Utente:Etrusko25/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Cobite italiano
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseActinopterygii
OrdineCypriniformes
FamigliaCobitidae
SottofamigliaCobitinae
GenereCobitis
SpecieC. bilineata
Nomenclatura binomiale
Cobitis bilineata
Canestrini, 1886
Distribuzione

Cobitis bilineata (Canestrini, 1886), comunemente noto come cobite italiano, cobite italico o cobite comune, è un pesce osseo d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cobitidae.

Distribuzione e habitat

[modifica | modifica wikitesto]

È endemico del bacino idrografico del Po e degli altri fiumi della pianura Padana e nell'Istria[2]. Due popolazioni native disgiunte sono presenti in Croazia nel fiume Zrmanja[2][3] e in Francia nel fiume Durance[3]. È stato introdotto in tutta Italia compresa la Sardegna (ma sembra non acclimatato in Sicilia), nel lago di Banyoles (Spagna) e nell'alto bacino del Reno in Svizzera[2]. La sua introduzione è dovuta principalmente alla pesca sportiva, in quanto, pur non essendo una specie di interesse da questo punto di vista, è spesso frammista al novellame di altre specie impiegato nei ripopolamenti ittici effettuati a tale scopo, oppure viene usata come esca viva e poi liberata[2].

Si tratta di una specie dotata di notevole plasticità ecologica che si può trovare in ambienti diversificati, dai torrenti ai fiumi, a laghi e stagni e ai canali. Il suo ambiente preferito ha corrente scarsa o assente, acqua bassa, fondo di sabbia o fango e fitta vegetazione acquatica[2][4][5][6].

Misura fino a 12 cm nelle femmine e a 6,5 cm nei maschi.

È molto simile al cobite europeo da cui si può distinguere per la presenza di due punti neri sul peduncolo caudale.

Dimorfismo sessuale: oltre alla differenza di dimensioni negli esemplari adulti, nei maschi in livrea nuziale le due serie di macchie, allineate lungo la zona mediana e superiore dei fianchi, tendono a fondersi ed alla fine di questo processo (che dura pochi giorni) si osservano due fasce brune per ogni fianco (la superiore è talvolta più marcata). Durante l'anno, tuttavia i maschi è possibile distinguerli dalle femmine anche per le pinne pettorali più lunghe, acute e con il secondo raggio più robusto e più lungo degli altri (nelle femmine le pinne pettorali sono più corte, arrotondate e con il terzo raggio più robusto e più corto. A volte è possibile distinguere i maschi dalle femmine per la presenza della squama di Canestrini.

Vive fino a 4 anni[3].

Comportamento

[modifica | modifica wikitesto]

Ha abitudini notturne, nelle ore diurne sta infossato nel sedimento[2].

Alimentazione

[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di sostanze organiche presenti nel sedimento, alghe o detrito vegetale, che perlustra attivamente durante le ore notturne o in zone ombreggiate.

Conservazione

[modifica | modifica wikitesto]

Il cobite comune viene classificato come "a rischio minimo" nella Lista rossa IUCN in quanto, sebbene sia scomparso in alcune stazioni a causa della distruzione dell'habitat come bonifiche e lavori negli alvei, risulta comune o abbondante in gran parte del suo areale, che è in espansione. È una specie tollerante alle modifiche dell'ambiente e all'inquinamento. Risulta in diminuzione in Slovenia dove è protetto[1].

Gran parte degli ittiologi sono concordi nel considerare buona specie Cobitis bilineata[2][3][4][5] mentre risulta minoritaria l'ipotesi di considerarla una sottospecie di C. taenia[6].

Acquariofilia

[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie può essere allevata e riprodotta in cattività.

  1. ^ a b (EN) Freyhof, J. 2011, Etrusko25/Sandbox, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c d e f g Fortini N., Nuovo atlante dei pesci delle acque interne italiane, Aracne, 2016, ISBN 978-88-548-9494-5.
  3. ^ a b c d (EN) Cobitis bilineata, su FishBase. URL consultato il 06.06.20124.
  4. ^ a b Kottelat M., Freyhof J., Handbook of European Freshwater Fishes, Cornol (CH), Publications Kottelat, 2007, ISBN 88-7021-299-8.
  5. ^ a b Stefano Porcellotti, Pesci d'Italia, Ittiofauna delle acque dolci, Edizioni PLAN, 2005.
  6. ^ a b Sergio Zerunian, Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei Pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Bologna, Edagricole, 2002.
  • Fortini N., Nuovo atlante dei pesci delle acque interne italiane, Aracne, 2016, ISBN 978-88-548-9494-5.
  • Kottelat M., Freyhof J., Handbook of European Freshwater Fishes, Cornol (CH), Publications Kottelat, 2007, ISBN 88-7021-299-8.
  • Stefano Porcellotti, Pesci d'Italia, Ittiofauna delle acque dolci, Edizioni PLAN, 2005.
  • Sergio Zerunian, Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei Pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Bologna, Edagricole, 2002.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Pesci: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di pesci

[[Categoria:Cobitidae]] [[Categoria:Fauna endemica d'Italia]] [[Categoria:Taxa classificati da Giovanni Canestrini]] [[Categoria:Pesci d'acquario d'acqua dolce]] [[Categoria:Specie animali protette in Italia]]