Campo 'S'

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Campo S
campo di concentramento
StatoBandiera dell'Italia Italia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegionePuglia
CittàTaranto
Attività4 giugno 1945-maggio 1946[1]
Gestito daAlleati
Detenuti20 000[1]

Il Campo 'S' di Taranto o campo sant'Andrea raccolse i prigionieri di guerra italiani e di altre nazionalità al termine del secondo conflitto mondiale.

Il Campo, sebbene demolito nel maggio del 1946, è ancora visibile ed è ubicato fra le masserie Caselle (nord-ovest), Torre Bianca (Sud-Est), Sant'Andrea (Sud) e Torre Rossa (sud-ovest). Attualmente sono riconoscibili i basamenti delle baracche, parte dell'impianto fognario e stradale, nonché i percorsi delle recinzioni: in particolare, dalle foto da satellite o da aerofoto, si può distinguere in maniera netta l'impianto del campo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Terminata la guerra, anche coloro ai quali era stato concesso l'onore delle armi nella resa, come i battaglioni della Xª Flottiglia MAS di Valerio Borghese, furono deportati, passando per la maggior parte dal campo di Afragola:[1] dapprima fecero sosta per il riconoscimento al campo S di Taranto e poi furono deportati nel 211 POW Camp di Algeri[2], da dove gli italiani tornarono al campo 'S', dove nel frattempo, erano stati imprigionati uomini di altre nazionalità, il 23 febbraio 1946, cioè un anno dopo la fine del conflitto mondiale.

I prigionieri di guerra italiani restarono rinchiusi in recinti detti Pen, senza servizi igienici, senza cibo sufficiente, senza letti.[3] Molti morirono. I più tornarono però a casa, quando gli inglesi decisero di abbandonare la custodia del campo e i comandi italiani non accettarono di mantenere i connazionali rinchiusi in quel campo, definito, dai giornali del tempo, "Il campo della fame".[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Storia sconosciuta del “Campo della fame” di Taranto, su archivio.politicamentecorretto.com, 17 gennaio 2017.
  2. ^ Turco, p. 2.
  3. ^ a b Andrea Chioppa, La storia dimenticata del campo di concentramento di Taranto, su IAMTaranto, 31 gennaio 2022. URL consultato il 31 maggio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]