Éliane de Meuse

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Éliane Georgette Diane de Meuse

Éliane Georgette Diane de Meuse (Bruxelles, 9 agosto 1899Forest, 3 febbraio 1993) è stata una pittrice belga.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Éliane de Meuse comincia a disegnare all'età di 14 anni con, come prima guida artistica, Ketty Hope, moglie del pittore Victor Gilsoul. Frequenta la bottega di Guillaume Van Strydonck, cofondatore del circolo Groupe des XX[1] e amico di James Ensor, e allo stesso tempo riceve i consigli dello scultore Marcel Rau (premio Roma belga - 1908).

Nel 1916, Éliane de Meuse decide di divenire pittrice. Entra all'Accademia reale delle belle arti di Bruxelles[2][3], dove studia disegno con Jean Delville (premio Roma belga - 1895) e pittura della natura con Herman Richir; durante queste ultime lezioni incontra il futuro marito, il pittore e disegnatore Max Van Dyck[4], che riceve il Gran Premio Roma belga nel 1920 all'età di 17 anni.

Nel 1921 riceve il Premio Godecharle creato nel 1881 da Napoleon Godecharle, figlio di Gilles-Lambert Godecharle[5], assegnato fino ad allora soltanto a pittori di sesso maschile.

Nella sua relazione al ministro, il presidente della giuria segnala le qualità stilistiche della composizione. La giuria, composta da Émile Claus, Albert Ciamberlani e Armand Rassenfosse, stabilisce all'unanimità e senza obiezioni che il quadro di Éliane de Meuse è meritevole dell'assegnazione del premio. Il presidente della giuria precisa: «Questa tela è, a tutti gli effetti, di gran lunga la migliore fra quelle presentate. Essa testimonia di un autentico temperamento pittorico. Il colore è solido, impregnato di gioventù e ingenua emozione. Infine, qualità rara, l'opera ha stile. È più di una promessa, la vita vi si imprime intensamente»[6][7]. L'opera premiata, Daphnis e Chloé (225 × 180 cm), rappresenta due giovani teneramente abbracciati. Il titolo si ispira ad un romanzo pastorale omonimo attribuito all'autore greco Longus.

Non si sa se questa è stata una profezia: certamente, come fanno fede le critiche (non furono avare di elogi accogliendo con favore il suo ingresso nella vita delle arti) che, quindici anni dopo l'ottenimento del premio Godecharle, distinzione, all'epoca, ragguardevole secondo Paul Caso.

«Una rivelazione... una artista che rinnova l'impressionismo di Ensor e Rik Wouters, arricchendolo di nuovi apporti...». In questi termini lo scrittore e critico d'arte belga Charles Bernard[8], la voce più autorevole dell tempo[9], ha commentato la prima esposizione personale[10] di Éliane de Meuse in un articolo apparso nella Nation Belge il 22 ottobre 1936. Parere condiviso da K. de Bergen quale rileva, esaminando le tele d'Eliane de Meuse, «... il lavoro del pittrice all'interno del colore stesso...», sottolinea che il «... colore ha una sua verità propria...» e ritiene inoltre che «... è alla vibrazione e non alla violenza del colore che si misura il dono del colorista»[11], o ancora quello di Sander Pierron che commenta in questi termini l'esposizione al Circolo artistico di Anversa «... questa giovane artista è chiamata a un grande destino; il suo talento ha già raggiunto la maestria. È da Rik Wouters che nella nostra scuola contemporanea non si è più manifestato un talento a tal punto prestigioso. Éliane de Meuse è una colorista di razza; essa sa cogliere le nuances più infime, le armonizza come se si trattasse di accordi di note: in cui tutto è musica»[12].

