Ademaro Nicoletti Altimari

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ademaro Nicoletti Altimari
Ademaro Nicoletti Altimari
NascitaLivorno, 6 aprile 1903
MorteRodi, 30 luglio 1940
Cause della morteIncidente di volo
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
SpecialitàBombardieri
GradoMaggiore
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante di208ª Squadriglia, 42º Gruppo Bombardamento Terrestre
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Ademaro Nicoletti Altimari (Livorno, 6 aprile 1903Rodi, 30 luglio 1940) è stato un ufficiale e aviatore italiano, trasvolatore Atlantico, pilota di bombardieri della Regia Aeronautica durante la seconda guerra mondiale, morì per un incidente aereo nel luglio 1940. Già insignito della Medaglia d'oro al valor aeronautico gli fu concessa la Medaglia d'oro al valore militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio del fratello minore del generale Gustavo, già Ispettore generale del Genio e del corpo aeronautico, nacque a Livorno il 6 aprile 1903[2] ed incominciò la sua carriera di aviatore a Lonate Pozzolo, dove si dedicò anche ad attività sperimentale. Nel 1925, appena ricevuta la nomina a sottotenente, eseguì con successo un lancio con un paracadute di tipo sperimentale. Divenuto pilota militare di apparecchi da caccia fu assegnato al 1º Stormo Caccia Terrestre di stanza a Campoformido. Partecipò, agli ordini del generale Italo Balbo alla Crociera aerea del Decennale[3] che si tenne tra il 1º luglio ed il 12 agosto 1933 sulla rotta Orbetello-Chicago-New York-Roma,[3] pilotando un idrovolante SIAI-Marchetti S.55.[3][N 1] Per questo fatto gli fu conferita la Medaglia d'oro al valor aeronautico.[2]

Divenuto istruttore di volo cieco presso la Scuola della N.A.D.A.M (Navigazione Aerea di Alto Mare) di Orbetello, si offrì volontario per trasporti su lunghe tratte di aerei venendo nominato comandante di squadriglia di ricognizione e in seguito comandante di un gruppo da bombardamento veloce, incarico che ricopriva all'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940.[4] A quella data ricopriva, con il grado di maggiore, l'incarico di comandante del 42º Gruppo.[4][N 2] del 12º Stormo Bombardamento Terrestre[N 3] di stanza sull'aeroporto di Orvieto-Castel Viscardo,[5] ed equipaggiato con i trimotori Savoia-Marchetti S.79 Sparviero.[5]

Lo Stato maggiore della Regia Aeronautica avrebbe preferito risparmiargli i rischi, non assegnandolo a teatri di guerra, ma egli chiese ed ottenne di restare al comando del suo gruppo che fu trasferito a Rodi, nelle isole del Dodecaneso.[4] In quel ciclo operativo, con i suoi gregari, riuscì a colpire ed affondare, nonostante la violenta reazione contraerea, una nave da guerra nemica.

Il 30 luglio 1940[1] partì per una missione di bombardamento, ma il suo aereo subito dopo il decollo a pieno carico soffrì di una improvvisa avaria ai propulsori ed egli fu costretto ad eseguire un atterraggio di emergenza.[1] Il velivolo prese fuoco, e con il rischio di esplosione a causa delle bombe trasportate, si prodigò per evacuare l'equipaggio ed abbandonò il velivolo per ultimo, con il corpo gravemente ustionato.[1] Morì poco dopo, e in sua memoria gli fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare, massima onorificenza italiana.[1]

È sepolto nel cimitero di Orbetello, insieme agli altri appartenenti alla trasvolata atlantica. Una via di Fiumicino porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Trasvolatore atlantico, comandante di un gruppo di velivoli da bombardamento veloce, alla testa dei suoi gregari compiva con somma audacia e grande perizia un fulmineo attacco contro la flotta inglese navigante in mare aperto, riuscendo a colpire e ad affondare, nonostante la violenta reazione contraerea, una nave da guerra nemica. Primo in ogni rischio partiva di notte per compiere un bombardamento su lontana e munita base avversaria, ma, dopo il decollo a pieno carico, per improvvisa avaria dei motori, era costretto a discendere su terreno accidentato, riuscendo con grande perizia a posarvi l’apparecchio che si incendiava. Benché subito avvolto dalle fiamme che gli mordevano di già le carni e cosciente del grave pericolo di imminente scoppio delle bombe, nell’intento unico di salvare l’equipaggio, lasciava per ultimo il velivolo e, dopo aver rivolto ancora una volta parole di fede e di sprone ai suoi dipendenti, che infatti riuscivano a salvarsi, con superbo stoicismo sopportava le atroci sofferenze del suo corpo bruciato, chiudendo così eroicamente la sua gloriosa vita di volatore e di soldato. Cielo del Mediterraneo Orientale, giugno - luglio 1940.[6]»
— Regio Decreto 11 luglio 1941[7]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valor aeronautico - nastrino per uniforme ordinaria
«Partecipava alla Crociera Aerea del Decennale in qualità di Pilota
— Regio Decreto 18 agosto 1933[8]
Medaglia commemorativa della Crociera aerea del Decennale - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Era secondo pilota sull'S.55 matricola I-ABBR appartenente alla Squadriglia Bianco cerchiata, il cui equipaggio era formato da: Cap.Pil. Renato Abbriata, Ten.Pil. Ademaro Nicoletti-Altimari, 1°Av.Mot. Vincenzo D'Amuri, Serg.R.T. Dino Arcangeli.
  2. ^ Formato da 206ª e 207ª Squadriglia.
  3. ^ Tale reparto era inquadrato nella 5ª Divisione B.T. "Eolo" appartenente alla 3ª Squadra aerea.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p.227.
  2. ^ a b Trotta 1978, p. 100.
  3. ^ a b c Colombini 1933, p. 18.
  4. ^ a b c Dunning 1988, p. 38.
  5. ^ a b Nino Arena, La Regia Aeronautica 1939-1940. Dalla non belligeranza all'intervento Vol.1, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, Roma, 1981, p.198.
  6. ^ Onorificenze: Ademaro Nicoletti Altimari, su Quirinale.it. URL consultato il 20 aprile 2019.
  7. ^ Bollettino Ufficiale 1941, disp.33, pag.1388.
  8. ^ Bollettino Ufficiale 1933, suppl.4, pag.7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Alberto Colombini, Le Aquile del Decennale, Milano, Edizioni P.A.C., 1933.
  • (EN) Chris Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
  • Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
  • Annunziato Trotta, Testo delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Aeronautico, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1978.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]