1ª Divisione CC.NN. "Dio lo Vuole"

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1ª Divisione CC.NN. "Dio lo vuole"
Descrizione generale
Attivafebbraio 1937 - aprile 1937
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Servizio MVSN
TipoDivisione della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale
Battaglie/guerreGuerra civile spagnola
Parte di
Corpo truppe volontarie
Reparti dipendenti
1º Gruppo Banderas
2º Gruppo Banderas
3º Gruppo Banderas
1º Rgp. artiglieria divisionale
1ª Sez. sanità
1ª Sez. sussistenza
1ª Sez. CC.RR.
I Autoreparto pesante
Comandanti
Degni di notaGen. B. Edmondo Rossi
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La 1ª Divisione CC.NN. "Dio lo vuole" era una divisione italiana della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN), operativa durante guerra civile spagnola.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La divisione fu costituita nel febbraio 1937 dalla riorganizzazione delle truppe della Missione Militare Italiana in Spagna reduci dalla battaglia di Málaga. Nell'ambito del potenziamento del corpo di spedizione italiano in Spagna, a questa grande unità, formata da soldati volontari e da camicie nere, si affiancarono altre due divisioni della MVSN ed una regolare del Regio Esercito, inquadrate all'interno del Corpo Truppe Volontarie ed inviate a fianco delle truppe nazionalista spagnole di Franco. Si trattava di una unità divisionale semi-motorizzata di oltre 6.000 uomini, ma come le altre mancava di un buon addestramento ed inquadramento. Riprendendo la terminologia spagnola, i battaglioni erano denominati "banderas", mentre i "gruppi banderas" corrispondevano ai reggimenti italiani.

La divisione prese parte alla battaglia di Guadalajara nel marzo 1937. Tra il 12 ed il 13 marzo venne infatti inviata, insieme alla 4ª Divisione fanteria "Littorio", a sostituire la 2ª "Fiamme Nere" e la 3ª "Penne Nere", provate dai duri scontri dei giorni precedenti nei pressi di Brihuega, dove avevano fronteggiato circa 15 brigate internazionali e repubblicane. Il giorno 18, una profonda puntata di un battaglione sovietico di T-26 comandato da Pavlov provocò un improvviso cedimento del suo comandante, il Generale di brigata Edmondo Rossi, che ordinò all'unità un ripiegamento generale. Il panico si trasmise ai comandi superiori, che per tutta la giornata successiva ritennero necessaria una ritirata strategia. Il 20, tuttavia, in un'ispezione delle truppe schierate sulla linea di ripiegamento il comandante del CTV Mario Roatta doveva constatare che non si era verificata alcuna rotta, ma le truppe erano arretrate con ordine ed erano nuovamente impiegabili, sebbene provate dalla stanchezza e dal freddo. Nei giorni successivi altri attacchi repubblicani furono condotti contro le linee italiane, ma senza successo.[1]

In seguito alla battaglia, le forze italiane furono sostanzialmente riorganizzate. La "Dio lo vuole", come la "Penne Nere", venne sciolta ed il personale meglio addestrato andò a rinforzare la 2ª "Fiamme Nere" ed il Raggruppamento Fanteria CC.NN. "XXIII Marzo".[2]

Ordine di battaglia: 1937[modifica | modifica wikitesto]

Comandanti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pierlugi Romeo Di Colloredo, Frecce Nere! Le Camicie Nere in Spagna, 1936-1939 (1ª parte), Italia Storica E-Book, Soldiershop 2015.
  2. ^ Patrick Cloutier, Regio esercito: the italian royal army in mussolini's wars, 1935-1943, 2011.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]