Adolfo Leoncini

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Adolfo Leoncini
NascitaPortoferraio, 4 luglio 1867
MorteSiena, 21 marzo 1957
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
BattaglieOttava battaglia dell'Isonzo
Undicesima battaglia dell'Isonzo
Battaglia di Caporetto
Battaglia di Vittorio Veneto
Comandante di17ª Divisione
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia militare di Modena
dati tratti da Le Medaglie d'oro al valor militare conferite agli elbani dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale[1]
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Adolfo Leoncini (Portoferraio, 4 luglio 1867Siena, 21 marzo 1957) è stato un generale italiano, che combatte durante la guerra italo-turca e nella prima guerra mondiale, dove fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare a vivente. Inoltre è insignito di una medaglia d'argento e due di bronzo al valor militare, e della croce di cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia e di quella di commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Portoferraio[N 1] il 4 luglio 1867, figlio di Silvio e Angelica Campani.[1] e dopo aver frequentato la Regia Accademia Militare di Modena, da cui escì con il grado di sottotenente, fu assegnato 1º Reggimento bersaglieri. Promosso tenente venne trasferito al dove rimane fino al conseguimento del grado di capitano, nel 1902. Dopo aver frequentato la Scuola di guerra dell'esercito transitò nell'Arma di fanteria, con il grado di maggiore, entrando in servizio nel 57º Reggimento fanteria della Brigata "Abruzzi". Nel corso del 1912[2] partì per la Libia dove, durante il combattimento di Zuara,[2] fu insignito della Medaglia di bronzo al valor militare.[1]

All'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 24 maggio 1915,[3] comandava il VII Battaglione bersaglieri ciclisti per passare poco tempo dopo, con il grado di tenente colonnello, al comando del 71º Reggimento fanteria di nuova costituzione al Sober.[4] Ferito ad Oslavia, viene nuovamente insignito di una Medaglia di bronzo al valor militare, ed assunse il comando[N 2] del 116º Reggimento fanteria "Treviso".[5] Durante i combattimenti[6] svoltisi tra il 10[7] e il 13[7] ottobre 1916, in cui fu nuovamente ferito in combattimento, venne insignito della Medaglia d'oro al valor militare. Nel corso del 1917 comandò la I Brigata bersaglieri,[N 3] e in agosto combatte sulla Bainsizza, distinguendosi sul Kuk[8] e nella conca del Vrh[9] venendo decorato con una Medaglia d'argento al valor militare e la promozione al grado di generale di brigata per meriti di guerra. Promosso generale di divisione comandò successivamente la 17ª Divisione sull'Alto Isonzo e terminò il conflitto sul Piave, partecipando alla battaglia del Solstizio e a quella di Vittorio Veneto. Nel primo dopoguerra comandò in successione le Divisioni militari di Pola, Palermo e Firenze.[1] Collocato a riposo nel 1931, dopo alcuni, brevi, comandi territoriali venne promosso generale di corpo d'armata.[1] Si spegne a Siena il 21 marzo 1957.

Un ritratto del generale, modellato nel 1934 e fuso in bronzo l'anno dopo, dallo scultore Lelio Gelli, vinse anche nel 2º grado il "Concorso della Regina", ed è oggi esposto nel Museo centrale del Risorgimento presso il Vittoriano.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia
Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un reggimento di fanteria, preparava con grande perizia l‘attacco di una forte posizione nemica e lo dirigeva con pari ardimento. Conquistatala di primo impeto, con pronta mossa, personalmente guidata, parava alle rime minacce avversarie. Per tre giorni, incrollabile sulla posizione di fronte ai continui contrattacchi ed ai violenti tiri dell’artiglieria avversaria, in tutti trasponeva col suo valoroso contegno la forza e l’energia necessarie a fronteggiare la situazione. Ferito, non si ritraeva dalla lotta, ma, fulgida figura di eroe, rimaneva imperterrito nelle prime trincee, esempio a tutti di meravigliosa tenacia e di ardire. Le riserve inviategli accortamente impiegava, finché col potente aiuto della nostra artiglieria vide egli stesso, il terzo giorno, coronati i suoi sforzi con la completa rotta delle forze nemiche. Sober (Vertoibizza), 10- 13 ottobre 1916
— Decreto Luogotenenziale 19 aprile 1917[10]
Medaglia di argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una brigata, la guidava attraverso terreno aspro ed insidioso, riuscendo ad impossessarsi di forti e ben munite posizioni riuscendo a mantenerle nonostante accaniti contrattacchi nemici. Altopiano di Bainsizza, 19-22 agosto 1917
— 29 settembre 1917[11]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Condusse il battaglione in combattimento con calma, risolutezza, e noncuranza del pericolo. Regdaline, 15 agosto 1912
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un battaglione di bersaglieri ciclisti, impiegò il reparto con arditezza, esempio anche ai suoi di calma, di valore e di tenacia, concorrendo, prima validamente, a proteggere la destra di un reggimento di fanteria, e riuscendo poi ad assicurare, col suo spirito offensivo, il cambio delle truppe nelle trincee più avanzate. Vermegliano, 22-23 giugno 1915
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 30 maggio 1912[12]
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto del 21 maggio 1931[13]
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In Via Porta Terra, oggi Via Guerrini.
  2. ^ Mantenne il comando del reggimento dal 1º febbraio 1916 al 17 giugno 1917.
  3. ^ Composta dal 6º e 12º Reggimento, ne mantenne il comando dal 19 giugno al 18 novembre 1917.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Chiavacci, Colella 1991, p. 31.
  2. ^ a b Del Boca 2011, p. 175.
  3. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 53.
  4. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 131.
  5. ^ Silvestri 2001, p. 213.
  6. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 137.
  7. ^ a b Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 136.
  8. ^ Silvestri 2001, p. 230.
  9. ^ Silvestri 2001, p. 234.
  10. ^ Bollettino Ufficiale, anno 1916, disp.31.
  11. ^ Bollettino Ufficiale, anno 1917, disp.83.
  12. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.229 del 2 ottobre 1913.
  13. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.283 del 9 dicembre 1931.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Chiavacci, Fortunato Colella, Le Medaglie d'oro al valor militare conferite agli elbani dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale, 1991, pp. 31-33.