Angelo Barile

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Angelo Barile

Angelo Barile (Albissola Marina, 12 giugno 1888Albisola Capo, 20 maggio 1967[1]) è stato un poeta italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato ad Albissola Marina in provincia di Savona, Angelo Barile compie i suoi studi a Genova, dove consegue la laurea in giurisprudenza. A Torino segue un corso di filologia moderna e si occupa di studi letterari. È di questo periodo un suo importante saggio giovanile sul sentimento cosmico nella lirica del Pascoli, alquanto controcorrente rispetto ai noti canoni crociani riproposti da Emilio Cecchi.[2]

Allo scoppio della Prima guerra mondiale 1915-18, viene richiamato alle armi come sottotenente di fanteria e due volte ferito. Anche nel suo caso come in quelli di altri poeti-soldati - a cominciare da Giuseppe Ungaretti e con ben altri esiti poetici - la drammatica esperienza della guerra non poteva non trasferirsi anche nell'ambito lirico. Tuttavia Barile è per sua natura schivo e tutt'altro che prolifico, come egli stesso ammette con modestia in Ritratti su misura: «Neppure in gioventù furono molti i miei versi, che io ebbi la buona ventura di non pubblicare.»[3]

Nel periodo della dittatura fascista Barile vive in disparte e si occupa attivamente dell'azienda familiare di ceramiche e maioliche artistiche. Nel 1943 viene catturato dai tedeschi e imprigionato con la facile accusa di antifascismo. Dopo la liberazione del Paese, ricopre qualche carica pubblica (negli anni Cinquanta è presidente della Provincia di Savona), e soprattutto prosegue la propria attività letteraria collaborando a vari periodici come La Fiera letteraria, Letteratura, Persona, sia pure in modo saltuario. Muore nella sua terra amata, il 20 maggio 1967.

Poetica[modifica | modifica wikitesto]

La poetica di Barile è fortemente influenzata dalla sua fede cattolica e quindi dalla sua visione profondamente religiosa della vita. Questo lo porta a scrivere con toni pacati, testimoniati dal titolo di una delle più importanti raccolte Quasi Sereno, in cui anche il dolore e la solitudine sono una necessaria preparazione per un aldilà felice ed eterno. Gli scenari spesso derivano dal suo aver vissuto in un paesino di mare: nella poesia Osteria della Bella Brezza, in cui il poeta ricorda il padre defunto, lo sfondo è un borgo di pescatori, semplici e molto legati alla vita comune del villaggio e alla sua routine segnata dalle campane della chiesa.

Non a caso, la memoria della morte e l'evocazione del mare sono stati segnalati dai critici come «due motivi particolarmente cari alla ispirazione di Barile. (...) Amore che resiste oltre la morte, morte illuminata e redenta nell'amore.»[4] Una buona sintesi della sua poetica è quella proposta in poche righe da Giacinto Spagnoletti, il quale riscontra nelle sue liriche «la chiara onestà di una voce. E un tratto più comunicativo (...) in una poesia non cifrata (...)», in una sorta di «equilibrio di resistenze».[5]

Nel complesso, la critica è abbastanza concorde nel definire l'esile ma significativa opera poetica di Angelo Barile come «una vena esigua ma limpida, luminosa.»[6]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Il sentimento cosmico di Giovanni Pascoli (saggio), Genova, L'Arengo, 1913.
  • Primasera (liriche), Genova, Edizioni Circoli, 1933.
  • Musiche e sorrisi nella poesia di Gabriello Chiabrera (saggio, in collaborazione con I. Scovazzi), Genova, Edizioni Liguria, 1952.
  • Quasi sereno (liriche), Venezia, Edizioni Neri Pozza, 1957 (premio di poesia "Cittadella").
  • Poesie, Milano, Scheiwiller, 1965.
  • Al paese dei vasai - Santi, artisti, scrittori, paesi di Liguria, Savona, Sabatelli editore, 1970.
  • In memoria... (monografia), Savona, Sabatelli editore, 1977.
  • Primasera, in appendice uno scritto di Raffaello Ramat del 1934, Genova, Edizioni San Marco dei Giustiniani, 2003.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Morto a 79 anni ad Albisola il poeta ligure Angelo Barile (PDF), in La Stampa, 21 maggio 1967, p. 20. URL consultato il 10 marzo 2019.
  2. ^ Angelo Barile, Il sentimento cosmico di Giovanni Pascoli, Genova, "L'Arengo", 1913.
  3. ^ Elio Filippo Accrocca, Ritratti su misura di scrittori italiani, Venezia, "Sodalizio del libro", 1960, p. 47.
  4. ^ Alberto Frattini, in Letteratura italiana - I Contemporanei, volume terzo, Milano, Marzorati, 1973, p. 124.
  5. ^ Giacinto Spagnoletti, Poesia italiana contemporanea, Parma, Guanda, 1959, p. 386.
  6. ^ Giorgio Sbàrberi Squarotti, in Grande dizionario enciclopedico, Appendice N° 1 (1964), Torino, UTET, 1965, p. 132.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eugenio Montale, in Pan, 1º giugno 1934.
  • Sergio Solmi, in L'Illustrazione italiana, 15 luglio 1934.
  • Carlo Betocchi, in Il Frontespizio, ottobre 1937.
  • Marcello Camilucci, in L'Osservatore romano, 29-30 novembre 1954.
  • Giorgio Caproni, in La Fiera letteraria, 17 marzo 1957.
  • Giorgio Bàrberi Squarotti, in Paragone, giugno 1957.
  • Pier Paolo Pasolini, in Passione e ideologia, Milano 1960.
  • Alberto Frattini, in Il Ragguaglio librario, luglio-agosto 1967.
  • Per Angelo Barile, i suoi amici, Savona, Sabatelli, 1967.
  • Alberto Frattini, in Letteratura italiana - I Contemporanei, volume terzo, Milano, Marzorati, 1973, pp. 117-126.
  • Bruno Rombi, Angelo Barile, l'ospite discreto, Savona, Sabatelli, 1989.
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