Aniceto Del Massa

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Aniceto Del Massa

Aniceto Del Massa (Prato, 7 febbraio[1] 1898Roma, 7 dicembre 1975) è stato uno scrittore ed esoterista italiano, di orientamento neopitagorico e antroposofico. Si descrisse così in una sintesi:

«Sono esperto in numerologia; ma non so quale sia il mio numero; sono esperto in astrologia ma il 16 giugno non ho saputo decifrare che sarei caduto dal filobus, e così eccomi qui a scrivere con la mano sinistra, sono esperto in arti molteplici e non ho mai pensato di servirmene o di trarne qualche utilità; ma so di essere un incapace, un buono a nulla come il mio grande vecchio bambino che mi ha iniziato al Tao e mi ripeto le parole, per trarne sempre luminoso ardire, della grandissima D'Avila: "ce qu'il y a pour moi de plus naturel, c'est de ne réussir en rien".

Tutta la mia vita come la vedo dalla sommità di questa forzata inerzia è, infatti, la prova che io non sono mai riuscito in nulla. Ciò premesso proseguiamo. Zen ed altro.»

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Autodidatta,[3] personalità poliedrica, di difficile classificazione, anomala e trasversale nel panorama culturale italiano del Novecento, ha avuto una vita intensa, segnata da molteplici interessi: letteratura, arte, filosofia, politica, astrologia ed esoterismo neopitagorico, studi sulla razza. Ha attraversato il futurismo e il fascismo, sviluppando teorie in alcuni casi prossime al pensiero anarchico, con molti contatti con la figura di Julius Evola, del quale fu amico e collaboratore.

Dopo essersi arruolato come Sottotenente di complemento ai primi del 1917, alla fine della guerra si iscrive all'Accademia di Belle Arti. Qui prima aderisce al futurismo, poi ai moti fascisti.

A partire dal 1920 ha studiato le opere di Rudolf Steiner, mantenendo una costante adesione al movimento antroposofico nel corso della sua vita.[4][5]

Mediante la frequentazione di Giorgio de Chirico,[6] entra nell'ambiente spiritualista italiano, partecipa ad alcune sedute spiritiche fatte presso un circolo spiritico toscano denominato "Veritas"; indi aderisce, neopitagorico, alla Schola Italica di Armentano e Reghini. Riguardo alle sue esperienze di tipo metapsichico, ci lascia, nei suoi appunti, queste interessanti note: «è ben difficile quando si evocano forze spirituali non per via diretta ma con l'aiuto di un medium, non cadere in balìa di ciò che non si conosce; così, poi, subentra, la diffidenza per tutto e tutti. Quando in modo particolare codeste forze entrano nei casi della nostra vita privata occorre star bene con gli occhi aperti perché possono accadere dei veri e propri disastri. Lo spiritismo non è un metodo e come via sarebbe troppo facile».[7]

Nel 1924 collabora al mensile di studi iniziatici Atanòr, diretto da Arturo Reghini, sul quale pubblica tre recensioni e un articolo di argomento pitagorico intitolato "Palingenesi e reincarnazione".[8] Sulla stessa rivista, cui Reghini cambia il nome che divènta Ignis, pubblica, nel 1925, un altro articolo sullo stesso argomento, dal titolo "Il Pitagorismo di fronte alla Scienza Occidentale".[9] Il metodo di lavoro è quello che Reghini indica a Del Massa in questi termini: «i collaboratori di Atanòr non sono degli specialisti di occultismo nel senso che a questo termine viene dato dai più ma studiosi e ricercatori i quali, anziché rifuggire da ciò che è scienza e ricerca attuale, si son proposti di mettere sullo stesso piano delle altre la scienza occulta».[10]

Amico di Arturo Reghini, aderì al Gruppo di Ur e alla rivista che ne fu esteriore espressione, forse con lo pseudonimo di "Sagittario",[11][12] autore di un articolo (Risveglio) pubblicato sulla rassegna evoliana Krur.[13] Tale identificazione tuttavia potrebbe essere errata.[14] Le sue posizioni si inquadrano nell'ambito di una cultura aristocratica in chiave spirituale, che punta a reinterpretare la realtà ordinaria.

A partire dal 1928 comincia la lunga collaborazione al quotidiano La Nazione, ove per decenni si occuperà di letteratura e d'arte.

Al crollo del regime, nel 1943 dal fronte polacco torna in Italia: benché sia sempre stato visto con sospetto, in ambito fascista, per le sue idee non ortodosse anzi del tutto autonome, partecipa alla Repubblica Sociale Italiana, col ruolo di dirigente del controspionaggio. In questo periodo aderisce fra gli altri, alle tesi razziali di Evola, promuovendo un'interpretazione in chiave spirituale, non materialista, del concetto di razza.