O ancora il parere di un certo L. J., secondo il quale si deve inserire «... Éliane de Meuse tra i pittori più sensibili, nella linea di Édouard Manet e Marcel Jefferys, tra i fattori di una pittura sapida e voluttuosa dove tutto si impregna di ciό che determina immediatamente docili riflessi. Tutto vi è espresso, in apparenza, di primo acchito, al modo degli esecutori privilegiati, che gli strumenti tra le dita, senza mai insistere, formulano brillantemente ciò che hanno da dire ispirati dalla natura...»[13].

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

È stata sposata con Max Constant Armand Van Dyck. Entrambi hanno seguito i corsi degli stessi insegnanti all'Accademia reale di belle arti di Bruxelles.

Principali esposizioni personali[modifica | modifica wikitesto]

  • 1936 : Palais de Beaux Arts di Bruxelles, Bruxelles (Belgio)
  • 1936 : Circolo artistico di Anversa, Anversa (Belgio)
  • 1981 : Galleria Rencontre, Bruxelles (Belgio)
  • 1982 : Kelterhaus-Muffendorf, Bad Godesberg (Bonn, Germania)
  • 1991 : Retrospettiva Éliane de Meuse, un'esposizione congiunta organizzata dalla città di Bruxelles e dalla banca Crédit Général[14], nella sala della milizia e nella sala ogivale dell'Hôtel de Ville alla Maison de La Louve, Grand-Place di Bruxelles (Belgio)

Principali esposizioni collettive[modifica | modifica wikitesto]

Eliane de Meuse nel suo studio in compagnia di Frans Youl, la moglie del pittore belga Anto Carte 1937.
  • 1937 : Donne artiste d'Europa, galleria nazionale del Jeu de Paume Parigi (Francia)[15]
  • 1937-1938 : L'arte belga, alla Fondazione Carnegie (Carnegie Museum of Art, Pittsburgh negli Stati Uniti)[16]
  • 1939 : Esposizione del progresso sociale, galleria del palazzo del comune di Lille (Francia)
  • 1996 : Il Fauvismo brabantino, Circolo artistico comunale di Waterloo (le scuderie, Waterloo (Belgio)[17]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Daphnis e Chloé, olio su tela, 225 x 180 cm) — premio Godecharle 1921
  • Les dahlias blancs, olio su tela, ex collezione di Elisabetta di Baviera, Regina del Belgio
  • Les pantoufles rouges, 1944, [4] e [5] [6], olio su tela, (71,5 × 80 cm), collezione del museo delle belle arti di Gand (msK), v. monografia Éliane de Meuse, Paul Caso, pag. 26, edizioni Prefilm, Bruxelles, 1991
  • L'enfant, olio su pannello, (60 × 48 cm), collezione del museo delle belle arti di Tournai, catalogo di pitture e sculture del museo delle belle arti di Tournai, pag. 68 (n. 451) editrice Casterman S.A. Tournai JL 1494-5054 D. 1971, cfr. anche la monografia Eliane de Meuse, Paul Caso, pag. 21, edizioni Prefilm, Bruxelles, 1991
  • Marianne (ritratto della nipote),[7], olio su tela, (81 x 61 cm), collezione del museo delle belle arti di Tournai, catalogo di pitture e sculture del museo delle belle arti di Tournai, pag. 68 (n. 453) editrice Casterman S.A. Tournai JL 1494-5054 D. 1971, cfr. anche la monografia Éliane de Meuse, Paul Caso, pag. 56, edizioni Prefilm, Bruxelles, 1991
  • Bouquet de fleurs o Vase aux fleurs, [8] olio su tela, 72,5 x 60 cm), collezione del Ministero della cultura — Amministrazione delle belle arti, v. monografia Éliane de Meuse, Paul Caso, pag. 82, edizioni Prefilm, Bruxelles, 1991
  • Bouquet, [9], olio su tela (60 × 50 cm), collezione del museo delle belle arti di Tournai, catalogo di pitture e sculture del museo delle belle arti di Tournai, pag. 68 (n. 452) editrice Casterman S.A. Tournai JL 1494-5054 D. 1971
  • Nu à contre-jour, circa 1920 olio su tela, 99,5 x 80 cm, collezione privata, riprodotta nel dizionario Paul Piron, volume 3, pag. 234
  • Rêverie, 1932, olio su tela, (80 x 70 cm), cfr. opuscolo i concorsi Godecharle e monografia Éliane de Meuse, Paul Caso, pag. 52, edizioni Prefilm, Bruxelles, 1991
  • Centaurées, olio su tela, (80 x 70 cm), acquisita nel gennaio 1992 nella collezione della CBC Banque & Assurance (ex Crédit Général). Questa tela, ripresa nel catalogo delle opere esposte nella galleria del Crédit Général sotto il n. 23, fu offerta dall'artista alla banca in ringraziamento del loro sostegno.
  • Les pantoufles rouges o Intérieur, olio su tela, 61,5 x 60,5 cm), collezione della Comunità francese del Belgio, v. monografia Éliane de Meuse, Paul Caso, pag. 71, edizioni Prefilm, Bruxelles, 1991 e catalogo dell'esposizione Le fauvisme brabançon al Circolo Artistico Comunale di Waterloo (1996), opera esposta recante il n. 12, pag. 32

