Aldo Cosentino

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Aldo Cosentino

Aldo Cosentino (Velletri, 17 giugno 1940) è un dirigente d'azienda italiano.

Direttore generale della pubblica amministrazione, è stato in servizio presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la maturità classica e la laurea in giurisprudenza è entrato nella pubblica amministrazione, inizialmente con il Ministero della pubblica istruzione, passando in seguito nelle Ferrovie dello Stato e poi nel Ministero dei trasporti.

Ha ricoperto vari incarichi ad alto livello nel Ministero dei trasporti, tra cui anche quello di capo del personale delle Ferrovie, ed è stato per 15 anni rappresentante delle Ferrovie nel consiglio di amministrazione della Compagnia Italiana Turismo (CIT)occupandosi di accordi aerei con il Sud America, l'Australia e l'Europa.[senza fonte]

Passato nel 1991 all'allora Ministero dell'Ambiente da poco creato, come Componente della commissione tecnico-scientifica di valutazione dei progetti, dal maggio del 1998 fino al pensionamento è stato a capo della Direzione per la Protezione della Natura, che accorpa l'ex servizio conservazione della natura e l'ex Ispettorato generale per la difesa del mare del soppresso Ministero della marina mercantile.

Competenze attuali[modifica | modifica wikitesto]

Dirigente ministeriale[modifica | modifica wikitesto]

Aldo Cosentino è stato per circa 10 anni responsabile delle politiche di protezione della natura italiane, del Sistema nazionale delle aree protette, della difesa del mare e delle coste dagli inquinamenti accidentali e dei rapporti con i principali accordi e convenzioni internazionali, europei e mediterranei per la difesa dell'ambiente e della biodiversità. È stato infatti il Focal Point Nazionale[non chiaro] per:

È stato inoltre il presidente del Comitato nazionale dell'IUCN per l'Italia e focal point[non chiaro] dell'iniziativa globale Countdown 2010 che si propone di fermare la perdita di biodiversità entro il 2010, in adempimento agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio che si è data l'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Aldo Cosentino è stato responsabile tecnico/scientifico, sotto la guida del ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, della sessione biodiversità del G8 Ambiente di Siracusa, ove è stata approvata la Carta di Siracusa sulla biodiversità, poi fatta propria dal Summit G8 dell'Aquila e supportata da tutti i capi di Stato, di governo e delle organizzazioni internazionali presenti[senza fonte].

È stato anche membro del consiglio di amministrazione dell'Ispra.

Commissario alle Cinque Terre[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 settembre 2010 è stato nominato dal ministro Prestigiacomo commissario del Parco Nazionale delle Cinque Terre, incarico che ha mantenuto fino alla sua revoca, da parte della stessa Prestigiacomo, il 10 novembre 2011. Fu sostituito dall'ex prefetto della Spezia, Vincenzo Santoro, non senza polemiche[1]. Pochi mesi più tardi è accusato dall'assessore regionale Enrico Vesco di aver sostenuto spese eccessive in consulenze durante il suo mandato e nella sua replica denuncia tutte le mancanze degli amministratori locali nei confronti del Parco nazionale delle Cinque Terre[2].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 2 giugno 1988[3]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine di San Carlo (Monaco) - nastrino per uniforme ordinaria

Inoltre al Cosentino nel 2006, è stato poi conferito dal Segretariato dell'iniziativa Countdown 2010 il titolo di ambasciatore[di che tipo?], per il suo impegno a livello internazionale nella difesa dell'ambiente e la tutela della biodiversità.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ È il prefetto Vincenzo Santoro il nuovo commissario del Parco delle Cinque Terre
  2. ^ Parco Cinque Terre, il polverone dopo l’alluvione, in Informazionesostenibile.info. URL consultato il 20 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2012).
  3. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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