Al termine della seconda Guerra Mondiale, viene sottoposto a breve carcere: uscitone, si dedica soprattutto alla critica d'arte, raccoglie le sue riflessioni estetiche in vari libri. Dirige, dal 1952 al 1961, la Terza Pagina del Secolo d'Italia, al quale procura la collaborazione di Julius Evola e di Attilio Mordini, frequenta parecchio Ezra Pound, conosciuto durante l'ultima Guerra,[15] e con lui avvia un lungo dialogo epistolare: lettere oggi in fase di studio.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Atlante dell'incisione moderna (con Vittorio Pica), Rinascimento del Libro, Firenze, 1928.
  • Lorenzo Viani, Hoepli, Milano, 1934.
  • Gianni Vagnetti, Milano, 1941.
  • Cronache. Uomini e idee. Occasioni di critica e d'arte, Vallecchi, Firenze, 1941.
  • Poesia. Quaderno primo, Cya, Firenze, 1943.
  • Razzismo ebraismo, Mondadori, Verona, 1944.
  • Maestri italiani del disegno dal secolo XV al secolo XVIII, Lauricella e Ronzon, Roma, 1957.
  • Krimer pittore, Zappa, Sarzana, 1959.
  • Sigfrido Bartolini, Ateneo Científico, Literario y Artístico de Madrid, Publicaciones Españolas, 1966.
  • Giulio Marelli (catalogo), Edizioni Galleria Canova, Roma (senza data).
  • Rembrandt. Le acqueforti (con lo pseudonimo di Pietro Gasti), Ronzon, Roma, 1969.
  • Dürer. Le acqueforti (con lo pseudonimo di Pietro Gasti), Ronzon, Roma, 1970.
  • Pagine esoteriche, a cura di Angelo Iacovella, La Finestra, Trento, 2001.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Angelo Iacovella, introduzione a: Aniceto del Massa, Pagine esoteriche, Trento, La Finestra, 2001, p. 15.
  2. ^ Da un appunto senza data dei primi anni '60 citato in Pagine esoteriche, a cura di Angelo Iacovella, La Finestra, Trento, 2001.
  3. ^ «Dopo un'intensa giovanile esperienza religiosa, abbandonai la scuola [...]; la scuola, i sistemi, le formule chiuse, ogni catena, insomma, imposta alla libertà dello spirito, sono stati oggetto della mia costante avversione» (Angelo Iacovella, introduzione a: Aniceto del Massa, Pagine esoteriche, Trento, La Finestra, 2001, p. 18).
  4. ^ Aniceto del Massa, Cronache: Uomini e idee, Firenze, Vallecchi, 1941, pp. 5-6.
  5. ^ «Approvo Steiner ove insiste nel porre in rilievo che l'insegnamento deve divenire vita per essere fruttifero; e più vado avanti nello studio e nelle esperienze più mi convinco che è inutile su tale argomento conoscere se conoscere non conoscere non significa realizzare...» (6 marzo 1929, cit. da Aniceto del Massa, Pagine esoteriche, Trento, La Finestra, 2001, p. 52).
  6. ^ Angelo Iacovella, introduzione a: Aniceto del Massa, Pagine esoteriche, Trento, La Finestra, 2001, pp. 23.
  7. ^ Cfr: Pagine Esoteriche di Del Massa, pag. 45.
  8. ^ Atanòr, anno 1, n. 10-11, (agosto-settembre 1924), pp. 345-346.
  9. ^ Ignis, I, n. 6-7, (giugno-luglio 1925), pp. 161-173; e I, n. 10, (ottobre 1925), p. 289-302.
  10. ^ Pagine Esoteriche di Del Massa. Cfr. anche la sua citazione in Gianfranco de Turris, Esoterismo e fascismo: Immagini e documenti inediti, Roma, Mediterranee, 2006-2015.
  11. ^ R. Del Ponte, Evola e il magico "Gruppo di Ur", Sear, Bolzano, 1994, p. 52.
  12. ^ Michele Beraldo, Il movimento antroposofico italiano durante il regime fascista, p. 151, Carocci, Roma, 2002.
  13. ^ Ristampa anastatica a cura della casa editrice Tilopa, Teramo-Roma, 1981, pp. 292-295.
  14. ^ Aniceto Del Massa, Pagine esoteriche, a cura di Angelo Iacovella, La Finestra, Trento, 2001. p. 30, nota 17.
  15. ^ Angelo Iacovella, "Quel giorno che Confucio...Ezra Pound e Aniceto Del Massa: pagine ritrovate", Atrium, anno II, n. 1, 2000, pp. 60-67.

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