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Solange de Behr, Les XX, Museo d’arte moderna e di arte contemporanea Liegi, 1994 [1] Archiviato il 15 ottobre 2013 in Internet Archive..
  2. ^ Iscritta nel registro dell'Accademia reale delle belle arti di Bruxelles con il numero di matricola 18568 — dal 1916 al 1920 — fonte archivi dell'arba-esa [2]
  3. ^ Allievi prestigiosi. Per festeggiare i 300 anni di esistenza, l’Accademia ha reso omaggio ai grandi artisti che hanno segnato il passaggio in questa istituzione come Victor Horta che ne è stato il direttore per 4 anni (dal 1927 al 1931), Henry Lacoste (direttore di 1954 a 1957), Amédée Lynen, Herman Richir, Victor Servranckx, Éliane de Meuse, Robert Schuiten, Albert Mangonès, Claude Strebelle, Max Van Dyck, Paul Delvaux e René Magritte, Vincent Van Gogh, James Ensor...[3] Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive..
  4. ^ Max Van Dyck (1902-1992), professore e direttore presso l'Accademia delle belle arti di Anderlecht (Sezione delle arti decorative)
  5. ^ Guy Dotremont, i concorsi Godecharle hanno 100 anni 1881-1981, 1981
  6. ^ Paul Caso, monografia Éliane de Meuse, p 7.
  7. ^ Paul Piron, Dictionnaire des artisti figurativi del Belgio del XIX e XX secolo, volume 3, pagg. 235-238..
  8. ^ Charles Bernard [archivio]
  9. ^ Paul Caso, monografia Éliane de Meuse, pag. 9.
  10. ^ Mezzo secolo di esposizioni Palais des Beaux-Arts Bruxelles, edito dalla società delle esposizioni del Palazzo delle belle arti, Bruxelles, pag. 50.
  11. ^ K. de Bergen, Le Journal des Beaux-arts del 23 ottobre 1936.
  12. ^ Sander Pierron, Le Courrier d'Anvers, 13 novembre 1936.
  13. ^ L. J., Flandre Libérale (Gand) del 1º novembre 1936.
  14. ^ oggi CBC banca & assicurazione.
  15. ^ a fianco di nella Berthe Morisot, Mary Cassatt, Marie Laurencin e Marie Bashkirtseff.
  16. ^ a fianco di Anto Carte, Constant Permeke, Gustave de Smet, Isidore Opsomer e René Magritte.
  17. ^ a fianco di Rik Wouters, Jos Albert, Charles Dehoy, Philibert Cockx, Jean Brusselmans, Ramah, Ferdinand Schirren tra l’altro.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Éliane de Meuse , in: Les Concours Godecharle ont cent ans 1881-1981, p. 36
  • Paul Caso, Éliane de Meuse, Bruxelles : Prefilm, 1991 Catalogue commun des bibliothèques fédérales monographie trilingue FR-NL-EN de 88 pages [10]
  • Mabille M et Geirlandt Karel J., Un demi-siècle d'expositions Palais des beaux-arts de Bruxelles, Bruxelles : Société des expositions du Palais des Beaux-Arts, 1981
  • Zeebroek-Hollemans, Adriaens-Pannier, A., Le dictionnaire des peintres belges du XIVe siècle à nos jours ; depuis les premiers maîtres des anciens Pays-Bas méridionaux et de la principauté de Liège, jusqu'aux artistes contemporains, 3 volumes, La Renaissance du Livre, département de De Boeck-Wesmael, Bruxelles, 1995 (notice Éliane de Meuse, tome 1, p. 325) ISBN|2-8041-2012-0
