Angelo Grassi (antifascista)

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Angelo Grassi

Sindaco di Pavia
Durata mandatoaprile 1945 –
aprile 1946
PredecessoreFermo Brocchetta (podestà)
SuccessoreCornelio Fietta

Dati generali
Partito politicoPartito Comunista Italiano
ProfessioneOperaio

Angelo Grassi (Belgioioso, 3 febbraio 1903 – ...) è stato un antifascista e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Belgioioso nel 1903, figlio di contadini, abbandonò la scuola dopo il primo anno dell'istituto tecnico superiore e trovò lavoro come operaio presso la SNIA di Pavia.[1]

Nel 1921 si iscrisse al Partito Comunista Italiano e fu testimone dell'omicidio del segretario del partito Ferruccio Ghinaglia da parte dei fascisti.[1] Nel 1924 fu licenziato dalla SNIA a causa di un graffito incitante a Lenin.[2] Arrestato nel 1927, venne processato a Roma nel luglio 1928 per «attività sovversiva ai danni dello Stato» e condannato a tre anni di carcere da scontare a Regina Coeli.[1] Dopo la scarcerazione rientrò a Pavia, dove fu tenuto per altri tre anni in vigilanza speciale da parte della questura.[2]

Assunto in qualità di assistente edile presso la Necchi, riprese le attività clandestine antifasciste, compiendo piccoli atti di sabotaggio presso le fabbriche di produzione bellica e sulle linee telefoniche ed elettriche, in collaborazione con le cellule partigiane di Mirabello, Torre d'Isola e Spessa.[1] Fece stampare clandestinamente copie del giornale l'Unità utilizzando il ciclostile della fabbrica per cui lavorava.[1] Arrestato di nuovo nel dicembre 1944, venne condannato a quattro anni di carcere, dal quale uscirà il 18 aprile 1945.[1]

Dopo la liberazione di Pavia, venne nominato sindaco della città dal Comitato di liberazione nazionale su segnalazione di Beniamino Zucchella, organizzatore del partito comunista nel Pavese e reduce della guerra civile di Spagna.[1] Rimase in carica fino alle prime elezioni amministrative del 1946, occupandosi durante il suo mandato della raccolta dei beni di prima necessità e del soccorso agli sfollati e gli indigenti.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Annalisa Alessio, Il sindaco comunista che faceva il suo dovere, su patriaindipendente.it, 21 gennaio 2021. URL consultato il 20 giugno 2022.
  2. ^ a b Ferrario 1969.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Clemente Ferrario, Le origini del partito comunista nel Pavese (1921-1926), Roma, Editori Riuniti, 1969.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]


Predecessore Sindaco di Pavia Successore
Fermo Brocchetta (podestà) aprile 1945 – aprile 1946 Cornelio Fietta