Alcide Garagnani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Alcide Garagnani (Correggio, 1922Gonzaga, 20 dicembre 1944) è stato un partigiano italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Con il nome di battaglia di "Scarpone", Garagnani era entrato, l'8 settembre 1943, nelle file della Resistenza emiliana. Organizzatore dei primi gruppi partigiani, si distinse per la sua audacia e fu nominato comandante dei GAP della 43ª Brigata Garibaldi "Aristide".

Le imprese di "Scarpone" divennero presto leggendarie nel mantovano e nella zona di Reggio Emilia. Cadde (con un partigiano di nazionalità sovietica, Alexander Nakorcemni Klimentievic, conosciuto come Alessandro), durante quella che, nella storia della Resistenza, è ricordata come la "battaglia di Gonzaga". In quella occasione, diverse formazioni partigiane, a conclusione di un attacco coordinato alle caserme dei nazifascisti di Gonzaga, riuscirono a liberare molti prigionieri che i tedeschi stavano per deportare in Germania. Alla fine dello scontro, che fruttò ai partigiani anche un ragguardevole bottino in armi e munizioni, restarono sul terreno Garagnani, Alessandro e trenta soldati tedeschi e fascisti.

Al nome di Garagnani è intitolata una strada di Carpi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un gruppo d'azione patriottica lo guidava nelle più arrischiate ed intrepide azioni dimostrando sempre sovrano sprezzo del pericolo ed indomito coraggio. Ideatore ed esecutore di leggendarie ed innumerevoli imprese causava gravi danni alle vie di comunicazione nemiche, agli apprestamenti bellici e difensivi. Nell'occupazione delle munitissime caserme di Gonzaga, sordo agli ammonimenti del suo comandante, si gettava primo all'attacco con ammirevole ardore, solo, irrompeva tra i nemici intimando loro la resa con voce tonante, ma una raffica di mitraglia, sparatagli insidiosamente, lo colpiva al cuore troncandone l'eroica vita. Olocausto sfolgorante di luce agli immortali destini d'Italia.»
— Gonzaga, 20 dicembre 1944[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]