  • Benezit, Dictionnaire critique et documentaires des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs de tous les temps et de tous les pays en 14 volumes, Paris : Gründ, 1999 (notice Éliane de Meuse, volume 9 - Maganza à Muller-Zschoppach -, p. 554) ISBN|2-7000-3019-2 (tome 9)
  • (EN) Benezit Dictionary of artists, en 14 volumes, Paris, France, Gründ, 2006, Volume 9 (Maele-Müller), ISBN|2-7000-3070-2
  • Paul Piron, Dictionnaire des artistes plasticiens de Belgique des XIXe et XXe siècles, Lasne : Art in Belgium, 2006, Volume 3, pages 235-238 ISBN|2-930338-53-9
  • Alexia Creusen, Femmes artistes en Belgique XIXe et début XXe siècle, L'Harmattan, Paris ISBN|978-2-296-03372-6
  • Gustaaf Janssens, archives du Palais royal de Bruxelles (rue Ducale n° 2, 1000 Bruxelles)
  • Christian Desclez, Fauvisme brabançon, catalogue d'exposition, 14 septembre - 27 octobre 1996, Cercle artistique communal de Waterloo
  • Bernadette de Visscher-d'Haeye, conférence Les fauves brabançons et la primauté de la Couleur, 17 octobre 1996, au Cercle artistique communal de Waterloo, (Les Écuries), à Waterloo.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Elenco dei vincitori dei concorsi Godecharle dalla sua fondazione [11] Archiviato il 26 ottobre 2019 in Internet Archive.
  • Elenco degli alunni prestigiosi dell'Accademia reale delle belle arti di Bruxelles [12]
  • Sito ufficiale del museo delle belle arti di Tournai [13] Archiviato il 3 febbraio 2011 in Internet Archive.
  • Sito ufficiale del museo delle belle arti di Gand [14]
  • Biblioteca dei Musei Reali delle Belle arti del Belgio [15]
  • Istituto reale del patrimoinio artistico, Bruxelles, Belgio [16] Archiviato il 28 gennaio 2015 in Internet Archive.
  • Il dizionario dei pittori belgi del XIV secolo ai giorni nostri dai primi maestri degli ex paesi Bassi meridionali e del Principato di Liège fino agli artisti contemporanei in 2 volumi, la Renaissance du Livre, dipartimento di De Boeck-Wesmael, Bruxelles, 1995 [17]
  • Les pantoufles rouges (titolo olandese: Stilleven met rode schoentjes) [18] et [19] (NL)
  • Marianne [20]
  • Carnegie Institute Pittsburgh [21] (EN)
  • Archivi del Palazzo reale del Regno del Belgio [22] Archiviato il 2 marzo 2016 in Internet Archive.
  • (FRNL) Frans Hens (1856-1928) [23]
  • Charles Bernard (1875-1961) [24]

Reportage televisivo[modifica | modifica wikitesto]

  • Personalità a domicilio: Éliane de Meuse, télé-bruxelles, 1991 (intervista realizzata da Éric Russon)
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