'Ndrina Lo Presti

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La famiglia Lo Presti di Bardonecchia è una ndrina originaria di Marina di Gioiosa Jonica in Calabria stanziatasi in Piemonte sul finire degli anni cinquanta. In Calabria è nota come famiglia Maneja ed è legata da stretti vincoli di parentela ai Mazzaferro.

È la famiglia della 'Ndrangheta egemone per eccellenza sul territorio della Val di Susa insieme a quella dei Mazzaferro. Nata inizialmente come intranea alla famiglia Mazzaferro, diventa una fazione e successivamente 'ndrina a sé.

L'infiltrazione della famiglia Lo Presti nella pubblica amministrazione ha portato nel 1995 il Presidente della Repubblica a far sciogliere il consiglio comunale di Bardonecchia e a far detenere alla localitá alpina il triste primato di primo e unico comune del nord Italia sciolto per presunte infiltrazioni mafiose.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1993 viene arrestato a Bardonecchia, Giuseppe Ursino, assieme ad altre quindici persone per traffico d'armi e droga. Vengono coinvolti e arrestati anche esponenti del clan Cataldo di Locri[1].

Dal 2000 in poi, cambiano gli assetti criminali a Bardonecchia. Lo Presti nomina suoi successori, i nipoti prediletti, i fratelli Luciano e Giuseppe Ursino. Molto presto, Luciano Ursino, entra in rapporti di affari con i fratelli Adolfo e Aldo Cosimo Crea, originari di Stilo, in Calabria, boss emergenti della 'Ndrangheta torinese.

Nel 2003, alla vigilia dei Giochi Olimpici del 2006, si inizia a parlare di appalti in Val di Susa. I lavori suscitano l'interesse del clan Lo Presti. Il direttore dei lavori dell'autostrada Torino-Bardonecchia e i dirigenti dell'Agenzia Torino 2006 ricevono minacce. Gli Ursino riescono a corrompere un ispettore di polizia che li informa sulle indagini e fornirà loro uno scanner per trovare microspie.

Nell'aprile 2004 gli Ursino avvicineranno un politico per tentare di ottenere i finanziamenti Ue e metteranno su un giro di usura milionario che si estende da Bardonecchia a Torino. Tra le vittime strangolate dall'usura, vi è un noto personaggio politico dell'ex PSI, che denuncia l'organizzazione, e nel novembre del 2006 viene arrestato Rocco Lo Presti assieme ai nipoti Ursino[2][3][4][5][6][7][8][9].

Il 28 febbraio 2018 vengono arrestati per estorsione e associazione a delinquere di stampo mafioso, Giuseppe Ursino e Ercole Taverniti e poste sotto sequestro tutte le attività commerciali, bar e ristoranti, riconducibili a Ursino[10][11][12][13][14].

Il 29 novembre 2018 si conclude il processo contro Giuseppe Ursino condannato a 6 anni e 9 mesi accusato di intestazione fittizia di beni tra cui attività a Bardonecchia, Alpignano e Torino[15].

Esponenti di rilievo[modifica | modifica wikitesto]

  • Rocco Lo Presti (1937), capo storico della famiglia, deceduto nel 2009.
  • Luciano Ursino (1966), nipote di Rocco Lo Presti, erede designato dallo zio e suo successore, a capo della famiglia Lo Presti. Irreperibile dal 2008, non ha atteso la notifica di condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso e usura. Deve ancora scontare tre anni di sorveglianza speciale e soggiorno obbligato a Bardonecchia, suo luogo di residenza[16].
  • Giuseppe Ursino (1968), nipote di Rocco Lo Presti, attuale reggente della famiglia, arrestato, è considerato elemento rappresentativo della famiglia Crea della locale di San Mauro Torinese[15].

Relazioni con altre organizzazioni criminali[modifica | modifica wikitesto]

Ha avuto legami con tutte le più importanti famiglie mafiose della Calabria e della Sicilia. I Belfiore, i Tripodo, i Mesiani Mazzacuva, i Ruga, gli Aquino, gli Ierinò, i Macrì, i Morabito, i Varacalli, i Cataldo, gli Strangio, i Barbaro, gli Alvaro, i Palamara, i Raso-Albanese e i Facchineri. Ha avuto rapporti di affari con la Famiglia Inzerillo-Spatola-Gambino di Palermo, attraverso la quale strinse alleanze anche oltreoceano con la Famiglia Gambino di New York e con le famiglie della 'Ndrangheta in Canada degli Zito, dei Commisso, dei Racco, degli Stalteri a Toronto e dei Cotroni a Montréal. Secondo un collaboratore di giustizia negli ultimi anni si è avvicinata ed alleata agli Aquino, rivali dei Mazzaferro. Al momento la famiglia è retta dai nipoti di Rocco Lo Presti, i fratelli Luciano e Giuseppe Ursino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Droga e traffico d'armi. La Stampa 29 aprile 1993
  2. ^ L'usuraio arrivava da Bardonecchia (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2015). La Stampa 7 novembre 2006
  3. ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/11/07/don-ciccio-30-anni-di-mafia-nella.html
  4. ^ Il vecchio boss e i suoi eredi. La Repubblica 8 Novembre 2006
  5. ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/11/08/il-rivale-del-boss-paga-il-caffe.html
  6. ^ Gli Ursino i nipoti del boss (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2015). La Stampa 6 ottobre 2008
  7. ^ Gli Ursino puntavano ai fondi di Bruxelles (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2015). La Stampa 6 ottobre 2008
  8. ^ Il progetto politico del clan Lo Presti (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2015). La Stampa 6 ottobre 2008
  9. ^ Attacco finale al clan Lo Presti (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2015). La Stampa 19 ottobre 2007
  10. ^ Sequestrati bar e ristoranti degli 'ndranghetisti: due arresti. La Stampa 1º marzo 2018
  11. ^ Bardonecchia, carabinieri arrestano due vecchi boss della 'Ndrangheta (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2018). La Repubblica 1º marzo 2018
  12. ^ Mafia nel Torinese e in Val Susa: arrestato il nipote del boss Lo Presti. Corriere della Sera 1º marzo 2018
  13. ^ A Bardonecchia c’è una 'ndrina: preso il nipote del boss Lo Presti (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2018). Cronacaqui 2 marzo 2018
  14. ^ Bardonecchia, dopo gli arresti parla il sindaco: Il nostro paese è immune dalla mafia. Valsusaoggi 2 marzo 2018
  15. ^ a b 'Ndrangheta a Torino e in Alta Val di Susa: undici condanne, in tg24.sky.it, 29 novembre 2018. URL consultato il 29 novembre 2018.
  16. ^ Luciano Ursino patteggia 4 anni e torna a casa (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2015). La Stampa 17 aprile 2008

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]