Anna Maria Rimoaldi

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Anna Maria Rimoaldi (Roma, 23 novembre 1924Poggio, 2 agosto 2007) è stata una regista, sceneggiatrice e organizzatrice culturale italiana.

Dal 1986 sino alla sua morte è stata l'organizzatrice del Premio Strega.

Anna Maria Rimoaldi

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Roma il 23 novembre 1924. Laureata in Matematica alla Sapienza Università di Roma, nel 1946 è tra i fondatori del Centro Universitario Teatrale. I primi anni del dopoguerra la vedono impegnata nella messa in scena di numerosi drammi e commedie tra cui Minna di Mirnhalem di Lessing, La Celestina di De Rojas, Gli innamorati di Goldoni, dirigendo attori come Gabriele Ferzetti, Giulietta Masina e Marcello Mastroianni. Per la Rai cura inoltre la trasposizione televisiva e radiofonica di opere di Manzoni, Deledda, Sand e Eliot.

A metà degli anni Sessanta incontra Maria Bellonci, con la quale avvia un lungo sodalizio umano e professionale. Per sette anni Anna Maria lavora fianco a fianco con Bellonci alla scrittura di uno sceneggiato televisivo su Isabella d’Este, che la Rai non riuscirà mai a produrre. La sceneggiatura tuttavia sarà in parte riutilizzata nella stesura di Rinascimento privato (1985), ultimo romanzo di Bellonci e suo testamento spirituale.

In questi anni il sostegno di Anna Maria Rimoaldi si rivela sempre più indispensabile al lavoro della scrittrice[senza fonte], che si avvale della collaborazione dell’amica anche per Il Milione di Marco Polo (1980) e per la realizzazione televisiva del racconto Delitto di Stato, per la regia di Gianfranco De Bosio.

Erede di Maria Bellonci, Anna Maria Rimoaldi crea nel 1986 e dirige ininterrottamente la Fondazione dedicata alla scrittrice e al marito Goffredo.

Il 2 agosto 2007 si è spenta a 82 anni nella sua casa elbana di Poggio, borgo collinare che aveva eletto a suo buen retiro fin dal 1953.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fondazione Bellonci, su fondazionebellonci.it. URL consultato il 3 febbraio 2022.
  2. ^ Dettaglio decorato sul sito Presidenza della Repubblica

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Controllo di autoritàVIAF (EN75703602 · ISNI (EN0000 0000 3693 2222 · SBN CFIV033406 · LCCN (ENn2004024697 · WorldCat Identities (ENlccn-n2004024697