Aldo Beltricco

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Aldo Beltricco
NascitaSan Damiano Macra, 9 luglio 1892
MorteMonte Pasubio, 10 settembre 1916
Cause della mortecaduto in combattimento
Luogo di sepolturasconosciuto
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàAlpini
GradoCapitano
GuerrePrima guerra mondiale
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Modena
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Aldo Beltricco (San Damiano Macra, 9 luglio 1892Monte Pasubio, 10 settembre 1916) è stato un militare italiano che ha svolto servizio nel corpo degli alpini durante la prima guerra mondiale, dove fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a San Damiano Macra il 9 luglio 1892,[2] figlio di Carlo[3], di professione medico condotto, e di Amalia Bernardi[4], secondogenito di sei fratelli.[1] Anni dopo la famiglia si trasferì a Dronero dove Aldo frequentò le Scuole medie inferiori,[1] proseguendo successivamente gli studi a Carmagnola e a Savigliano[5] dove nel corso del 1911 ottenne la licenza liceale. Nell'autunno dello stesso anno fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Militare di Modena, da cui uscì con il grado di sottotenente, assegnato al 1º Reggimento[2] del corpo degli Alpini.[5]

Allo scoppio della guerra,[2] nell'agosto del 1914, prestava servizio come sottotenente nel Battaglione alpini "Ceva" del 1º Reggimento alpini.[2] Dopo l’entrata in guerra del Regno d'Italia, trascorse i primi mesi di combattimenti in Carnia,[5] e poi nella Conca di Plezzo[5] dove è promosso tenente e poi capitano a soli 24 anni, nel novembre dello stesso anno.[2]

Trasferito al 5º Reggimento fanteria[5] della Brigata "Aosta", trascorre molti mesi in trincea sul Carso.[5] Nel luglio 1916 ritornò tra gli alpini, assegnato al 4º Reggimento,[5] come comandante della 41ª Compagnia[5] del "glorioso" Battaglione alpini "Aosta"[5] sotto il comando del maggiore Ernesto Umberto Testa Fochi.

Il Battaglione si trasferisce sul Monte Pasubio dove il 9 settembre 1916 viene raggiunto dall'ordine di conquistare le posizioni austriache sul Costone della Lora e sull'Alpe di Cosmagnon.[5] La 41ª Compagnia deve muoversi per prima ad aprire il varco, ed attacca subito, ma viene respinta dall'intenso e preciso fuoco dell'artiglieria nemica.[5] Il 10 settembre scattò nuovamente l'attacco delle posizioni nemiche, ma viene colpito a morte da una raffica di mitragliatrice[2] mentre conduceva i propri uomini sotto i reticolati[2] nemici[5] ancora intatti, e che stava cercando di tagliare con le cesoie.[2] Secondo la testimonianza di Don Nervo, i nemici austriaci gli diedero onorata sepoltura in un cimitero di guerra poco distante. Per onorarne il coraggio, con Decreto Luogotenenziale del 31 dicembre 1916[2] gli fu concessa la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

A San Damiano Macra il 20 ottobre 1918 gli viene intitolata la via della Confraternita in una giornata a lui dedicata. Tiene il discorso il deputato cuneese Marcello Soleri, capitano del Battaglione alpini "Aosta", nonché decorato di Medaglia di bronzo al valor militare.[5] Il suo ritratto con la motivazione della Medaglia d'oro è custodito nel salone consiliare del Municipio di Dronero.[5]

Il 16 giugno 1929 la caserma alpina di Dronero è intitolata ad Aldo Beltricco.[5] Si ritenne che le sue spoglie mortali fossero state esumate[6] negli anni venti dal cimitero militare in quota, e poi sepolte con altri 5.145 caduti nell'Ossario del Pasubio sul Colle Bellavista.[5] Successive ricerche condotte da Giamberto Garbin consultando numerosi documenti, anche d'epoca, hanno appurato che non era così, in quanto il cimitero in cui era stato sepolto era andato distrutto da un massiccio bombardamento d'artiglieria, e le tombe ivi presenti andate disperse.[6]

Nella primavera 1988 la caserma Beltricco viene dismessa e riconvertita. Dal 1991 ospita l'Istituto di Istruzione Superiore "Virginio - Donadio" - Istituto Professionale Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità alberghiera.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con indomito coraggio, in testa alla propria compagnia, sotto un fuoco violentissimo di mitragliatrici ed artiglierie nemiche, si portava presso le trincee avversarie. Magnifico esempio di eroismo, al grido di « Savoia » si slanciava per tre volte successive coi propri uomini all'assalto e raggiunto il reticolato, si apriva un varco, quindi si spingeva con pochi superstiti sul ciglio della trincea avversaria, ove colpito a morte, perdeva gloriosamente la vita. Coston di Lora (Monte Pasubio), 10 settembre 1916.[7]
— Decreto Luogotenenziale 31 dicembre 1916[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p. 122.
  2. ^ a b c d e f g h i Combattenti Liberazione.
  3. ^ Originario di Demonte
  4. ^ Originaria di San Damiano Macra.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Bianchi, Cattaneo 2011, p. 123.
  6. ^ a b Vecio.
  7. ^ Quirinale - Scheda - visto 7 gennaio 2009
  8. ^ Bollettino Ufficiale 1917, pagina 89.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Piergiorgio Einaudi, Andrea Einaudi e Secondo Garnero, Il capitano Aldo Beltricco, Medaglia d'oro al valor militare: a 90 anni dalla morte sul Monte Pasubio nella Prima Guerra Mondiale, Cuneo, Provincia di Cuneo, 2006.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]