Alessio Neri

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Alessio Neri
Soprannome"Alessio Navone"
NascitaNovi di Modena, 6 maggio 1911
MorteLerida, (Spagna), 16 ottobre 1937
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàCaccia
Reparto31ª Squadriglia, VI Gruppo Caccia Terrestre
Anni di servizio1934-1937
GradoTenente pilota
GuerreGuerra civile spagnola
Decorazioniqui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
Dati tratti da Piloti coraggiosi nella valle dell'Agno[1]
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Alessio Neri (Novi di Modena, 6 maggio 1911Lleida, 16 ottobre 1937) è stato un aviatore e militare italiano. Pilota della specialità caccia, partecipò alla Guerra civile spagnola dove si distinse particolarmente, venendo decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Novi[1] (Modena) il 6 maggio 1911,[2] figlio di Anselmo e Saide Schiavi. Nel 1926 il padre vinse il concorso come direttore del Complesso bandistico V. E. Marzotto di Valdagno,[3] e l'anno successivo la famiglia si trasferì nella cittadina berica.[3] Nel 1931 venne ammesso a frequentare il Corso Leone della Regia Accademia Aeronautica di Caserta.[4] Nel 1932 perse il fratello Ariosto, appartenente al Reparto Alta Velocità di Desenzano,[3] rimasto vittima di un incidente di volo.[3] Per onorare la memoria del fratello divenne istruttore pilotaggio a doppio comando e acrobazia aerea.[5]

Nel corso del 1937 partì volontario, con lo pseudonimo di "Alessio Navone", per partecipare alla Guerra civile spagnola,[5] come pilota da caccia nelle file della 31ª Squadriglia[6] del VI Gruppo.[6] dell'Aviazione Legionaria. Il 12 ottobre 1937 decollò con il suo caccia Fiat C.R.32.[5] dal campo d'aviazione di Saragozza insieme ad altri nove piloti[7] della 31ª Squadriglia. Sopra Fuentes de Ebro la formazione italiana intercettò sei bombardieri Tupolev SB-2 dell'aviazione repubblicana, scortati da circa 25 caccia tra biplani Polikarpov I-15.[7] e monoplani Polikarpov I-16 Rata.[7] Un pilota della formazione italiana, senza aver ricevuto alcun ordine, si gettò all'attacco dei bombardieri, e durante la furibonda mischia che ne seguì il suo aereo venne colpito, ed egli si lanciò con il paracadute.[2] atterrando in territorio controllato dal nemico.[5] Fatto prigioniero alla fine di un combattimento.[2] a terra, la sua sorte rimase inizialmente ignota al comando italiano.[4] Secondo alcune fonti fu trasferito a Lerida (Catalogna), processato, condannato a morte e fucilato.[5] il 16 ottobre successivo. Il 12 giugno 1938 il Ministero della Difesa nazionale spagnola comunicò il suo decesso alla legazione della Croce Rossa Internazionale di Barcellona, e che la salma si trovava tumulata nel cimitero di Lerida.[4] Le ricerche effettuate dopo l'aprile del 1939 non consentirono di individuare la sua tomba, che rimane tuttora ignota. Il 29 novembre dello stesso anno S.M. il Re Vittorio Emanuele III gli conferì la Medaglia d'oro al valor militare.[2] alla memoria.[5]

La sezione dell'Associazione Arma Aeronautica di Valdagno (VI) è intitolata congiuntamente alla MOVM Alessio Neri e a suo fratello Ariosto.[3] Una lapide con il suo nome e il motto del suo corso d'accademia, Ad te nitor gloriamque contendo, è posta sulla facciata della Scuola di Musica V.E. Marzotto di Valdagno.[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale volontario in una guerra combattuta per l'affermazione dell'ideale fascista, pilota da caccia di straordinarie qualità e degno continuatore di una gloriosa tradizione familiare, in un combattimento impegnato generosamente contro un nemico in netta superiorità numerica e tattica, si batteva con leonina aggressività e stupendo valore, finché, sopraffatto e colpito nelle parti vitali della sua macchina, era costretto a prendere terra in territorio nemico. Accerchiato da orde comuniste, continuava a combattere a colpi di pistola, ben conscio che tale supremo ardimento contro un siffatto nemico avrebbe determinato il suo sacrificio. Catturato, coronava da eroe la sua nobile vita. Cielo di Spagna, ottobre 1937

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Tra Berici e Lessini, n.1 maggio 2013, p. 30.
  2. ^ a b c d e Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 103.
  3. ^ a b c d e Tra Berici e Lessini n.1, maggio 2013, p. 31.
  4. ^ a b c d Danieli, Giannino. Ari e Ale i fratelli volanti, Il giornale di Vicenza, Vicenza, maggio 2014.
  5. ^ a b c d e f Calabrese 2014, p. 123.
  6. ^ a b Logoluso 2010, p. 40.
  7. ^ a b c Logoluso 2010, p. 51.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Apostolo, Ali d'Italia n.4 Fiat CR.32, Torino, La Bancarella Aeronautica, 1996.
  • Giannino Danieli, Ali Spezzate. Tra pionierismo e eroismo in Aeronautica Militare, Cornedo Vicentino, Edizioni Mediafactory, 2014.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • (EN) Alfredo Logoluso, Fiat CR.32 Aces in Spanish Civil War, Botley, Osprey Publishing Company, 2010, ISBN 978-1-84603-983-6.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
Periodici
  • Giannino Danieli, Ari e Ale i fratelli volanti, in Il giornale di Vicenza, Vicenza, maggio 2014.
  • Antonio Calabrese, Ali spezzate, in Rivista Aeronautica, n. 5, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 2014, p. 123.
  • Piloti coraggiosi nella valle dell'Agno, in Tra Berici e Lessini, n. 1, Brendola, Cassa rurale e artigiana di Brendola, maggio 2013, pp. 20-31.