeologia, ma finalmente parte di un concetto di ricerca olistico, all’interno di un pioneristico concetto di trasdisciplinarietà. Grande cura e attenzione dedicò anche alla conservazione di quei reperti unici che il sito aveva custodito per millenni. Fu sua l’idea di una conservazione preventiva del materiale'tramite la creazione, contestualmente al laboratorio, di una camera climatizzata a temperatura e umidità costante che ne prevenisse il degrado e li conservasse per il futuro. Parlando di futuro, fu artefice non solo di un grande lavoro didattico per i più giovani tramite'la creazione di realtà come l’Orto Botanico, il Vivaio e il Vigneto Didattico, ma anche della formazione di una intera generazione di giovani studiosi, che ora sono a loro volta professori e ricercatori nelle materie di competenza. Sempre lei ebbe l’intuizione di supportare le attività scientifiche con molteplici convenzioni con i migliori istituti di ricerca italiani e stranieri, di cui molte sono ormai consolidate. A lei, per tutti questi motivi, si intitola il Laboratorio che volle fortemente, che da oggi si chiamerà “Laboratorio di Ricerche Applicate Annamaria Ciarallo"
  7. ^ La motivazione del Premio UTE-Nuceria 2023 intestato alla memoria di Annamaria Ciarallo: scienziata di grande sensibilità umana, che ha saputo spiegare come fare archeologia in modo diverso, rendendo possibile a un mondo che sembrava definitivamente perduto di rivivere nei suoi colori e nel gusto dei suoi sapori.
  8. ^ Sito UTE- Nuceria, su utenuceria.it.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN14899612 · ISNI (EN0000 0000 8094 1986 · SBN CFIV093353 · BAV 495/84660 · LCCN (ENn88297880 · GND (DE1225988071 · BNF (FRcb12842307c (data) · J9U (ENHE987007444879305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n88297880