Şehzade Ahmed Tevhid

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Şehzade Tevhid
Şehzade dell'Impero ottomano
Nome completoŞehzade Ahmed Tevhid
TrattamentoSua Altezza Imperiale
NascitaIstanbul, 2 dicembre 1904
MorteBeirut, 24 aprile 1966 (61 anni)
Luogo di sepolturaBeirut
DinastiaCasa di Osman
PadreŞehzade Mehmed Seyfeddin
MadreNervaliter Hanım
ReligioneIslam sunnita

Şehzade Ahmed Tevhid Efendi (turco ottomano: شهزادہ احمد توحید; Istanbul, 2 dicembre 1904Beirut, 24 aprile 1966) è stato un principe ottomano, anche noto come Ahmed Tevhid Osmanoğlu, figlio di Şehzade Mehmed Seyfeddin e nipote del sultano Abdülaziz.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Şehzade Ahmed Tevhid nacque il 2 dicembre 1904 a Istanbul, a Villa Küçük Çamlıca. Suo padre era Şehzade Mehmed Seyfeddin, figlio del sultano ottomano Abdülaziz, e sua madre la sua consorte Nervaliter Hanım.

Aveva una sorella gemella, Fatma Gevheri Sultan, un fratello maggiore, Şehzade Mahmud Şevket, e un fratellastro maggiore, Şehzade Mehmed Abdülaziz[1][2][3][4].

Istruzione e carriera[modifica | modifica wikitesto]

Venne istruito al Padiglione Ihlamur fino a ottobre 1918. Il 5 giugno 1918 venne iscritto alla Scuola Navale Imperiale, e il 9 luglio venne nominato ufficiale di Marina, ma ad aprile 1922 venne ritirato priva del diploma perché non frequentava le lezioni, così la sua famiglia preferì ritornare all'istruzione privata[5][6].

Esilio[modifica | modifica wikitesto]

La dinastia ottomana venne esiliata nel 1924. Da quel momento in poi Tevhid vagò per diversi continenti, stabilendosi a Beirut, poi a Roma e infine a Nizza con la sua famiglia, che viveva nella villa vicina a quella di Abdülmecid II e Seniha Sultan, rispettivamente fratellastro e cugina del padre di Tevhid. Dopo che suo padre morì nel 1927 Tevhid si stabilì prima a Il Cairo, fra il 1940 e il 1952, e poi, all'esilio impostogli da Nasser, tornò a Beirut[7][8][3].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Şehzade Ahmed Tevhid morì a Beirut, in Libano, il 24 aprile 1966. Non si era sposato né aveva avuto figli. Venne sepolto in uno dei cimiteri della città[9].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Korkmaz 2019, p. 56.
  2. ^ Misiroǧlu, K. (1974). Osmanoǧlullari'nin drami: elli gurbet yili (1924-1974). Sebil yayınları. Sebil Yayinevi. p. 188.
  3. ^ a b Adra, Jamil (2005). Genealogy of the Imperial Ottoman Family 2005. p. 17.
  4. ^ Vâsıb, A.; Osmanoğlu, O.S. (2004). Bir şehzadenin hâtırâtı: vatan ve menfâda gördüklerim ve işittiklerim. Yapı Kredi Yayınları. YKY. p. 441. ISBN 978-975-08-0878-4.
  5. ^ Korkmaz 2019, p. 56-58.
  6. ^ Kırpık, C.; Neşriyat, Ö. Osmanlı'da Şehzade Eğitimi. Ötüken Neşriyat A.Ş. p. 103. ISBN 978-605-155-388-7.
  7. ^ Korkmaz 2019, p. 59.
  8. ^ Bardakçı, Murat (2017). Neslishah: The Last Ottoman Princess. Oxford University Press. p. 17. ISBN 978-9-774-16837-6.
  9. ^ Korkmaz 2019, p. 58.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Korkmaz, Mehmet (2019-12-30). "Denizin Saraylıları: Bahriye'de Osmanlı Şehzadeleri". Hazine-i Evrak Arşiv ve Tarih Araştırmaları Dergisi (in Turkish). 1 (1): 42–65.
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