Abdullah Ahmed Abdullah

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Abdullah Ahmed Abdullah

Abdullah Ahmed Abdullah, noto anche con il nome di battaglia di Abu Mohammed al-Masri (Governatorato di Gharbiyya, 6 giugno 1963Teheran, 7 agosto 2020), è stato un terrorista e criminale egiziano[1][2], considerato il numero 2 di al Qaida[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era ricercato dalle autorità dagli Stati Uniti per il suo presunto coinvolgimento negli attentati all'ambasciata americana del 1998 a Dar es Salaam in Tanzania e Nairobi in Kenya. È stato descritto come il più esperto pianificatore operativo di al Qaida ed è stato descritto come secondo in comando nell'organizzazione terroristica. Nel novembre 2020 il New York Times ha riferito che l’uomo è stato ucciso tre mesi prima in Iran da due agenti segreti israeliani su richiesta degli Stati Uniti[4][5][6], notizia poi ufficialmente confermata il 12 gennaio 2021 dal Segretario di Stato Mike Pompeo[7][8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.fbi.gov/wanted/terrorists/terabdullah.htm
  2. ^ http://webarchive.loc.gov/all/20011110104742/http://cns.miis.edu/pubs/reports/pdfs/binladen/indict.pdf
  3. ^ https://www.avvenire.it/mondo/pagine/numero-due-di-al-qaeda
  4. ^ (EN) Adam Goldman, Eric Schmitt e Farnaz Fassihi, Al Qaeda’s No. 2, Accused in U.S. Embassy Attacks, Was Killed in Iran, in The New York Times, 14 novembre 2020. URL consultato il 7 dicembre 2020.
  5. ^ (EN) Reuters Staff, Israeli operatives killed al Qaeda’s No. 2 leader in Iran in August - New York Times, in Reuters, 14 novembre 2020. URL consultato il 7 dicembre 2020.
  6. ^ (EN) Iran denies al-Qaeda leader was killed in Tehran, in BBC News, 14 novembre 2020. URL consultato il 7 dicembre 2020.
  7. ^ (EN) Lara Jakes, Eric Schmitt e Julian E. Barnes, Pompeo Says Iran Is New Base for Al Qaeda, but Offers Little Proof, in The New York Times, 12 gennaio 2021, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 12 gennaio 2021.
  8. ^ (EN) Pompeo Confirms Death of Al-Qaeda’s No. 2 in Tehran Last August, in Bloomberg.com, 12 gennaio 2021. URL consultato il 12 gennaio 2021.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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