Ambasciatore del Regno Unito in Polonia

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L'ambasciatore del Regno Unito in Polonia è il primo rappresentante diplomatico del Regno Unito in Polonia. Il titolo ufficiale è l'ambasciatore di Sua Maestà Britannica nella Repubblica di Polonia.

Prima della partizione[modifica | modifica wikitesto]

Agenti[modifica | modifica wikitesto]

Inviati straordinario e plenipotenziario ministri del re di Polonia[modifica | modifica wikitesto]

Inviati straordinari del re di Polonia e principe elettore di Sassonia[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1698 al 1763, gli Elettori di Sassonia erano anche re di Polonia.

Inviati straordinario e plenipotenziario ministri del re di Polonia[modifica | modifica wikitesto]

Charles Whitworth, I conte Whitworth

Nel 1795, il restante territorio polacco è stato diviso tra la Prussia, l'Austria e la Russia, in modo che non ci fosse uno stato della Polonia fino a dopo la prima guerra mondiale.

Dopo la prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Inviati Straordinario e Plenipotenziario Ministri[modifica | modifica wikitesto]

Ambasciatori[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Gary M. Bell, A handlist of British diplomatic representatives 1509-1688 (Royal Historical Society, Gudides and handbooks, 16, 1990).
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x D. B. Horn, British Diplomatic Representatives 1689-1789 (Camden 3rd Ser. 46, 1932)
  3. ^ London Gazette, 5362, 6 September 1715
  4. ^ London Gazette, 5683, 4 October 1718
  5. ^ a b c d e f J. Haydn, Book of Dignities (1851), 80.
  6. ^ a b c d e f g h Former British Diplomatic Representatives to Poland, su ukinpoland.fco.gov.uk, 13 maggio 2008. URL consultato il 13 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2009).
  7. ^ British Embassy in Warsaw - Goodbye Poland, su ukinpoland.fco.gov.uk. URL consultato il 27 giugno 2011.
  8. ^ British Embassy in Warsaw - Change of Her Majesty’s Ambassador to the Republic of Poland, su ukinpoland.fco.gov.uk. URL consultato il 27 giugno 2011.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]