André Lefevere

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«In qualsiasi forma di comunicazione, che comporti traduzione o no, si verifica una perdita.»

André Alphons Lefevere (1945Austin, 27 marzo 1996) è stato un linguista belga, uno dei più importanti teorici della traduzione della seconda metà del ventesimo secolo.

Ha studiato presso l'Universiteit Gent (1964–1968) e ricevuto il PhD presso la University of Essex nel 1972. Oltre a occuparsi di studi teorici, ha tradotto dal francese, dal nederlandese, dal latino, dal tedesco, dall'inglese e verso il nederlandese e l'inglese. All'epoca della morte, era docente di Germanistica presso la University of Texas at Austin.[1]

La traduzione come riscrittura[modifica | modifica wikitesto]

Lefevere contribuisce soprattutto agli studi di letteratura comparata e alla traduzione. Ispirandosi a teorici del polisistema come Itamar Even-Zohar, concepisce la traduzione come una forma di riscrittura (rewriting), in cui il traduttore assume il ruolo di coautore e che tiene conto di una serie di vincoli ideologici e politici all'interno del sistema della cultura ricevente. Ogni metatesto ottenuto da un prototesto è quindi mirato all'adattamento del prototesto stesso a una certa ideologia o poetica, o meglio a entrambe: in altre parole, la traduzione non viene più esaminata in un rapporto di dipendenza dal prototesto, ma è analizzata nella sua essenza di opera appartenente a un preciso contesto socioculturale, in base al concetto di mecenatismo, inteso come influsso sul lavoro di traduzione da parte di individui, gruppi o istituzioni. Il traduttore, chiamato a adottare strategie di volta in volta diverse, ha dunque la facoltà di riformulare il messaggio a seconda della linguacultura a cui si rivolge. Con Susan Bassnett condivide l'idea che "non è la parola, né il testo, bensì la cultura a rappresentare l'unità funzionale della traduzione".[2] In quest'ottica, il traduttore diventa una figura centrale non solo nella comunicazione interculturale, ma anche nella reale creazione della cultura. Secondo Lefevere, il traduttore non agisce in maniera del tutto neutra: consapevolmente o meno, egli "manipola" il testo, sia attraverso la propria interpretazione personale, sia a causa del mutare del codice linguistico, sia in base a fattori socioculturali e storici. È così che gli "studi prescrittivi" (PTS: Prescriptive Translation Studies), mirati a un insegnamento e a una critica della traduzione fondati sul criterio che la traduzione possa essere unicamente "libera" o "letterale", vengono soppiantati dagli "studi descrittivi" (DTS: Descriptive Translation Studies), che ribadiscono la centralità dell'analisi testuale (description), cioè l'indagine basata su casi storici esemplari e significativi e non su astrazioni. Al contrario, viene messa in secondo piano (e poi definitivamente negata) la precettistica, ovvero un modello di obblighi e divieti in vista di un modello ideale al quale il traduttore dovrebbe attenersi.

Insieme a Gideon Toury, James Holmes e Jose Lambert, Lefevere può essere considerato tra i primi studiosi a essersi occupati di traduzione quale disciplina autonoma. Con la proposta di chiamare "Translation Studies" l'ambito di studi che riguarda i problemi derivanti dalla produzione e dalla descrizione delle traduzioni (Lefevere 1978), è proprio Lefevere a far sì che si inizi a concepire la traduzione come disciplina a sé.

L'analisi del testo tradotto[modifica | modifica wikitesto]

Lefevere ha analizzato attentamente vari testi tradotti, individuando alcune frequenti deformazioni del testo. In generale, i testi tradotti risultano spesso compressi o espansi. La compressione si ottiene per lo più tramite l'uso di parole composte o parafrasi. L'espansione deriva invece da esagerazione, esplicitazione e riempimento. Le due procedure, per lo più camuffate da "spiegazioni" o "interpretazioni" (se non addirittura da "miglioramenti"), determinano inevitabilmente una distorsione del metatesto come opera letteraria e una falsificazione del prototesto. La distorsione morfologica avviene quando le parole vengono troncate o usate in forma arcaica; la distorsione del senso è dovuta all'uso di etimologismi, circonlocuzioni, frasi fatte, tautologie, connotazioni perse; la distorsione della sintassi avviene perlopiù per sovrapposizione della sintassi del prototesto.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Constructing Cultures, London, Multilingual Matters, 1997. (con Susan Bassnett)
  • Translating Literature: Practice and Theory in a Comparative Literature Framework, New York, MLA, 1992.
  • Translation, Rewriting, and the Manipulation of Literary Fame, London/New York, Routledge, 1992. Traduzione italiana: Traduzione e riscrittura. La manipolazione della fama letteraria, Torino, UTET Libreria, 1998.
  • Culture/History: A Source Book, London/New York, Routledge, 1992.
  • Essays in Comparative Literature, Calcutta, Papyrus, 1989.
  • Nederlandse Poëzie, Amsterdam, Coutinho, 1989.
  • Translating Literature: The German Tradition, Assen, Van Gorcum, 1977.
  • Literary Knowledge, Assen, Van Gorcum, 1977.
  • Translating Poetry: Seven Strategies and a Blueprint, Amsterdam, Van Gorcum, 1975.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Denton, John, In Memoriam André Lefevere (PDF) [collegamento interrotto], su docs.google.com. URL consultato il 24 novembre 2010.
  2. ^ The Postcolonial Turn in Literary Translation Studies: Theoretical Frameworks Reviewed - by Bo Petterson, su uqtr.ca. URL consultato il 9 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2015).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN22232370 · ISNI (EN0000 0001 1022 505X · BAV 495/123484 · LCCN (ENn79113867 · GND (DE113261187 · BNE (ESXX993022 (data) · BNF (FRcb12429702b (data) · J9U (ENHE987007568889705171 · CONOR.SI (SL19933283 · WorldCat Identities (ENlccn-n79113867
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